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La coccinella invasiva

La coccinella asiatica introdotta agli inizi del '900 per la lotta biologica ai parassiti di alcune piante ha iniziato a diffondersi a macchia d'olio, minacciando l'esistenza di alcune coccinelle italiane

  • Marco Rastelli
  • novembre 2009
  • Martedì, 10 Novembre 2009

La lotta biologica in agricoltura è spesso sinonimo di metodo ecocompatibile che si contrappone all'uso di sostanze chimiche, ma gli organismi utilizzati devono essere sempre oggetto d'approfonditi studi preliminari per evitare che si trasformino in un danno per l'ecosistema.

Il Coleottero appartenente alla famiglia delle coccinelle Harmonia axyridis (Pallas, 1773), originario del sud-est asiatico, è oggi diffuso in tutta l'America, in Europa e fino alla Siberia. Si tratta di una coccinella di 5-8 mm la cui colorazione, che dipende dalla temperatura a cui si sviluppano le larve e dalla loro dieta, va dal giallo al rosso. Il numero di punti sulle elitre può cambiare da zero a 19. Questo insetto presenta alcune caratteristiche che l'hanno fatto scegliere come agente d'elezione per la lotta biologica: resiste ai funghi patogeni e alle basse temperature; la larva durante il suo sviluppo, che dura una o due settimane, può mangiare quasi 400 afidi e una femmina può deporre fino a 200 uova e compiere due generazioni l'anno. Fu così che la coccinella asiatica fu introdotta, agli inizi del'900 in America e attorno al 1980 in Europa, per la lotta biologica agli insetti parassiti del melo, del pero, del mais, del grano e di altre piante coltivate. Una "super-coccinella", insomma, l'agente biologico perfetto che avrebbe limitato l'uso dei prodotti chimici con ricadute benefiche per l'ecosistema.

Purtroppo non è stato così. Nel corso d'alcuni anni, in America prima e in Europa poi, questo coleottero ha iniziato a diffondersi a macchia d'olio e alcune delle 125 specie di coccinelle italiane hanno cominciato a subirne la competizione. Trovandosi particolarmente a suo agio in Europa, la coccinella asiatica ha incominciato a riprodursi compiendo fino a 5 generazioni l'anno e a predare anche le larve delle coccinelle autoctone, alcune delle quali hanno il suo stesso regime alimentare. A questo si aggiunge anche la resistenza ai funghi patogeni che è diventato un altro punto a suo favore. Oggi, sempre più di frequente, capita di vedere grandi gruppi di Harmonia axyridis che, in autunno, si riuniscono per ibernarsi e trascorre l'inverno.

Questo comportamento, comune anche ad alcune coccinelle nostrane, unito alla produzione di una molecola (il mioinositolo), permette a questo coleottero di sopravvivere a temperature prossime a -5 °C anche per 200 giorni consecutivi.
Alla competizione con le coccinelle nostrane si aggiunge un altro effetto negativo: la coccinella asiatica, sul finire dell'estate, quando gli afidi sono meno abbondanti, si nutre di liquidi zuccherini delle piante che ritrova sui frutti, per accumulare energia in vista dell'inverno.
Nell'America Settentrionale Harmonia axyridis ha dimostrato una particolare predilezione per gli acini d'uva ed è così che migliaia di coccinelle si riuniscono tra i grappoli per trascorrere l'inverno, poco prima che abbia inizio la vendemmia. La rimozione delle coccinelle dai grappoli si è dimostrata impossibile e queste finiscono nel processo di lavorazione del vino che conterrà quindi un feromone prodotto da quest'insetto conosciuto come "Lady-bug taint". Questa molecola, se presente oltre certe concentrazioni, è in grado di alterare sensibilmente il sapore e le qualità organolettiche del vino. Nell'America Settentrionale ciò ha già determinato danni economicamente rilevanti alla produzione enologica. È facile immaginare i problemi che potrebbero derivare in una regione a forte vocazione vitivinicola come il Piemonte se la popolazione di questa coccinella aumentasse ulteriormente e il comportamento documentato nei vigneti nordamericani si manifestasse anche qui. La soluzione non sarebbe semplice e l'uso d'insetticidi non sarebbe risolutivo, poiché, le coccinelle trattate morirebbero sui grappoli finendo in ogni caso nel processo di vinificazione. Recenti notizie, infine, prospettano anche problemi di tipo sanitario poiché sono stati documentati casi di rino-congiuntiviti allergiche sviluppate da persone che sono state morsicate da Harmonia axyridis.

In conclusione, questo colorato insetto dovrebbe insegnarci una maggiore attenzione da dimostrare quando si mettono in atto azioni che possono avere ricadute sull'ecosistema. Questi interventi devono essere preceduti da studi rigorosi che dovrebbero essere attentamente considerati da amministratori e tecnici chiamati a decidere sulle politiche agricole, venatorie, alieutiche e di ogni altro ambito in cui è chiamata in causa la gestione di fauna e flora. Troppo spesso gli studi redatti da biologi e naturalisti in tal senso, anche quando previsti dalla normativa, sono considerati come inutile burocrazia, quasi un ostacolo ad attività economiche e produttive.
Il caso della coccinella asiatica e i segnali d'allarme provenienti dal Nord America dovrebbero ricordare che la natura talvolta presenta il "conto", non solo in termini ecologici ma anche, per i meno sensibili a questo aspetto, in termini economici.

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