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Biodiversità in laguna

Una ricerca dell'Università di Padova mostra come le vegetazioni delle paludi, al pari dei coralli, intervengano sul proprio substrato per favorire le condizioni di sopravvivenza

E' noto che i cambiamenti climatici porteranno nei decenni a venire un probabile innalzamento del livello dei mari, sia che tali cambiamenti siano la conseguenza dei naturali cicli caldo-freddo che da sempre si alternano sul pianeta, sia che rappresentino la risultanza della brusca accelerata impartita a tali cicli dalle attività dell'uomo.

Le piante delle paludi e delle lagune costiere, i primi ecosistemi che dovranno affrontare le trasformazioni conseguenti a un innalzamento del livello dell'acqua, non stanno inermi ad aspettare. Per quanto a noi possano sembrare mera tappezzeria di un ambiente ben poco movimentato, le ricerche di Cristina Da Lio e Andrea D'Alpaos dell'Università di Padova coordinate da Marco Marani della Duke University di Durham, hanno evidenziato una loro dinamica attività mirata a intervenire sull'ambiente, per renderlo più idoneo e aumentare le probabilità di sopravvivenza della specie. Per lungo tempo si è ritenuto che la distribuzione della vegetazione in una palude, a differenti altezze rispetto al fondale, non fosse altro che un adattamento passivo all'ambiente, dettato dalla preferenza per le condizioni di aerazione del suolo e di salinità che meglio soddisfano le necessità delle diverse specie. Questa ricerca ha però evidenziato un'interazione a doppio senso tra la vegetazione e il paesaggio, con la prima che è in grado di regolare con precisione la propria altezza rispetto al fondale, producendo quantità differenti di suolo organico e intrappolando e accumulando diverse quantità di sedimenti inorganici. In pratica le piante di palude e laguna sono in grado di intervenire sul proprio substrato per favorire le condizioni di sopravvivenza, analogamente a quanto fanno i coralli tra gli animali.

La ricerca, eseguita sulla flora intertidale della laguna veneziana, è stata condotta con l'ausilio di tecnologia GPS applicata a un sofisticato teodolite elettronico, che ha permesso di effettuare rilevamenti topografici delle altezze e delle distribuzioni delle specie vegetali con uno scarto nella misurazione di meno di un millimetro. Ciò ha permesso di rilevare disparità minime che non erano mai state notate prima. Le differenze nella capacità di costruire substrato tra le diverse specie sono generalmente ridotte, ma permettono a ogni specie di stabilizzare il suolo su differenti livelli o strati all'interno della laguna. Sovente il suolo viene innalzato al di sopra dell'altezza necessaria per massimizzare la produttività, e questo per compensare variabili esterne non controllabili quali la disponibilità di sedimento o appunto l'aumento nel livello del mare. Praticamente le piante si bilanciano cercando l'equilibrio tra massima produttività e stabilità a lungo termine, e maggiore è la biodiversità della palude o laguna, maggiore sarà la variabilità del suolo e quindi la capacità dell'ecosistema di affrontare e superare improvvisi cambiamenti ambientali.

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