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Il vischio che tutti i mali risana…

Il rimedio per ciò che va "oltre"...

  • Loredana Matonti
  • gennaio 2017
  • Giovedì, 19 Gennaio 2017
bacche  e rametti di vischio Foto L. Matonti bacche e rametti di vischio Foto L. Matonti

Oltre il limite...potrebbe essere questo l'emblema della causa dei malesseri che affliggono la società moderna...tra i quali la pressione alta, uno dei disturbi più comuni delo stile di vita moderno.

Già Teofrasto nel IV secolo a.C. ne descriveva l'utilizzo per questo e per epilessia, tumori, itterizia, gotta, vermi, convulsioni e paralisi. Plinio (I secolo d. C), il noto naturalista romano, lo chiamava addirittura il "risanatore di tutti i mali" e nella sua Historia naturalis così annota: «Occorre non dimenticare l'ammirazione dei galli per il vischio. I druidi lo colgono sulla quercia all'inizio della luna, senza usare arnesi di ferro e senza che tocchi terra; credono che guarisca l'epilessia, faccia concepire le donne che ne portano addosso e che, masticato e applicato sulle ulcere, le guarisca completamente».
In tempi più moderni, ancora in certe regioni italiane le donne sterili mangiavano alcune foglie di vischio nella speranza di avere figli.

Il nome del genere "Viscum" è di origine latina, con significato di "viscidus" o "viscosus", per il succo appiccicoso contenuto dalle bacche. Altri autori fanno risalire il nome del genere alla civiltà celtica con il significato di "arbusto", di cui veneravano specialmente quello che parassitava la quercia. L'epiteto specifico "album" è riferito al colore bianco delle bacche.

Proprietà
Diuretiche, antigottose, antispasmodiche, antiepilettiche, ipotensive, vasodilatatrici, immunostimolanti (aspecifiche nel trattamento dei tumori).
Attenzione: dato che è moderatamente tossico è sconsigliato l'uso casalingo; è quindi da usarsi solo sotto controllo medico e di un esperto.

Raccolta e preparazione
Foglie, rami e bacche si raccolgono da metà novembre a dicembre.

Composizione chimica
I principi attivi, contenuti in rami e foglie, sono glucosidi (viscalbina e visciflavina), saponine, resine, colina, proprionilcolina, quercitine e mucillagini.
Contiene varie sostanze farmacologicamente attive come polisaccaridi, fenilpropani, lignani, lectine e "viscotossine", acidi grassi, come acidi linoleico, palmitico ed oleico, sali di calcio, potassio, magnesio, vitamina C.
Gli alcaloidi isolati dal Vischio come la viscalbina, sembrano correlati a quelli riscontrati nelle piante-ospiti. Poiché i composti attivi sembrano essere concentrati all'interno del Vischio, si possono utilizzare differenti alberi-ospiti, che forniscono differenti costituenti chimici, per le diverse azioni fitoterapeutiche. Inoltre, le proteine/lectine sono presenti solamente negli estratti acquosi, e ciò sta ad indicare che l'attività fìtoterapeutica può differire tra estratti acquosi ed idroalcolici (tinture). Gli estratti idroalcolici sembrano molto meno tossici.

Impiego
Il vischio riesce ad essere efficace contro l'ipertensione arteriosa perché è in grado di migliorare l'irrorazione sanguigna a livello cerebrale e cardiaco e inoltre aumenta la diuresi.
L'azione è dovuta a un meccanismo che provoca vasodilatazione a livello delle arteriole e dei capillari. Somministrando le dosi corrette, la pressione vascolare diminuisce e contemporaneamente si verifica un aumento della diuresi con eliminazione di urea. Per questi motivi viene utilizzato anche nelle nefriti croniche, nell'albuminuria e nella gotta.

E' considerato quindi un rimedio contro l'arteriosclerosi, perché riesce ad arginare la formazione delle placche arterosclerotiche, le quali possono restringere o ostruire le arterie. Ecco perché questa pianta è indicata per la prevenzione nei casi di soggetti che hanno avuto delle trombosi o delle embolie cerebrali.
Ha anche un'azione sedativa, perché riduce il battito cardiaco e calma le palpitazioni e il nervosismo.
Può essere utilizzato inoltre per la cura dell'asma, nella pertosse, per alcuni disturbi della menopausa, nell'emicrania.
Il vischio ha anche un potere emostatico, difatti il suo uso è raccomandato anche in caso di irregolarità del ciclo o se si è soggetti a mestruazioni abbondanti o ad emorragie uterine. Può essere considerato un'ottima soluzione per rendere meno acuti i dolori reumatici e agisce come antinfiammatorio nei casi di sciatica.

Decisamente interessanti e di attualità le sue presunte o accertate proprietà antitumorali. In effetti il vischio contiene delle proteine che hanno degli effetti immunostimolanti e pertanto capaci di contrastare le cellule tumorali, inibendone la proliferazione.

L'introduzione del Viscum come terapia antineoplastica risale agli anni 1920-24, in base all'indicazione di Rudolf Steiner, che per primo consigliò l'uso di questa pianta pur nota dall'antichità con tutt'altre prerogative e altri usi terapeutici. Per Steiner il vischio, che cresce nell'aria e nella luce, lontano dalla terra, porta in sé forze di luce e di calore, forze opposte ai processi di indurimento, di freddo e di materializzazione che sono "l'humus" preferenziale del tumore.
Grazie alla collaborazione con la dottoressa Ita Wegman si arrivò in breve all'applicazione del rimedio. La medicina antroposofica, da loro nata, non rinnega le acquisizioni della scienza medica; solo ritiene che il metodo scientifico empirico, sicuramente adatto allo studio della materia inanimata, non basti a spiegare una realtà come l'uomo, dotato di un'anima e di uno spirito individuale.
Per Steiner l'evento tumore avviene come conseguenza di uno squilibrio nelle connessioni tra le parti costitutive dell'uomo: il corpo vitale (forze vegetative) e il corpo fisico (l'uomo minerale, biochimico) tra loro e in relazione all'uomo superiore (anima e organizzazione dell'io o spirito).

Con altra terminologia, oggi si parla di uno squilibrio fra stimolo alla replicazione cellulare e capacità differenziative, tra crescita anarchica e riproduzione che rispetti la forma e l'unicità dell'individuo tutto: un lavoro chimico-fisico che viene, si può dire, a mancare di senso, e quindi di individualità.
La ricerca scientifica ha confermato che la pianta avrebbe degli effetti da non sottovalutare in alcuni tipi di tumore in particolare, come quello polmonare, del pancreas, del colon-retto, mammario e cervicale.

L'obbiettivo della terapia col vischio include anche il miglioramento dei sintomi della chemioterapia e della radioterapia ed un miglioramento della qualità della vita.

Le proprietà anti-tumorali, immunomodulanti e antinfiammatorie del vischio quindi offrono interessanti prospettive di trattamento per i pazienti anche con problemi dermatologici, odontostomatologici o allergici.

 

PREPARAZIONI

Uso interno
Generalmente l'infuso delle foglie e bacche, sempre raccolte in inverno, è utilizzato come diuretico, per il cuore, per le oscillazioni della pressione, in particolare per l'ipertensione, mentre quello di rametti e foglie fresche per l'epilessia e le crisi isteriche e anche per i dolori mestruali.
E' anche utilizzato il macerato in vino, chiamato "vino di vischio", indicato per pressione alta, arteriosclerosi, espulsione di sangue con la tosse (emottisi), convulsioni, disturbi della circolazione.

Vino medicato di vischio
Si fanno macerare un pugno di bacche e foglie in vino per 10 giorni e se ne bevono 4 bicchierini al giorno.

Oppure si mettono a macerare 30 g di foglie e rametti essiccati in un litro di vino bianco secco, per venti giorni, dopo si filtra.

Uso esterno
Il decotto per uso esterno si usa sia in caso di leucorrea facendo delle irrigazioni vaginali e sia per i geloni con pediluvi e maniluvi.

 

Sitografia:

http://www.scienzaeconoscenza.it/prodotti/scienza-e-conoscenza-n-46-rivista

 

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