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Un pollaio a prova d'orso

Questa storia ha inizio da una lettera inviata a un parco nazionale, da una professoressa di un istituto agrario. Motivo della missiva, la richiesta di un pollaio, ma non uno qualsiasi: un pollaio anti-orso, per sperimentare un allevamento zootecnico e la convivenza tra uomo e predatore. 

  • Emanuela Celona
  • Marzo 2021
Martedì, 16 Novembre 2021
Foto A. Iannarelli  Foto A. Iannarelli

Prendete un orso, un parco e una scolaresca: a volte la combinazione può essere perfetta. E' successo nel Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise dove l'ente parco ha donato, in comodato d'uso gratuito, un pollaio a prova d'orso all'Istituto agrario 'Arrigo Serpieri' di Avezzano. «È la prima volta che riceviamo la richiesta di un pollaio anti-orso da una scolaresca, ma ci sono state altre circostante in cui abbiamo portato, ad altri istituti scolastici, recinti elettrificati per la protezione di apiari oppure di alberi da frutta, racconta Luciano Sammarone, direttore del parco. La richiesta di un pollaio, in particolare, mi ha fatto piacere perché dimostra la sensibilità dell'istituto Serpieri sulla tutela ambientale ma, soprattutto, testimonia attenzione nei confronti dei ragazzi ai quali viene offerta una proposta educativa alternativa, utile per avvicinarsi a temi importanti come la conservazione di specie minacciate, come l'orso marsicano, e la possibile convivenza con questi grandi predatori».

Una storia di intraprendenza

Tutto è nato da una lettera inviata al parco dalla professoressa Cristina di Sabatino, dirigente scolastica dell'istituto agrario, per capire se c'era la possibilità di ricevere l'insolito dono. «Nell'ambito di un nostro progetto di approfondimento sulla conservazione del plantigrado, volevamo concretizzare l'idea di un piccolo allevamento biologico di galline ovaiole nella nostra sede di Avezzano. Circa 80 ettari dove l'azienda è, di fatto, il principale laboratorio di tutta la scuola: un luogo dove gli studenti apprendono "sul campo" ciò che imparano nella teoria e, pur avendo un'importante attività di produzione vegetale (vigneti, seminativi, oliveto, frutteti, bosco...), ci mancava la componente dell'allevamento zootecnico». Ma non è tutto: il progetto del pollaio anti-orso coinvolge anche alunni con disabilità che possono occuparsi direttamente dell'allevamento, coadiuvati dai loro compagni e guidati dai docenti, nell'ottica di un approccio ecologico e sostenibile nel rapporto tra uomo e natura.

«Con la richiesta del pollaio ed entrando in contatto diretto con l'esperienza e la professionalità di chi nel parco lavora, ho approfondito un tema che non mi era così noto. Ho compreso che la convivenza tra uomo e predatori è possibile, anche per chi ha attività agricole, e proprio la consegna dei pollai anti orso agli allevatori da parte del parco è una dimostrazione: si facilita la vita degli allevatori avicoli e, contemporaneamente, si protegge l'orso scoraggiando sue predazioni», spiega la Di Sabatino.

Prevenire i danni da fauna

L'Istituto agrario 'Arrigo Serpieri' ha quattro sedi dislocate in un territorio circondato da parchi naturali: Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, Parco Nazionale della Majella, Parco Regionale Sirente – Velino. La sede di Avezzano è contigua al Parco d'Abruzzo, un'area dove le incursioni dell'orso bruno marsicano nei centri abitati sono piuttosto frequenti. «Con la distribuzione di questi pollai cerchiamo di ridurre i danni da orso ai piccoli allevamenti familiari presenti nell'area protetta ma anche di prevenirli, scongiurando l'avvicinamento del plantigrado a centri abitati che tende a frequentare quando trova facile disponibilità di cibo», spiega il direttore del parco nazionale.

Questa è soltanto una delle misure che gli agricoltori possono adottare per prevenire i danni da fauna e sta diventando una componente strutturale di quelle aziende locali che credono nella coesistenza tra conservazione della natura e attività agricole o zootecniche moderne, anche in relazione all'abituale presenza dell'orso sul territorio: nell'area gestita dall'ente parco, i dati dell'ultimo monitoraggio su base genetica (anno 2014) rilevano l'esistenza di circa 50 individui. «Da allora, abbiamo registrato una modesta riduzione della mortalità ma un deciso incremento di nascite della specie. E nel periodo 2016-2019 è stata accertata la nascita di ben 50 orsi, sebbene la mortalità dei cuccioli sia molto elevata e circa la metà non raggiunga il primo anno di vita», racconta Luciano Sammarone. Dati che fanno ben sperare, nonostante siano numerose le minacce per la specie per cause antropiche, accidentali o illegali come, ad esempio, il bracconaggio.

Le aziende a prova d'orso 

C'è da dire che nel corso degli ultimi anni l'atteggiamento delle aziende agricole e zootecniche locali nei confronti dell'orso è cambiato: evidentemente il lavoro di sensibilizzazione ha fatto breccia nelle coscienze di allevatori e agricoltori che hanno compreso l'importanza della conservazione. «Molto hanno fatto le misure di prevenzione e gli indennizzi dei danni – per cui sono stati individuati parametri economici adeguati (si arriva anche a pagare 850 Euro per un vitello di pochi giorni, se iscritto al registro di razza) – così come la rapidità dei tempi del rimborso (circa 2 mesi dalla denuncia del danno). I nostri allevatori hanno capito che i danni da predazione fanno parte della pratica di allevamento, una sorta di "rischio d'impresa" che ha comportato una maggiore attenzione nella propria attività ma anche una minore conflittualità con il parco, chiamato ad accertare i danni e a provvedere al pagamento, anche quando si è fuori dai confini dell'area protetta».

In queste zone, i primi indennizzi per predazioni furono introdotti negli Anni '70 per mitigare gli effetti su greggi e mandrie e riconoscere il valore economico e culturale delle attività agropastorali. Negli Anni '90 vennero avviate altre misure, come l'introduzione dei primi recinti elettrificati e un programma di sensibilizzazione delle comunità locali sull'importanza del ruolo ecologico dei grandi predatori. Evidentemente hanno funzionato, se oggi a ricevere lo 'speciale' pollaio è un istituto che, per missione, forma le future generazioni del settore agricolo, zootecnico e forestale.

 

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