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  • dicembre 2011
  • Lunedì, 5 Dicembre 2011


La connettività ecologica, ovvero la possibilità per i membri di una medesima specie ma anche di specie differenti ma ecologicamente correlate, di muoversi, incontrarsi e interagire, è un elemento fondamentale per il mantenimento della biodiversità. Se vi sembra tremendo trascorrere un giorno senza riuscire a connettervi e chiacchierare in rete con gli amici, provate a mettervi nei panni di chi si vede negato il collegamento con le fonti di cibo, i potenziali partner, il nucleo familiare. È proprio per conoscere il livello di connettività ecologica nell'arco alpino, una delle regioni europee più ricche di biodiversità e allo stesso tempo più popolate, che tre anni fa è stato avviato il progetto ECONNECT, finanziato dal Programma Alpine Space e dal Fondo di Sviluppo Regionale dell'Unione Europea e conclusosi lo scorso ottobre. Sei le nazioni alpine radunate sotto il programma di ricerca - Austria, Francia, Svizzera, Italia, Germania, Slovenia - che hanno partecipato per il tramite di università e istituti di ricerca e, per l'Italia, del Ministero dell'Ambiente, della European Academy di Bolzano, del WWF Italia, del Parco Naturale Alpi Marittime e della Regione Autonoma Valle d'Aosta. La presenza lungo tutto l'arco alpino di parchi e aree protette non è infatti una garanzia sufficiente di tutela per le specie, giacché sovente queste zone non sono sufficientemente ampie per consentire una corretta alimentazione e riproduzione degli individui, e sono inoltre intercalate ad aree pesantemente antropizzate, attraversate da autostrade, dighe, ferrovie, che rappresentano barriere insormontabili per molte specie. Grazie all'osservazione di alcuni "indicatori" - lupo, orso bruno, la lince eurasiatica, grifoni, cervi e gallo forcello – i ricercatori del progetto ECONNECT hanno individuato i principali habitat e corridoi ecologici alpini, nonché le barriere che li minacciano. Si è così scoperto che molti di questi, fondamentali per le specie in esame, non rientrano nelle aree protette, ma che è possibile monitorarli tramite un innovativo strumento informatico, la piattaforma JECAMI - frutto del progetto ECONNECT - che permetterà di visualizzare rotte e corridoi migratori per poterne tenere conto nei progetti di pianificazione territoriale. Grazie a queste ricerche, nel Parco delle Alpi Marittime è stata migliorata la visibilità dei cavi di impianti di risalita e funivie per renderli individuabili dagli uccelli in transito, ed è stato inoltre possibile bloccare piani di intervento sul territorio potendo dimostrare che andavano a bloccare preziose vie di transito della fauna selvatica. ECONNECT ha dimostrato che la connettività ecologica dell'arco alpino va mantenuta e migliorata con una mirata gestione del territorio e con la sensibilizzazione dei responsabili politici e territoriali, ma anche abbattendo le invisibili barriere culturali alzate da una mancata legislazione comune.

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