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Engadina

100 anni fa, la Confederazione Svizzera realizzava il suo primo e tuttora unico Parco nazionale, prima area protetta delle Alpi.

  • Aldo Molino
  • Maggio 2014
Martedì, 15 Luglio 2014
Engadina Aldo Molino Engadina Aldo Molino

Il primo agosto 1914 mentre venti di guerra soffiavano minacciosi all'orizzonte, dopo due anni di preparativi veniva istituito nell'alta valle dell'Enn nel cantone Grigione, il Parco Nazionale svizzero dell'Engadina, il primo parco istituito nelle Alpi, progenitore di tutte le aree protette della catena (per ora è anche l'unico della Svizzera).
La filosofia che lo ha contradistinto, come voluto dai pionieri del conservazionismo della biodiversità, si è mantenuta inalterata dalla sua fondazione sino ai giorni nostri.
Protezione integrale dal territorio e assoluta proibizione di qualsiasi interferenza ed attività opera dell'uomo. Ogni intervento di qualsiasi tipo anche scientifico è stato bandito e piante e animali possono evolversi secondo le leggi della natura. Questo ha permesso ai ricercatori di studiare le modificazioni e le trasformazioni che avvengono in un territorio non più antropizzato che poco alla volta ritorna al suo stato originario. Il parco è un laboratorio all'aperto dove acquisire conoscenze sulle specie e i cambiamenti dei biotopi delle Alpi. L'area protetta è divisa in due dalla carrozzabile che collega Zernez con la valle Mustair e il Giogo di Santa Maria (Stelvio) per il Passo dal Fuorn, la sosta è consentita solamente nei parcheggi autorizzati e nell'area dell'Hotel Il Fuorn, che assieme al rifugio del CAF Clouza è l'unica struttura ricettiva all'interno dell'area protetta: una lunga galleria di servizio transfrontaliero collega la strada del Fuorn all'Italia e a Livigno.
Il parco ha un estesione, dopo l'ampliamento dell'area centrale nell'anno 2.000 che ha incluso anche la stupenda conca lacustre di Macun, di circa 17.500 ettari (il terzo più piccolo delle Alpi) di cui 5.000 ricoperti di foreste di conifere. L'accesso è soltanto consentito percorrendo uno dei 21 itinerari autorizzati . E' proibito allontanarsi dai sentieri e oltrepassare i limiti di pertinenza delle aree di sosta. D'inverno il Parco è formalmente chiuso per tutelare la fauna non sottoponendola ad ulteriori stress oltre a quelle a cui è sottoposta dalle già proibitive condizioni ambientali.
Il centro principale dove si concentrano i principali servizi è Zernez dove si trova la stazione delle ferrovie retiche. Di qui partono i "postali" che conducono con efficienza e precisione elvetica nelle principali località. Da Tirano in Valtellina è possibile quindi raggiungere l'alta Engadina utilizzando lo spettacolare trenino dei ghiacciai che supera il passo Bernina e scende a St.Moritz.
A Zernez si trova il nuovo e avveniristico centro informazioni che offre una vasta gamma di offerte interattive, orientate all'esperienza.
Il sentiero didattico naturalistico nella zona del Fuorn, che percorre la Val da Stabelchod e la Val dal Bosch costituisce un primo interessante approccio agli ambienti naturali del parco, alla geologia e alla flora. Lungo il percorso ben segnalato si trovano numerose bacheche informative, un opuscolo illustrativo è comunque reperibile in loco.
Il luogo più emozionante è però la Val Trupchun dove gli incontri con la fauna selvatica sono davvero del terzo tipo. Un invisibile ma tangibile barriera che ricorda in qualche modo il romanzo di Marlen Haushofer (la Parete) separa gli umani dall'ambiente circostante dove placide marmotte pascolano indifferenti al via vai degli escursionisti e dove, più in alto, gli stambecchi sfuggono alla calura estiva e i cervi a settembre sono in pieno periodo degli amori.
Alzando gli occhi al cielo, se si fortunati o attenti si potrà scorgere la sagoma inquietante del gipeto, l'avvoltoio barbuto che proprio in Engadina ha uno dei siti di reintroduzione e dove almeno due coppie si sono riprodotte in libertà.
Secondo la definizione dell'Unione internazionale per la conservazione della natura (UICN) appartiene alla più alta categoria I cioè zone a protezione integrale.
Qualche cifra: nell'area del parco si trovano 30 specie di mammiferi, 100 di uccelli di cui 60 nidificanti, 5.000 invertebrati, 650 specie di piante superiori e i visitatori superano i 150.000
all'anno.

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