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Segni nella Roccia

  • Claudia Bordese
  • novembre 2012
  • Mercoledì, 7 Novembre 2012

Durante quella che gli studiosi chiamano l'Età del Bronzo e datano intorno al 2200-900 a.C., la temperatura sulle Alpi era particolarmente mite, e favorì migrazioni e insediamenti ad alte quote, in luoghi che grazie all'altitudine vivibile concedevano anche la facilità di difesa dell'insediamento. Le incisioni rupestri – tracce umane scavate nelle rocce – testimoniano la presenza umana sulle nostre montagne, e quelle del monte Roccere (1831 m) in Valle Maira nel comune di Roccabruna rappresentano un perfetto esempio di insediamento preistorico d'altura, unico nel suo genere in Europa. Caratteristiche del sito sono le coppelle, incisioni a coppa di pochi centimetri di diametro (da meno di 1 a circa 10) scavate nella roccia, o meglio abrase nella pietra grazie al movimento circolare impresso con una punta di quarzo, con un lavoro lento e costante che poteva richiedere anche diverse ore di lavoro. Nel sito del monte Roccere se ne contano circa 5000, scoperte nel 1991 dall'attento e curioso lavoro di ricerca di Riccardo Baldi, e da allora arricchite di informazioni grazie all'intervento di geologi, naturalisti e anche semplici appassionati. La scelta della località in cui fondare l'insediamento fu probabilmente dettata oltre che dalle possibilità di controllare le vallate circostanti e quindi favorire la difesa della popolazione, anche dalla presenza di una preziosa sorgente d'acqua, tuttora attiva all'interno di un'ampia grotta – la Balma Scura – che probabilmente costituiva l'abitazione del Re o dello Sciamano, comunque del personaggio più importante dell'insediamento. All'esterno si individua infatti il trono, una roccia imponente modellata a regale seduta e sovrastata da un simbolo a trapezio rovesciato – una corona? Un identico simbolo si ritrova nella più mirabile delle composizioni di coppelle del Roccere, l'antropomorfo, incisione rupestre unica nel panorama preistorico europeo. In essa la sequenza di una trentina di coppelle disegna una figura chiaramente umana, non statica bensì "mossa" dalla postura delle gambe e di un braccio levato verso alto. La testa sormontata dall'unica incisione non a coppa bensì a trapezio rovesciato, evidenzia l'importanza "regale" del personaggio raffigurato. A questo preziosissimo reperto si sommano centinaia e centinaia di altre coppelle isolate, riunite a croce, a triangolo, ad arco, a volte connesse le une alle altre da un breve canalino. Forse le prime avevano una funzione nella lettura dei segni celesti, giacché piene d'acqua riflettevano la volta stellata e ne permettevano l'interpretazione astrologica. Le coppelle unite da un canalino si presume invece fossero legate a riti iniziatici e propiziatori, favorendo lo scorrimento e la raccolta del sangue della vittima sacrificale. Il più importante sito di arte rupestre del Piemonte, e uno dei più mirabili d'Europa, è a poche ore di camminata nel comune di Roccabruna, un incredibile patrimonio storico che la ricerca di studiosi e appassionati continua a svelare.

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