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La Cortusa di Mattioli

Le montagne (e le aree protette piemontesi) ospitano una flora varia e preziosa . Molte di queste piante sono ignote al grande pubblico

  • Aldo Molino
  • 15 ottobre
  • Mercoledì, 15 Ottobre 2014
Corthusa mattioli Aldo Molino Corthusa mattioli Aldo Molino

Escursionisti bardati di zaini tecnologici procedono spediti a testa bassa verso l'alto ansiosi di raggiungere la cima, altri che si trascinano svogliati cercando invano un senso al loro andare, dinamici sportivi che misurano le proprie capacità performanti fasciati in tute spaziali, accumunati tutti apparentemente dalla fretta . Passi veloci nella natura, quasi avendone paura. A due metri da questo via-vai, celata alla vista da un cespuglio di salice una minuscola piantina dai bei fiori lilla, fortunamente sfugge, nell'indifferenza generale all'attenzione.
Siamo in Val Troncea nel cuore delle Alpi Cozie e la piantina in oggetto è la Corthusa mattioli. Una primulacea, rara, rarissima secondo alcuni testi, in via di estinzione e quindi superprotetta. In Piemonte ne esistono solo pochissime stazioni e questa di Pragelato, segnalata solo di recente, è una delle più floride. Che la Cortusa sia una piantina poco nota e poco abbondante lo dimostra il fatto che non abbia uno specifico nome dialettale e soprattutto che non se ne conoscano usi popolari. Secondo i botanici, la Cortusa sarebbe molto antica, un relitto della flora tardo terziaria sopravissuta alle glaciazioni in limitate aree rifugio. In ciò è molto simile ad un'altra entità botanica analoga, la Petagna gussonei, endemismo terziario dei monti Nebrodi in Sicilia con la quale condivide una vaga somiglianza e un ambiente quasi omologo. Cortusa è pianta perenne che vegeta in luoghi umidi e freschi dal piano sub-montano a quello alpino (700-2000 m) in compagnia di rododendri, aquilegie e clematidi ed è indifferente al tipo di sub-strato su cui crescere. E' presente, ma ovunque rara, in rutta la catena alpina, nei Carpazi e con sottospecie sulle montagne dell'Asia Centrale.
Unica specie rappresentante della famiglia, ha foglie grandi pentalobate e uno scapo florale lungo 20-30 cm con una ombrella di fiori (da 5 a 15 ) di un bel colore rosato e dalla forma caratteristica.
Il nome scientifico attribuitogli da Linneo, richiama due importanti precursori della botanica scientifica : Jacopo Antonio Cortusi, gran ricercatore di piante rare che per primo individuò in Italia la nuova pianticella comunicandone la scoperta a Pier Andrea Mattioli, medico, botanico ed umanista senese suo contemporaneo.
La raccomandazione è ovviamente quella di non danneggiare uscendo dai sentieri battuti gli ambienti e i luoghi nella quale cresce.

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