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Come ti racconto la natura!

Alla scoperta delle bellezze dell'Oasi naturalistica di Isola Sant'Antonio, una delle aree protette del Po piemontese, insieme alle due fondatrici dell'Associazione Naturalistica Codibugnolo che gestisce l'area in convenzione con l'Ente parco.

  • Raffaella Amelotti
  • Febbraio 2021
Domenica, 21 Febbraio 2021
Foto p.g.c. Associazione Codibugnolo Foto p.g.c. Associazione Codibugnolo

Lo stupore per gli spettacoli della natura e per la bellezza di ogni singolo dettaglio del territorio sono i principi su cui fondano la loro collaborazione Daniela Meisina e Roberta Valle, cuore e motore dell'Associazione Naturalistica Codibugnolo APS.

Le incontriamo all'Oasi naturalistica di Isola Sant'Antonio, nata dal progetto di riqualificazione ambientale di un'ex cava di inerti al confine tra Piemonte e Lombardia, nell'ultimo tratto del Parco del Po piemontese, dove si trova quest'area umida di 88 ettari, suddivisa in due zone che, quanto a ricchezza di elementi paesaggistici, si completano a vicenda.

Il Lago di Brusa Vecchia, risultato dell'attività di escavazione, ha acque che sono profonde quasi 30 metri, circondate da boschi ripariali. Le zone umide di San Siro, con i loro fondali più bassi, sono un altro esempio di ambiente di transizione tra la terra e l'acqua.

In un'area così fortemente "colonizzata" dall'uomo e dalle sue attività, questa è davvero un'oasi in cui la biodiversità è esplosiva e il paesaggio vario, così come i suoi "frequentatori", siano essi stanziali o di passaggio.

E proprio di questo Eden padano si prendono cura Daniela e Roberta fin dal 2015, anno in cui hanno firmato una convenzione per la gestione del sito con l'allora Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino (ora Po piemontese).

E' stato un percorso lungo che, attraverso un articolato progetto di riqualificazione ambientale, ha trasformato l'area dell'ex cava nell'ecosistema di grande pregio naturalistico di cui oggi possiamo fruire.

Anche la strada percorsa da Daniela, pavese appassionata da sempre di natura, è stata lunga e tortuosa. A vent'anni è diventata la prima donna a prestare servizio civile, e questo - ça va sans dire - è avvenuto in un'oasi naturalistica della LIPU (l'Oasi Bosco Negri). Dopo essersi formata come guida ambientale escursionistica AIGAE, e aver lavorato presso alcune associazioni, ha quindi deciso di fondare l'Associazione naturalistica Codibugnolo, un nome che non è frutto del caso, come ci racconta la stessa Daniela.

"Quando lavoravo presso il centro LIPU mi sono occupata di due codibugnoli. Al momento di liberarli, una volta terminate le cure, uno di questi ha fatto un breve volo e poi è tornato ad appoggiarsi sulla mia spalla. I suoi occhi dentro ai miei hanno fatto scattare la scintilla: la natura è la mia vita!"

Roberta, invece, dopo essersi laureata in Scienze naturali a Pavia, ha seguito un master post universitario che l'ha portata a collaborare con un gruppo di azione locale (GAL) nell'Oltrepò pavese, un territorio che ha imparato ad amare sempre più. Dopo alcuni lavori svolti in settori diversi dal suo percorso di studio, ha deciso di frequentare il corso per guida naturalistica organizzato dal Parco del Ticino lombardo. Nel 2009 ha scoperto l'esistenza dell'Associazione creata da Daniela e, a conferma della sua scelta, afferma: "Ho preso al volo quel treno che univa le due mie più grandi passioni: la natura e l'Oltrepò! Amo la natura, mi piace comunicarla, farla amare perché tutto ciò che ci circonda non è così diverso da noi".

"E il treno io l'ho preso e ho fatto bene..." cantava Francesco De Gregori, e così è successo a Daniela e a Roberta, che a Pavia non si erano mai incrociate prima ma che - inseguendo le proprie passioni - hanno finito per realizzare insieme il loro sogno di lavorare con la natura.

All'educazione ambientale e alle escursioni naturalistiche hanno affiancato un'intensa e continua attività di monitoraggio dell'area dell'ex cava, che si è rivelata fin dall'inizio molto interessante per la varietà di avifauna che la popola. La convenzione stipulata con l'Ente-Parco permette loro di organizzare numerose attività di fruizione, tra cui la pianificazione dei sentieri, la definizione delle proposte di educazione ambientale per le scuole e l'organizzazione degli eventi per il pubblico, ma anche gli aspetti pratici legati alla recinzione dell'area o alla manutenzione dei capanni per il birdwatching. La collaborazione con il Parco si è intensificata nel tempo, grazie anche a studi su specie target inserite nei progetti sostenuti dal Programma di sviluppo rurale, quali la moretta tabaccata, l'averla piccola, il fistione turco, l'occhione e la lycaena dispar.

L'Oasi è anche sito di studio per le tesi di laurea: offre grandi risorse in materia di ricerca scientifica e biodiversità che, con il passare degli anni, è diventata sempre più ricca. In essa, infatti, si trova una gran varietà di habitat perfetti come rifugio invernale per molte specie, per la loro riproduzione o anche solo per le brevi soste dei migratori. E gli ospiti di questa sorta di "albergo" sono a volte inconsueti, come il pellicano riccio, che era forse fuggito da un giardino privato, le spatole o la cicogna nera.

Attraverso "le esperienze di natura", così come amano definirle Daniela e Roberta, i visitatori piemontesi, liguri e lombardi possono compiere escursioni diurne e notturne, alla ricerca di rapaci notturni e pipistrelli.

"E' importante comunicare l'elemento naturalistico dal punto di vista scientifico - spiega ancora Daniela - descrivendone le caratteristiche, le abitudini, l'etologia e il comportamento. Ed è altrettanto indispensabile sfatare miti o credenze che sono frutto della 'non conoscenza': la paura, troppo spesso, genera diseducazione".

L'intento è trasmettere l'informazione corretta e la passione per gli animali, attraverso l'osservazione nel loro ambiente naturale. Durante l'escursione, con l'ausilio di immagini e materiale didattico, le guide presentano la specie selvatica oggetto dell'attività e forniscono indicazioni riguardo al comportamento da tenere durante l'incontro con l'animale. L'avvistamento del selvatico non deve essere dato per scontato: è un grande dono che la natura ci concede, non una certezza, proprio perché gli animali sono liberi e questa libertà deve essere rispettata.

"Conoscenza, rispetto e passione: ecco il messaggio che vogliamo trasmettere!"

E questo il concetto su cui le ragazze dell'Associazione Codibugnolo insistono durante i briefing che precedono le uscite sul territorio. Dopo il primo lockdown, le persone che sono tornate a frequentare la natura hanno spesso avvertito il desiderio di proteggerla, ma alcune di esse sono cadute in errori inconsapevoli. Durante la scorsa estate - infatti - sono aumentate le richieste di intervento per aiutare la fauna selvatica, ma alcune erano falsi allarmi o, peggio, conseguenza di azioni di soccorso non necessarie, portate agli animali per disinformazione.

"Prima di toccare un animale selvatico bisogna sempre contattare un Centro di Recupero Animali Selvatici, o CRAS, perché il cucciolo apparentemente abbandonato non è sempre in una situazione d'emergenza ma potrebbe essere in una fase transitoria della sua crescita" spiega Roberta.

Nella pianificazione dell'escursione, fondamentali sono gli aspetti legati al benessere e alla sicurezza dei partecipanti: le due istruttrici forniscono consigli sull'attrezzatura, sull'abbigliamento adeguato e ricordano la buona pratica di portare sempre con sé una scorta di acqua. E' compito delle guide l'attenzione per possibili situazioni di rischio, come la variazione delle condizioni climatiche, la scelta di soste strategiche per le esigenze dei partecipanti, l'attenzione al meteo o a potenziali pericoli fisici.

Ma come si diventa guide ambientali escursionistiche? 

"E' necessario frequentare un corso nazionale professionalizzante, che si articola sulle diverse sfaccettature di cui si compone questa professione. E' richiesta una buona propensione all'attività fisica nella natura, ma anche empatia con il gruppo e capacità di valutare e risolvere gli imprevisti. La guida ambientale escursionistica è una figura poliedrica: deve conoscere la fauna, la flora, gli endemismi, la storia, la geologia... in modo da saper leggere il territorio. Il corso di formazione getta le basi ma solo con la pratica ci si specializza sempre più, anche nell'aspetto della comunicazione della natura. Il gruppo si affida alla guida: scegliere un accompagnatore affidabile fa la differenza!" concludono Daniela e Roberta.

Per informazioni e visite all'Oasi naturalistica di Isola Sant'Antonio:

Sito internet dell'Associazione Naturalistica Codibugnolo

Pagina Facebook: @associazionenaturalisticacodibugnolo

Profilo Instagram: @ass.nat.codibugnolo

 

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