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Il sole in laboratorio

  • Claudia Bordese
  • giugno 2012
  • Lunedì, 4 Giugno 2012

Mute, immobili, decisamente poco interattive, le piante non stimolano certo la nostra curiosità quanto gli animali. Eppure sono le depositarie del segreto dell'energia pulita, la fotosintesi, processo biochimico che da oltre 500 milioni di anni ha affrancato il pianeta verde dalla necessità di muoversi alla ricerca di cibo. Acqua e anidride carbonica, con il prezioso intervento della luce solare e della clorofilla, si trasformano nella foglia in zuccheri, con l'ossigeno quale unico prodotto di scarto. Non è magia, è chimica, ed è per questo che da alcuni anni scienziati di tutto il mondo hanno iniziato a concentrare studi e ricerche verso la realizzazione di una foglia artificiale. Il processo fotosintetico – forse il più importante nell'ottica dello sviluppo e del mantenimento della vita sulla Terra – si divide in due fasi: la fase luminosa e la fase oscura. Nella prima l'energia del sole eccita gli elettroni della clorofilla – il pigmento responsabile tra l'altro della colorazione verde delle piante -, fornendo loro l'energia necessaria a rompere la molecola dell'acqua liberando ossigeno e idrogeno. Nella fase oscura, l'idrogeno così liberato viene utilizzato per trasformare l'anidride carbonica in glucosio, zucchero elementare, costituente principale della maggior parte dei polisaccaridi: amido e cellulosa non sono che lunghe catene di glucosio. Nonostante l'indubbio fascino esercitato dall'idea di poter produrre a volontà quantitativi di zucchero e pertanto di biomasse, partendo unicamente da acqua e anidride carbonica, è sulla prima fase, quella luminosa, che gli studiosi stanno concentrando le loro ricerche. Questo perché la possibilità di poter produrre facilmente e a basso costo idrogeno dall'acqua apre prospettive incredibili nel campo delle energie alternative, giacché l'idrogeno rappresenta il combustibile ideale, sicuro e pulito, e la fonte energetica necessaria per produrlo – il sole – irradia il pianeta con una quantità di energia all'ora confrontabile con quella consumata nel mondo in un anno. Tra i più impegnati nel campo della ricerca mirata alla fotosintesi artificiale è il britannico James Barber, biochimico presso l'Imperial College di Londra e, dallo scorso anno, alla direzione del Biosolar Lab, nuovo centro di ricerca avviato dal Politecnico di Torino presso la sede di Alessandria, e dedicato proprio al progetto di realizzazione della foglia artificiale. E' una sfida ambiziosa, che potrà rivoluzionare l'idea stessa di fonti energetiche, e che proprio per questo richiede l'impegno e il sostegno finanziario delle istituzioni, oltre alla irrinunciabile collaborazione tra saperi differenti, dalla chimica all'ingegneria, dalla biologia alla fisica. E alla fine ci sarà davvero più verde per tutti.

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