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Natura 2000 tra conservazione della biodiversità e attività umane

La Zona di Protezione Speciale (ZPS) "Fiume Po- tratto vercellese alessandrino" come vetrina di buone pratiche tra conservazione della natura e attività umane

  • Francesca Ferranti
  • Marzo 2020
  • Domenica, 24 Maggio 2020
Airone cenerino in risaia | Foto Pixabay Airone cenerino in risaia | Foto Pixabay

Cominciamo dall'inizio, e con lo spiegare che Natura 2000 è la rete di siti sottoposti a regime di conservazione naturale istituita a livello europeo ai sensi delle Direttive comunitarie Habitat e Uccelli (rispettivamente la Direttiva 92/43/CEE e la Direttiva 2009/147/CE). Si compone di tre tipologie di aree: i SIC (Siti di Interesse Comunitario) che vengono identificati per la presenza delle specie e degli habitat protetti dalla Direttiva Habitat, le ZSC (Zone Speciali di Conservazione) in cui i SIC vengono successivamente designati e le ZPS (Zone di Protezione Speciale) istituite per la presenza delle specie protette dalla Direttiva Uccelli. La Rete Natura 2000 copre approssimativamente il 19% del territorio italiano e il 4% delle zone marine che competono al nostro Stato. Nella nostra Regione, la Rete Natura 2000 include quasi il 16% del territorio e le aree in essa incluse spaziano da ambienti boschivi a zone montane e da laghi a zone fluviali. Anche una porzione di aree agricole e alcune zone maggiormente antropizzate sono rappresentate nella porzione piemontese della Rete Natura 2000, il che pone a confronto il paradigma europeo di conservazione della natura con lo svolgimento di attività umane radicate sul territorio.

Sviluppo sostenibile e Natura 2000

Una delle maggiori peculiarità del regime di protezione della Rete Natura 2000 è l'applicazione del concetto di sviluppo sostenibile, ovvero uno sviluppo che concilia aspetti legati all'economia, all'ambiente e alla società. All'interno delle aree Natura 2000, le attività umane non sono di per sé vietate o limitate, soprattutto se non impattano negativamente habitat e specie protetti. Piuttosto, in alcuni ambiti le attività umane tradizionali che da sempre hanno contribuito a creare e mantenere determinati habitat (come ad esempio la pastorizia che mantiene le radure) sono incentivate. Anche per via del suo basso impatto in termini di prescrizioni e restrizioni, la Rete Natura 2000 non è molto conosciuta dagli attori del territorio. Molti proprietari terrieri, agricoltori e gestori di attività turistiche non sono a conoscenza del fatto che il territorio in cui operano sia inserito nella Rete Natura 2000. In alcuni casi, però, attori economici lungimiranti e orientati anche al perseguimento di finalità ambientali fanno dell'appartenenza dei propri territori alle Rete Natura 2000 un'opportunità che permette loro di diversificare e spesso aumentare i propri ritorni economici.

Natura 2000 lungo il Fiume Po, nel tratto vercellese e alessandrino

Nella ZPS "Fiume Po- tratto vercellese alessandrino", un'area che si estende per circa 90 km lungo il Fiume Po e che al proprio interno comprende tre ZSC ("Isola di Santa Maria", "Ghiaia Grande" e "Confluenza Po-Sesia-Tanaro") e un SIC ("Sponde fluviali di Palazzolo vercellese"), l'interazione tra attività umane e conservazione della natura è da lungo tempo una realtà. La zona, infatti, si trova all'interno delle Aree Protette del Po Vercellese-Alessandrino ed è composta principalmente di aree esondabili per lo più occupate da coltivi e pioppeti. La coltivazione del riso è l'attività umana tradizionale per eccellenza, ma anche altre attività vengono svolte nella ZPS, quali l'estrazione di materiale inerte e la fruizione turistica. Quest'ultima ha una grande importanza, soprattutto considerando il fatto che la ZPS si colloca in una zona antropizzata ed è facilmente raggiungibile dai maggiori centri urbani del Nord Italia. Grazie al lavoro svolto dall'Ente parco che gestisce le Aree Protette e la stessa ZPS nella ricerca di una collaborazione con i gestori delle attività economiche che operano nella zona ed anche grazie alla presenza di aziende che si sono costituite come esempi virtuosi dell'integrazione fra obiettivi economici ed ambientali, la ZPS si identifica come una vera vetrina di buone pratiche nella gestione di attività umane all'interno di aree Natura 2000.

L'estrazione di materiale litoide

Un esempio eloquente di queste buone pratiche è rappresentato dall'operato delle aziende che si dedicano all'estrazione di materiale litoide. Queste progettano insieme all'Ente parco e realizzano sostenendone i costi degli interventi di riqualificazione ambientale in cui l'estrazione del materiale diventa un mezzo per creare aree umide che rappresentano importanti hotspot di biodiversità. Questo è ad esempio ciò che stanno facendo l'azienda Allara nella Riserva Naturale Speciale di Ghiaia Grande localizzata nei dintorni di Pobietto (AL) e a Casale nel sito denominato "Cava di Allara" e l'azienda Nord Scavi a Brusaschetto Nuovo (AL). Le aziende interessate svolgono degli scavi che arrivano a scoprire la falda e con questi interventi vengono realizzati degli specchi d'acqua che hanno caratteristiche nettamente differenti dai classici laghi di cava. Questi, infatti, vengono pianificati in modo da riprodurre le caratteristiche di un'area umida naturale con sponde digradanti, geometrie meandriformi e diverse profondità dell'acqua che risultano essere sempre relativamente poco elevate (si aggirano intorno ai 3m). Queste condizioni permettono l'avvicinamento della fauna all'acqua e l'insediamento delle cenosi acquatiche, favorendo la formazione di un ecosistema strutturato. Per supportare la formazione di un ecosistema caratterizzato da specie autoctone, le aziende si impegnano a favorire la colonizzazione delle aree umide da parte di canneti e giuncheti trapiantando rizomi nei pressi degli specchi d'acqua. Inoltre, la zona circostante all'area umida viene imboschita con specie che formano boschi igrofili e mesofili (ad esempio farnie, cerri e frassini) e dove possibile vengono create radure e zone aperte, in modo da ricostituire le condizioni delle aree golenali dei tratti planiziali dei grandi fiumi. Uno degli aspetti più interessanti dello svolgimento di attività estrattive all'interno delle aree Natura 2000 situate nelle Aree Protette del Po Vercellese-Alessandrino riguarda la collaborazione tra enti pubblici e privati finalizzata ad ottenere obiettivi legati alla conservazione della natura. Entrambi gli enti percepiscono dei benefici da questa collaborazione. Da un lato, le aziende ricevono la concessione di effettuare degli scavi in un'area di cui detengono la proprietà ma che, essendo protetta poiché soggetta al piano d'area del Parco Regionale, sarebbe interessata dal divieto di svolgere interventi finalizzati unicamente all'estrazione di materiale litoide; il fine deve, infatti, essere quello di ricreare quell'ambiente naturaliforme obliterato nel corso degli anni dalle attività antropiche legate soprattutto all'agricoltura intensiva. Dall'altro, l'Ente parco persegue i propri obiettivi di conservazione della natura affidandosi ad investimenti privati ed ottenendo la cessione della proprietà della zona interessata dagli scavi una volta terminati i lavori di rinaturalizzazione.

Le aziende agricole

Le aziende agricole situate all'interno dei siti Natura 2000 e nei dintorni dell'area protetta sono tradizionalmente le custodi dei valori territoriali delle aree protette. Le aziende delle Aree Protette del Po Vercellese-Alessandrino non sono da meno e il loro ruolo è fondamentale nella gestione del territorio. Molte di queste possono considerarsi come importanti esempi di buone pratiche dello svolgimento di attività umane in aree protette. Tra queste aziende è importante citare quelle che si sono impegnate a produrre beni alimentari rispettando il codice della produzione biologica o integrata, come quella di Pitarresi Giuseppe localizzata a Roncaglia nel Comune di Casale Monferrato (AL) la quale produce miele biologico e quella di Andrea Vecco, situata a Grangia di Montarucco nel Comune di Trino (VC), la quale produce riso da agricoltura integrata e si impegna nel monitoraggio scientifico delle malattie del riso in collaborazione con l'Università di Torino e con ARPA Piemonte. Queste aziende hanno scelto di offrire prodotti genuini e che rispettano l'ambiente, anche a fronte delle parziali riduzioni nella produzione che conseguono alle loro scelte produttive. Inoltre, all'interno e nelle vicinanze delle Aree Protette del Po Vercellese-Alessandrino sono presenti aziende agricole che, oltre a produrre cibi biologici o provenienti da agricoltura integrata, hanno deciso di destinare parte delle superfici agricole di cui sono proprietari alla creazione di ambienti naturali che supportano la biodiversità. Alcune di queste aziende hanno messo a dimora filari e siepi che forniscono alimento, rifugio e un luogo dove riprodursi a molte specie animali come l'averla piccola, un uccello che predilige questi ambienti per trovare rifugio e per deporre le uova e mammiferi insettivori e roditori come il riccio, il moscardino e il pipistrello. Questo è ad esempio il caso dell'azienda Cascina Saviola di Donatella Novelli che produce ortaggi nel Comune di Sale (AL) e dell'azienda Cascina Nuova di Federico Felli che produce cereali e legumi nel Comune di Valenza (AL).

Altre aziende hanno investito nella creazione di aree umide che costituiscono un ambiente ideale per la riproduzione e lo svernamento di uccelli tipici della Pianura Padana, quali il cavaliere d'Italia e la pavoncella e di insetti come la licena delle paludi e le numerose specie di libellule presenti in queste zone. L'azienda risicola Cascina Spinola della famiglia Petrini che produce riso nel Comune di Livorno Ferraris (VC) e Cascina Oschiena di Alice Cerutti situata nel Comune di Crova (VC) rappresentano dei modelli in questo campo, tanto che, oltre ai fondi di matrice comunitaria ricevuti all'interno del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Piemonte, sono arrivati anche ad ottenere altri fondi Europei nell'ambito dello strumento LIFE. In particolare, le aree umide di Cascina Oschiena si sono qualificate come l'unico sito in Italia in cui nidifica la specie protetta pittima reale. Anche l'azienda risicola Cascina Gioiosa della famiglia Balocco, localizzata nel Comune di Tricerro (VC), si sta dedicando alla creazione di un'area umida di oltre un ettaro. Non soltanto la creazione di aree umide è oggetto degli sforzi e della dedizione dei gestori delle aziende agricole nelle Aree Protette del Po Vercellese-Alessandrino, ma anche la gestione di altri tipi di ambienti naturali importanti per la biodiversità è diventata un'attività significativa per gli agricoltori. Ad esempio, il produttore di riso biologico Paolo Mosca, nella sua Cascina Cesiola situata a Crescentino (VC), si è impegnato nella gestione di un'area naturale di circa quindici ha di fontanili e sorgive che si sta identificando come un importante hotspot di biodiversità. L'azienda agricola della famiglia Visconti, produttrice di riso e mais e di legname di pioppo, che ha sede a Breme (PV) ma è anche proprietaria di una cascina in località Torre d'Isola nel Comune di Valmacca (AL) ha intrapreso dal 1999, prima in assoluto nel settore, un "Programma di Rinaturalizzazione dell'area fluviale del Fiume Po tra la confluenza dei Fiumi Sesia e Rotaldo". Il programma è volto a favorire la ricostituzione dell'ambiente fluviale tradizionale e fornire un esempio di gestione agricola sostenibile del territorio lungo i corsi d'acqua che sia in equilibrio con il regime naturale del fiume. La sua applicazione ha visto la conversione di zone coltivate ad aree naturali, l'impianto di oltre 100.000 piantine di specie forestali arboree ed arbustive e interventi di miglioramento boschivo.

Oltre le aziende agricole, la ricettività

Buone pratiche importanti da citare in questo contesto sono anche gli esempi delle aziende agricole, delle strutture ricettive e delle associazioni che si impegnano a trasmettere al pubblico i valori di conservazione della natura e di salvaguardia ambientale che stanno alla base della filosofia Natura 2000. L'azienda agricola di Edoardo Scagliotti, è localizzata a Fontanetto Po (VC) ed oltre a produrre riso, si cimenta nella cucina del proprio prodotto a fiere ed eventi di promozione del territorio. Il titolare dell'azienda ha fatto sfoggio dell'appartenenza dei propri territori alle Aree Protette del Po Vercellese-Alessandrino e alla rete Natura 2000 utilizzando queste diciture per arricchire il labelling dei suoi prodotti e le proprie attività di comunicazione sul sito proprio sito web. E ancora, nell'ambito della ricettività turistica, il ristorante Da Manuela di Isola Sant'Antonio (AL) ha stabilito una collaborazione con le Guide Ambientali Escursionistiche delle Aree Protette del Po Vercellese-Alessandrino dell'Associazione Naturalistica Codibugnolo, che insieme al titolare organizzano uscite all'interno della zona protetta con pranzo a prezzi agevolati. La struttura ricettiva La Barbisa 1852 di Valenza (AL) si impegna nella trasmissione di valori legati al mondo dell'ambiente e della sua conservazione organizzando eventi come conferenze e degustazioni di prodotti tipici del territorio. La famiglia Canepa, proprietario di un'azienda risicola localizzata a Pobietto (AL) ha costituito il Museo della Civiltà Contadina e della Coltivazione del Riso, in cui ha raccolto materiale e testimonianze relative alla vita in risaia prima dell'avvento della meccanizzazione. Infine, per quanto riguarda le associazioni attive sul territorio, è importante da citare Docet Natura, che gestisce il Centro Emys Piemonte il quale si pone l'obiettivo di contribuire alla conservazione della tartaruga palustre italiana e che allo stesso tempo svolge attività di apicultura anche con lo scopo di organizzare incontri didattici legati alla produzione di miele. Anche altre due associazioni svolgono un ruolo importante nella diffusione dei valori legati alla conservazione della natura e all'integrità del territorio. Queste sono l'associazione Il Picchio, che nel Comune di Camino gestisce uno spazio chiamato "giardino condiviso" in cui promuove lo svolgimento di eventi come conferenze ed altri momenti di incontro legati alla conoscenza delle piante e alla promozione sostenibile del territorio e l'Associazione Naturalistica Codibugnolo, che nel Comune di Isola Sant'Antonio (AL), nel contesto di un'area umida creata in un sito di estrazione un tempo gestito dall'azienda SAFI s.r.l. e oggi denominata "Oasi Naturalistica di Isola Sant'Antonio", svolge attività di educazione e interpretazione ambientale, organizza iniziative di fotografia naturalistica e birdwatching e gestisce eventi di matrice naturalistica legati sia alla fruizione turistica che al monitoraggio scientifico finalizzato a progetti di conservazione. Oggi l'Oasi Naturalistica di Isola Sant'Antonio si qualifica come uno degli emblemi dello svolgimento di progetti di riqualificazione ambientale all'interno delle Aree Protette del Po Vercellese-Alessandrino.

Ognuna delle aziende, degli enti e delle associazioni menzionati in questo articolo contribuisce alla valorizzazione dell'ambiente naturale in una zona fortemente antropizzata come la Pianura Padana. Da anni, l'Ente-Parco delle Aree Protette del Po Vercellese-Alessandrino coltiva relazioni di comunicazione e partecipazione con i soggetti che gestiscono le attività qui descritte, nell'ottica della incentivazione delle pratiche che supportano il mantenimento degli equilibri naturali che contraddistinguono le zone protette dal Parco e dalla rete Natura 2000. Questo atteggiamento si allinea con quello promosso a livello europeo dalla Commissione e dal Parlamento Europei e da centri di ricerca europei che si concentrano sull'equilibrio tra attività umane e conservazione della natura. Questo equilibrio, soprattutto in aree antropizzate e densamente abitate, è molto difficile da raggiungere e richiede notevoli sforzi per il proprio mantenimento. Tuttavia, l'esempio delle Aree Protette del Po Vercellese-Alessandrino dimostra come l'ambizione nel campo del coinvolgimento degli attori economici e sociali nella gestione dei territori protetti produca risultati proficui e generi una serie di circoli virtuosi in cui sia l'ambiente da proteggere che le attività umane beneficiano dei risultati della cooperazione instauratasi.

 

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