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Lotta biologica alla piralide del bosso

Sperimentazione nel Parco naturale Alpi Marittime. 

Giovedì, 5 Settembre 2019

L'Ente su incarico della Regione, con il DISAFA e il DIBIOS dell'Università di Torino, dal 2018, ha avviato dei trattamenti con il Bacillus thuringiensis. Una sperimentazione che viene svolta su una selezione di zone con presenza di bosso spontaneo nel tentativo di salvare la pianta dalle tenaci mandibole del bruco di questa "nuova" farfalla.

La piralide (Cydalima perspectalis) è una farfalla i cui bruchi divorano foglie e corteccia dell'arbusto. Introdotta accidentalmente in Germania nel 2006, a seguito d'importazioni di piantine dalla Cina, si è diffusa in tutta Europa. Nel 2012 l'insetto è giunto nel nord Piemonte e poi nelle province di Asti e Torino territori nei quali ha cominciato a defogliare le siepi di parchi e giardini.
Nella Granda, la piralide, è presente da alcuni anni. "È in espansione e la sua presenza in valle Tanaro sta portando a rischio estinzione il bosso spontaneo, gravi sono i danni in valle Grana, colpiti anche gli arbusti di altre valli tra cui la Vermenagna", dice Bruno Gallino tecnico della conservazione ambientale delle Aree Protette Alpi Marittime.

Al momento non sono noti competitori naturali efficaci di Cydalima perspectalis e quindi il Piemonte ha deciso di provare a contrastarla con il batterio Bacillus thuringiensis var. kurstaki.
Con la collaborazione delle squadre Aib territoriali le Aree Protette Alpi Marittime stanno facendo i trattamenti nelle valli Grana, Vermenagna e Tanaro spruzzando il bacillo sui bossi, con l'ausilio di pompe usate per gli incendi boschivi.

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