Si tratta di un evento mai successo prima nel Parco nazionale del Gran Paradiso: un'aquila che nidifica su pareti rocciose a quasi tremila metri di altitudine. Tra le prime ipotesi c'è il gran caldo di questo periodo che ha portato in quota anche molti escursionisti e dunque anche un maggior rumore e viavai, che potrebbe aver disturbato l'animale, specie dopo la pace e il silenzio prolungato del lockdown. Ma anche lo spostamento di molte potenziali prede, che negli ultimi vent'anni hanno gradualmente traslocato a quote più alte, per il clima e per poter sfruttare pascoli di erba migliore. Ad esempio gli stambecchi. Le coppie di aquile monitorate nel Gran Paradiso sono oggi una ventina, costantemente sorvegliate per valutare freqenza e posizionamento dei siti di nidificazione e, di conseguenza, tassi di mortalità e relativi pericoli.