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Le dune degli Stagni di Murtas

La formazione delle dune costiere si innesca con l'accumulo, per azione del vento, delle particelle di sabbia intrappolate nella vegetazione della spiaggia emersa: è ciò che succede nel Sito di Importanza Comunitaria "Stagni di Murtas e s'Acqua Durci".

  • Raffaella Amelotti
  • Settembre 2020
Martedì, 6 Ottobre 2020
Spiaggia Murtas Nord | Foto R. Amelotti Spiaggia Murtas Nord | Foto R. Amelotti

Abbiamo attraversato una strana estate che ha provato a vestirsi di normalità. La voglia di vacanze e di spensieratezza si è scontrata insistentemente con il livello di attenzione sempre alto nei confronti del rischio invisibile di contagio a causa del virus.

Così, tra gite fuori porta, passeggiate in Appennino e pic nic nella natura, è arrivata la data della partenza per le vacanze estive prenotate quando l'emergenza sanitaria era una notizia letta con disattenzione sulla pagina della cronaca estera di un quotidiano...

Che fare, quindi?

La meta scelta è italiana, un'isola, raggiungibile in nave o in aereo. E con gli assembramenti, come la mettiamo? Con qualche precauzione in più in valigia e un po' di buonsenso, una sera di luglio mi imbarco, destinazione Porto Torres.

Il paradiso all'improvviso

L'alba che illumina il Golfo dell'Asinara è un rimedio portentoso soprattutto per lo spirito: ora sono in vacanza!

Non mi resta che raggiungere Castiadas, nel Sud Sardegna, e il Bed & breakfast che ho scelto per la villeggiatura: una fresca casa ristrutturata secondo i canoni della bioedilizia immersa tra gli eucalipti e la macchia mediterranea.

Nella regione geografica del Sarrabus è la natura che la fa da padrona: la costa svela un susseguirsi di scenari di sabbia bianca e abbaglianti sfumature di turchese del mare, mentre la campagna ospita gruccioni, upupe, volpi impavide che non esitano a farsi avvistare.

L'ampiezza delle spiagge consente di rilassarsi in totale tranquillità: il rispetto delle distanze di sicurezza è garantito e le ansie legate ai rischi sanitari possono finalmente allentarsi.

E' poco più a Nord che incontro il SIC Stagni di Murtas e s'Acqua Durci (Sito di Interesse Comunitario ITB010017) che, con un'estensione di 745 ettari, comprende la fascia costiera sud orientale della Sardegna sita nel Comune di Villaputzu presso la foce del Rio Quirra, dal promontorio di Torre Murtas fino a Capo San Lorenzo.

La piana di Quirra dà luogo a un'ampia fascia sabbiosa lunga circa 8 chilometri, lungo la quale sono ben sviluppate le dune, ricoperte dalla tipica vegetazione delle sabbie: specie vegetali (dette psammofile da ψάμμος psammos = sabbia) che si sono adattate a vivere in ambienti estremi per la presenza della salsedine, per l'irraggiamento solare, per l'azione costante dei venti e per la scarsità di acqua dovuta all'elevato potere drenante della sabbia.

Le specie vegetali delle dune variano man mano che ci si allontana dalla linea di riva dove è maggiore l'effetto dell'aerosol marino, della salsedine e del vento che diminuisce procedendo verso l'entroterra; la quantità di nutrienti e di umidità nel suolo hanno invece un andamento opposto.

La formazione delle dune costiere si innesca con l'accumulo, per azione del vento, delle particelle di sabbia intrappolate nella vegetazione della spiaggia emersa: la stabilizzazione di queste dune embrionali e la formazione del cordone dunale avviene grazie all'azione degli apparati radicali della vegetazione.

In questo modo la duna si consolida in completa sinergia con le specie che la colonizzano e, creando una barriera contro i venti e la salsedine, getta le basi per lo sviluppo degli ecosistemi retrodunali.

Ecco perché, per la salvaguardia delle dune costiere, è meglio evitare di stendere asciugamani e appoggiare borse sulla vegetazione.

Come le piante crescono in un ambiente complicato

E' l'adattamento fisiologico e morfologico che consente loro di nascere nella sabbia e sopravvive in condizioni apparentemente insostenibili.

Si sono adattate a vivere in ambienti aridi, ma non salati: occupano un livello più elevato rispetto a quello dell'alta marea per evitare di essere sommerse dalle onde.

Hanno apparati radicali molto estesi sia per meglio ancorarsi al substrato sabbioso instabile e resistere alla trazione meccanica operata dal vento che per raggiungere in profondità l'acqua dolce.

Sono piante in genere basse con portamento prostrato o a cuscinetto per opporre la minima resistenza ai moti eolici delle coste.

Le foglie di color glauco per evitare il surriscaldamento provocato dalle radiazioni solari sono succulente per trattenere una riserva d'acqua oppure rivestite da una sottile peluria o da spine per limitare l'eccessiva traspirazione. Presentano cuticole inspessite per contrastare l'effetto smeriglio provocato dai cristalli di sale trasportati dal vento.

Talvolta i loro fiori presentano una conformazione tale da costituire un riparo per gli insetti che vi si posano agevolando così l'impollinazione.

Spesso concentrano il loro periodo vegetativo tra l'inverno e la tarda primavera quando le giornate sono meno torride e le piogge più frequenti.

Si tratta di specie che hanno affinato la loro capacità di svilupparsi in questi ambienti così particolari: difficilmente sarebbero in grado di sopravvivere in condizioni ambientali differenti.

L'assenza di insediamenti turistici

Nel territorio del SIC non sono presenti insediamenti turistici in quanto esso ricade, in buona parte, entro i confini del Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze del Salto di Quirra attivo dal 1956. Sulla base di uno studio che ha accertato l'insussistenza di fattori di rischio per la salute dei fruitori, nel 2013, è stato siglato un accordo tra il Ministero della Difesa, l'Aeronautica Militare e il Comune di Villaputzu, che consente ai residenti e ai turisti, nel periodo estivo di ogni anno, il libero accesso alla spiaggia.

Il paesaggio è davvero selvaggio: la spiaggia costituita da sassolini levigati di grana mista e l'acqua limpidissima la rendono una delle più belle spiagge della Sardegna.

Oltre agli aspetti vegetazionali delle dune, nell'area sono presenti ambienti umidi frequentati da numerose specie avifaunistiche di interesse comunitario legate agli ambienti acquatici.

Nonostante i dibattuti effetti sulla salute dei residenti, la presenza del Poligono ha in un certo senso contribuito a preservare la naturalità del territorio evitando l'urbanizzazione dell'area. Mi auguro che in un prossimo futuro, sia completata la bonifica dell'area e, perché no, riconvertita a scopi civili nel pieno rispetto di questo paradiso naturale che è la spiaggia di Murtas!

 

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