Stampa questa pagina

La visita

Intorno al Monte Moro

  • di Toni Farina, Giuseppe Scafaro - Ufficio Parchi e Sentieristica Provincia di Alessandria
  • novembre 2013
Lunedì, 17 Marzo 2014
La visita

Un anello a due volti intorno all’altura che ospita la fortezza. Nella prima parte si apprezzano gli aspetti naturalistici della riserva diffusi lungo il percorso didattico sulle rive del Neirone. Dedicato agli ambienti forestali e al rischio di incendi boschivi, e attrezzato con bacheche e punti di sosta, il percorso è stato finanziato nell’ambito del progetto Risk Nat
La salita alla sommità (e visita alla fortezza) consente nella seconda parte di apprezzare gli aspetti storici e panoramici.

Come arrivare

Gavi, sulla SP 190 fra Alessandria e Genova. Punto di partenza in località Baracchino, nell’area di sosta di fonte all’enoteca, all’ingresso nord dell’abitato.
Mezzi pubblici. Pullman Linea ARFEA

IL PERCORSO

Prima parte: il torrente, il bosco. La natura

Dall’area di sosta ci si dirige a destra sulla strada provinciale, attraversando il ponte sul Neirone.
Prestando attenzione al traffico, si può osservare sul lato opposto (a valle) la grande ruota di un vecchio mulino. Passato il ponte si entra nella riserva che presenta fin dai primi passi le sue peculiarità ambientali: pareti incombenti di arenaria che sovrastano Marne di Cessole e fitta vegetazione arborea, accompagnati da un tappeto sonoro misto ruscellamento e canto degli uccelli. Impressioni di “wilderness” alle soglie della “civiltà”: pochi passi e si giunge alla “cascata”, punto fra i più “scenografici” del percorso. Pochi passi ancora e una passerella consente di transitare sulla sinistra orografica dove si prosegue su una carrareccia che in lieve salita si discosta dal torrente. In breve si esce in una radura prativa con una abitazione isolata (l’unica della riserva). Cambiata direzione si prosegue alti sul corso d’acqua, alla base del versante nord dell’altura, dove muretti a secco testimoniano la presenza di terrazzamenti con piccoli vigneti.
Ridiscesi al torrente si torna in destra orografica, apprezzando un angolo di notevole varietà vegetale: aceri campestri, pioppi bianchi e ontani dispensano ombra generosa sull’alveo. Il percorso al contrario si porta sul lato a solatio della valle, ai piedi della falesia attrezzata per l’arrampicata. Cambia l’ambiente: l’alneto è sostituito da specie quali roverella e orniello. Da notare la presenza del nespolo selvatico e del ginepro, non comune in questa zona.
Passata la “casa bruciata”, e attraversato un valloncello laterale (con annesso piccolo rio), si torna per un tratto in riva al Neirone. In breve termina la parte forestale e su carrareccia si esce in zona aperta di coltivi. Pioppi tremuli in alto sulla sinistra accompagnano gli ultimi passi verso l’uscita (temporanea) dall’area protetta. Raggiunta la vicina provinciale ci si dirige a destra e, attraversato ancora una volta il Neirone, si prosegue verso l’abitato. Il marciapiede consente di percorrere in sicurezza il mezzo chilometro che separa il torrente dall’area parcheggio dove inizia la strada di accesso alla fortezza per i mezzi motorizzati.

Seconda parte: il forte, le antiche strade. La storia

Si sale su strada asfaltata, ma il traffico contenuto e il panorama che via via si dilata rendono gradevole il cammino. Tornati nell’area protetta si superano i duecento metri di dislivello per giungere all’ingresso, dove inizia anche l’anello esterno che corre ai piedi dei bastioni e dispensa ampi orizzonti a mezzogiorno: uno strapiombo separa da Gavi, quindi la sequenza di colline con i noti, pregiati vigneti. E sullo sfondo l’Appennino: l’Appennino piemontese, con la vetta piramidale del Tobbio in evidenza (il Tobbio, signore del Parco naturale delle Capanne di Marcarolo).
Si scende. La via è la Stradella del Forte, mulattiera attrezzata con pannelli illustrativi a carattere storico che con una successione regolare di tornanti conduce in paese. All’ingresso nell’abitato si svolta a destra nella tranquilla via Monserito che, al termine, confluisce nella centrale via Garibaldi, strada per nulla tranquilla (Gavi non ha circonvallazione) dove occorre procedere con cautela. Badando al traffico (e agli indizi storici-architettonici sulle abitazioni) si prosegue in via Mameli che in breve riporta al punto di partenza.

In sintesi

Luogo di partenza: Gavi, località Baracchino, all’ingesso nord dell’abitato (area di sosta di fronte all’enoteca).
Dislivello: 200 m. Lunghezza: 4,5 km.
Tempo: 3 h (con visita al forte 4 h).

Nel parco informati

SERVIZIO PARCHI PROVINCIA DI ALESSANDRIA
Via Galimberti, 2/A, Alessandria
Tel. 0131 304522; e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | www.provincia.alessandria.it/sentieri

Da vedere

A Gavi, l’omonimo forte: www.fortedigavi.it
Ancora a Gavi il centro storico che ha conservato la connotazione di città di transito, con vie strette sulle quali si aprono i portoni cinquecenteschi degli antichi palazzi della nobiltà genovese: www.comune.gavi.al.it

Potrebbe interessarti anche...

In questa primavera dal caldo anomalo, si va alla ricerca di luoghi in cui trovare un po' di ombr ...
Come ogni anno, nel mese di gennaio, nelle Aree protette del Po piemontese si è svolto il censim ...
Il paesaggio è dominato dalla presenza del complesso monumentale della Basilica di Superga, capo ...