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Il ritrovamento del lupo morto a Oulx

Chi ha ritrovato la giovane femmina di lupo a Olux si è comportato correttamente: ha chiamato subito l'ente parco e da lì è scattato l'intervento del guardiaparco e dei Carabinieri Forestali con il veterinario Asl che ha permesso di recuperarla e trasportarla a Grugliasco dove, nei prossimi giorni la necroscopia, le radiografie, gli esami genetici e gli esami tossicologici ci diranno tutto delle sue ultime ore di vita.

Venerdì, 17 Gennaio 2020

Martedì 14 gennaio 2020 gli operai al lavoro lungo la ferrovia di Oulx hanno notato un lupo morto. È un fatto normale, per chi viaggia al mattino presto o per chi lavora lungo le infrastrutture, imbattersi nelle carcasse delle vittime del traffico notturno. Volpi, tassi, cervi, caprioli, cinghiali, alle volte rapaci notturni, alle volte animali domestici d'affezione, cani e gatti, altre volte perfino animali da reddito mal custoditi, come pecore, capre, vitelli.

Arrivata la telefonata ai Parchi Alpi Cozie, un guardiaparco si è recato sul posto, dopo aver allertato il veterinario Asl che deve formulare una prima ipotesi sulla causa della morte e autorizzare il trasporto all'Istituto Zooprofilattico di Torino o al Dipartimento di Scienze Veterinarie di Grugliasco per eseguire la necroscopia. Il lupo è una specie particolarmente protetta e l'ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie è partner del progetto europeo LIFE WolfAlps EU; fuori dai confini del parco vengono coinvolti i colleghi carabinieri forestali e gli agenti della Città Metropolitana di Torino, competenti per territorio.

L'animale era distante dai binari, qualcuno lo aveva già spostato. Bocca aperta e denti digrignati: è una vista spiacevole. La carcassa sembra integra. In realtà, una volta girata, ha uno squarcio, ancora emorragico, quasi circolare. Potrebbe essere stato il foro di uscita del proiettile ma anche una parte metallica del treno che può aver infilzato l'animale, provocandone la morte per dissanguamento, perché risulta recisa l'arteria femorale. A pochi metri c'è un'altra carcassa, quella di un cervo adulto, consumato. Forse era il pasto che ha attirato il lupo, troppo concentrato per accorgersi dell'arrivo del treno. Forse era stato investito a sua volta la notte prima. Forse era stato volutamente lasciato lì come esca...

Quando intervengono le guardie, si cristallizza tutto quello che si vede e ogni dettaglio, prima di qualunque spostamento, viene registrato, fotografato, annotato. In casi di incidenti umani, a nessuno verrebbe in mente di scattare foto alla vittima da diffondere su internet o di toccare qualcosa prima che vengano fatti i rilievi.

Con gli animali selvatici purtroppo non è così. Càpita che per la fretta di voler dare una notizia si buttino online foto, luoghi, nomi, senza in realtà sapere esattamente di cosa si sta parlando perché si vuole attirare l'attenzione o creare un clima di allarme, pericolo o, peggio ancora e fatto gravissimo, si vuole impedire il lavoro della autorità giudiziaria. Càpita che per curiosità si prendano, spostino, girino e rigirino gli animali, confondendo le tracce e complicando la ricerca della verità per chi arriva poi con un compito istituzionale.
Succedono anche i furti... "sottrazione di cadavere" ... macabri trofei, illegali, nelle case di qualcuno.

Per il lupo di Oulx, una giovane femmina forse del branco stabile del Gran Bosco, l'intervento è stato quasi perfetto: chi l'ha vista ha chiamato subito l'ente parco e da lì l'intervento del guardiaparco e dei Carabinieri Forestali con il veterinario Asl ha permesso di recuperarla e trasportarla a Grugliasco dove nei prossimi giorni la necroscopia, le radiografie, gli esami genetici e gli esami tossicologici ci diranno tutto delle sue ultime ore di vita. Ma chi era veramente, qualche sua immagine da viva, come mai si trovava lì, quando era nata e chi erano i suoi fratelli, solo le Aree Protette delle Alpi Cozie, grazie al partenariato con le Aree Protette Alpi Marittime, con i veterinari dell'ASLTO3, con la Città Metropolitana di Torino e con i carabinieri forestali coinvolti nel Progetto Lifewolfalps.eu, ce lo potranno dire, una volta confrontata la sua genetica con l'archivio raccolto in tanti anni di lavoro sul campo.

Leggi tutta la cronaca del ritrovamento qui

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