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SOS tartaruga

In questo articolo, comparso nel 2008, Emanuele Biggi e Dario Ottonello presentavano il Centro Emys, in Liguria, creato per tutelare la testuggine palustre. Un progetto che intende inoltre valorizzare le zone umide costiere ai fini della conservazione di questo rettile considerato a rischio d'estinzione.

  • Emanuele Biggi e Dario Ottonello
  • Maggio 2023
  • Martedì, 16 Maggio 2023
Emys orbicularis - Foto Pixabay Emys orbicularis - Foto Pixabay

Correvano gli Anni '60-'70 quando la testuggine palustre (Emys orbicularis) poteva vantare ricche popolazioni, seppur molto localizzate. Con il passare del tempo, la bonifica di zone umide, gli interventi sugli alvei dei corsi d'acqua, l'uso massiccio di pesticidi e diserbanti, nonché il continuo prelievo di esemplari in natura, hanno condotto la specie a un lento declino, tanto da far credere agli erpetologi italiani che «la testuggine palustre fosse virtualmente estinta in Liguria». Il ritrovamento casuale di due esemplari nel 1995 mobilitò i ricercatori dell'Università e dell'Acquario di Genova. I pochi siti localizzati erano minacciati da discariche abusive di rifiuti e da gravi alterazioni ambientali. Per questo, si è dunque proceduto alle catture degli esemplari finalizzandole a un progetto di allevamento. Molti degli animali vennero presi in piccoli corsi d'acqua maleodoranti e, inizialmente stabulati all'Acquario di Genova, gli stessi vennero poi trasferiti in una struttura creata ad hoc nel loro territorio di origine, la piana d'Albenga, e prese vita il Centro Emys. Inaugurato ufficialmente nel 2000, il Centro è nato grazie alla collaborazione di diversi enti, istituti e associazioni: la Provincia di Savona, l'Ispettorato provinciale di Savona del Corpo forestale dello Stato, la Comunità Montana "Ingauna" di Albenga, il dipartimento per lo Studio del territorio e delle sue risorse (DIPTERIS) dell'Università di Genova, l'Acquario di Genova, Pro Natura Genova, WWF Liguria e Vivinatura.

La struttura ha una superficie di circa 150 m2 ed è divisa in quattro zone a seconda dell'età degli animali. Tutti sono marcati con piccoli segni sul carapace (secondo un codice numerico) e con un più vistoso numero bianco sul dorso. Il sito di deposizione è costantemente monitorato da una telecamera a infrarossi che permette un'agevole localizzazione delle ovature deposte dalle femmine. Una volta localizzate le uova possono essere trasferite in un'incubatrice oppure lasciate in situ. Dal 2008 sono cominciati i primi rilasci in natura e alcuni di questi saranno seguiti con il radiotracking per valutare l'adattamento e il tasso di sopravvivenza degli individui rilasciati.

Contemporaneamente alle attività di allevamento in condizioni semi-naturali, il Centro Emys pianifica annualmente il monitoraggio in natura delle popolazioni conosciute e la ricerca di nuovi siti di presenza della specie. Dal 2005 sono state monitorate, con delle radiotrasmittenti, in ambiente naturale, sei femmine adulte per studiarne la biologia, l'"home range" e per trovare agevolmente i siti di deposizione. Ma a rendere "possibili" questi risultati sono soprattutto gli operatori del Centro Emys: un lavoro che, nei primi mesi di attuazione, ha rubato tempo e denaro a tutte le persone coinvolte, costringendole spesso a correre dovunque per recuperare tartarughe finite sulla strada o nelle nasse di cattura. Un lavoro animato da profonda passione, ma soprattutto dalla costante volontà di vedere, un giorno, questi splendidi animali nel loro riconquistato ambiente naturale.

La testuggine palustre

Emys orbicularis (Linneo, 1758) appartiene alla famiglia Emydidae, costituita da testuggini semiacquatiche e terrestri presenti in tutti i continenti, tranne che in Australia e in Antartide.

Emys orbicularis è la testuggine che raggiunge le latitudini più elevate e che occupa uno degli areali di distribuzione più ampio. Questo rettile è infatti diffuso in Europa e in buona parte del Medio Oriente sino alle regioni circostanti il Mar Caspio, il Lago di Aral e il Kazakhistan. Altre zone di minore diffusione sono site nell'Africa settentrionale: Marocco nordoccidentale, Algeria e Tunisia.

La sua notevole variabilità fenotipica è stata analizzata da Fritz (1998) che ha individuato ben cinque gruppi principali di Emys orbicularis, per un totale di 13 sottospecie. Le popolazioni siciliane sono state descritte come una nuova specie, Emys trinacris (Fritz et al., 2005) in base ad analisi di biologia molecolare. La testuggine palustre europea è molto legata all'ambiente acquatico e frequenta gli ambienti terrestri solamente per la nidificazione o per compiere brevi migrazioni, a causa del prosciugamento dei corpi idrici. Gli ambienti utilizzati sono i più svariati: canali, stagni permanenti o temporanei, laghi, estuari, fiumi, torrenti, torbiere e anche zone con acque salmastre; ma generalmente predilige acque ferme o a lento corso situate in aree pianeggianti. La si può rinvenire dal livello del mare sino a 1.700 metri, ma di regola non si trova al di sopra dei 500 metri sul livello del mare. Il periodo di attività è compreso tra le prime giornate tiepide di marzo e aprile, fino alla fine di ottobre circa. La riproduzione avviene in acqua, in genere tra marzo e luglio e non è raro che una femmina possa accoppiarsi con più maschi in una stagione.

 

Dario Ottonello (Finale Ligure, SV - 13 dicembre 1978) è laureato in Scienze dei Sistemi Naturali e ha svolto presso l'Università Cà Foscari di Venezia un Dottorato di ricerca in Scienze Ambientali. Ha condotto studi e ricerche su monitoraggio e conservazione di Emys orbicularis ingauna e sulla testuggine palustre siciliana (Emys trinacris).
 
Emanuele Biggi  (Genova, 7 luglio 1979) è un naturalista, fotografo e conduttore televisivo. Laureato in Scienze naturali e in possesso di un dottorato di ricerca in Scienze ambientali, è comparso in varie trasmissioni televisive. Dal 2013 è co-conduttore del programma televisivo Geo, affiancando il volto storico Sveva Sagramola.

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