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Pennelli, colori e natura nel giardino dell’eremita

A Pontestura, già nei tempi antichi, un eremita che viveva nella casa annessa alla Chiesa della Beata Vergine delle Grazie, all'epoca appena fuori le mura, si prendeva cura di un fazzoletto di terra, il suo "picciol giardino". E' trascorso qualche secolo e oggi il giardino del romita rivive grazie all'iniziativa di un'associazione locale. 

  • Raffaella Amelotti
  • Maggio 2021
  • Martedì, 1 Giugno 2021
Il giardino condiviso di Pontestura - Foto Associazione Apea Il giardino condiviso di Pontestura - Foto Associazione Apea

Ci troviamo sulle colline del Monferrato che si affacciano sul Po e sulla pianura risicola vercellese. Pontestura è un piccolo paese di circa 1.000 anime, e, come tutti i piccoli paesi, vede la sua comunità incontrarsi e trascorrere le pigre ore di riposo nell'area verde comunale che, con le sue panchine e i giochi per i bimbi, accoglie i pontesturesi di ogni età.

Manca qualcosa, però, e l'idea illuminante arriva proprio dal direttivo dell'Apea (Associazione pontesturese ecologia e arte) che decide di replicare a Pontestura l'esperienza di giardino condiviso già realizzato a Camino dall'Associazione culturale Il Picchio. Mai sottovalutare l'aspetto formativo per affrontare ogni nuova impresa: l'avventura inizia, così, con un corso di giardinaggio coordinato dall'architetto Arianna Lanzone.

Il modello è medioevale

I novelli giardinieri, dopo la teoria, si dedicano alla pratica ispirandosi alla tradizione medioevale del "giardino dei semplici": l'hortus simplicium, al cui interno si coltivavano le erbe medicinali per la preparazione dei rimedi naturali in uso all'epoca. L'hortus simplicium era per lo più situato presso i monasteri e i conventi: erano proprio i monaci a svolgere l'attività di ricerca in campo farmaceutico volta alla produzione di medicamenti efficaci per la cura di disturbi vari e a redigere cataloghi articolati delle diverse erbe medicamentose. Come gli illustri antenati, il giardino di Pontestura ospita una selezione dedicata alle piante officinali e alle aromatiche: elicriso, salvia, rosmarino, timo, lavanda,...

Un'altra aiuola si ispira all'accezione di locus amoenus, attribuita al giardino come luogo in cui il piacere dell'anima si fonde ai bisogni quotidiani e in cui è possibile passeggiare e riposare. Al suo interno si succedono fioriture stagionali pronte ad accogliere i visitatori e a confortarne lo spirito, anche nei mesi più rigidi, come Lonicera fragrantissima, un caprifoglio arbustivo che sboccia tra gennaio e febbraio. Incornicia il giardino una variegata selezione di rose che, insieme ai fiori candidi e profumati del Philadelphus virginalis, rappresentano la devozione mariana della comunità e della piccola chiesa.

Un grande Celtis australis è affiancato da un elegante gruppo di Hydrangea arborescens e proprio l'ortensia è diventata il fiore simbolo del corso di giardinaggio propedeutico alla realizzazione di questo giardino condiviso. Dal 2019, la bellezza dell'antico picciol giardino rivive così nella partecipazione al progetto, ai lavori per la realizzazione e ora per la manutenzione di un gruppo di volontari. La condivisione di quest'oasi verde si apre a quanti desiderano fruirne, non si limita ai suoi ideatori o ai soli pontesturesi. Si supera il concetto medioevale di hortus conclusus: il giardino si apre a quanti vogliano respirarne profumi e colori.

Le buone pratiche colturali

Al suo interno, i prodotti chimici sono banditi, e le pratiche colturali sono all'insegna della valorizzazione della biodiversità e della sostenibilità ambientale: ad esempio, sono state scelte specie botaniche dal ridotto fabbisogno idrico. Il giardino è chiuso da un porticato: un bell'edificio rurale che recenti interventi di restauro hanno reso fruibile per manifestazioni ed eventi che la situazione di emergenza sanitaria, purtroppo, fino ad oggi non ha consentito.

Acquarellando nel giardino dell'eremita

Ora che, a piccoli passi, si avanza verso un timido ritorno alla vita sociale, l'Associazione Apea e l'Ente di gestione del Parco del Po piemontese hanno organizzato, per domenica 6 giugno, una giornata di arte e natura proprio in questo giardino. Protagonista della giornata dal titolo "Acquarellando nel giardino dell'eremita" sarà Maria Elena Ferrari, artista naturalista e carnettista (narratrice di viaggi secondo il modello del carnet de voyage). 

L'evento è aperto a quanti, amanti del disegno naturalistico e dell'acquerello e pittori più o meno esperti, vorranno iscriversi all'evento di pittura en plein air in un luogo dove natura e storia si fondono. Quale migliore modo per vivere il giardino dell'eremita se non soffermarsi a ritrarne un particolare sfuggito ai più frettolosi, o dipingere un fiore: è proprio vivendo un luogo per un tempo prolungato, come la durata di uno schizzo ad acquerello, che lo rende anche un po' nostro. E se non è condivisione questa! Rinnoviamo l'invito ai pittori, che dovranno iscriversi, e a quanti, durante la giornata, vorranno visitare il giardino.

Il grande portico ospiterà una selezione dei disegni di Maria Elena Ferrari, che nel corso del pomeriggio, presenterà il suo ultimo libro "Tra il cane e il lupo: sketchbook di disegni e pensieri nella natura dei pascoli di montagna", in cui illustra il viaggio attraverso i pascoli e la biodiversità dell'Appennino Parmense. Le conoscenze scientifiche si intrecciano con l'approccio emotivo; i disegni e le parole descrivono la convivenza possibile tra il cane, il lupo, il pastore e il gregge.

Per informazioni e prenotazioni:

cell. 328 8696728 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

NB: la prenotazione è necessaria per il laboratorio di disegno

 

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