Stampa questa pagina

Fenicotteri, i signori delle paludi

Elegante e inconfondibile nella sua colorata livrea, il fenicottero non è presenza abituale il Piemonte anche se di tanto in tanto qualche individuo viene avvistato

  • Aldo Molino
  • Aprile 2014
  • Mercoledì, 16 Aprile 2014
Fenicottero a passeggio Aldo Molino Fenicottero a passeggio Aldo Molino

Che i tempi stiano cambiando sono molti gli indicatori a confermarcelo.
I fenicotteri ad esempio. Fino a non molti anni fa presenti come svernate solamente negli stagni sardi è dal 1993 nidificante con diverse centinaia di coppie anche nelle saline di Cervia e di Tarquinia a Orbetello, in Puglia, e nella laguna di Venezia oltre che naturalmente in Sardegna.

Pressoché sconosciuto in Piemonte anche se attestato da una decina di segnalazioni , ha fatto la sua comparsa nel cuneese negli ultimi anni con 11 individui fotografati a Ceresole d'Alba, e 26 nel 2004 dalle parti di Levaldigi dove si sono soffermati qualche tempo e altri avvistamenti successivi. Naturalmente clima e ambienti trofici piemontesi non sono adatti all'elegante trampoliere che nella nostra regione non può trovare habitat idonei. Gli individui avvistati dicono gli esperti sono finiti nella nostra regione per sbaglio in seguito a qualche forte tempesta che li hanno portati fuori rotta. Ma non ci sarebbe di che stupirsi se come già è capitato per l'ibis eremita decidesse di soffermarsi anche da noi. Perché se è vero che si nutre prevalentemente di gamberetti è aberto a nuove esperienze come a dimostrato l'esperienza camarguese dove i fenicotteri quando qualche anno fa casualmente hanno scoperto il riso e l'ambiente delle risaie diventando un autentico e distruttivo flagello tanto da obbligare i gestori del parco Regionale a prendere drastici provvedimenti.

La Camargue per ora, salvo eventi inattesi, il posto migliore per fare incontri ravvicinati è il parco Ornitologico di Pont de Gau, in Camargue alle foci del Rodano a pochi chilometri da Les Saintes Maries de la Mèr.
Passeggiando sui sentieri filo d'acqua della riserva può capitare di incontrarlo all'asciutto. Visto da vicino è inquietante perché veramente grande, abituati come siamo a vederlo da molto lontano magari in volo nel cielo rosato del tramonto
Alto fino a un metro e mezzo, il Fenicottero (Phoenicopterus roseus è un grande uccello presente praticamente in tutto il mondo. Coloratissimo - nella sua sottospecie nominale - nidifica dalle Indie Occidentali alle Galapagos. È invece il più "comune" Fenicottero rosa ad essere tipico delle nostre latitudini, ma anche dell'Asia sud-occidentale e dell'Africa.
Specie tipicamente mediterranea, il Fenicottero nidifica in Italia solo dal 1993, quando i primi nidi sono stati avvistati nell'area di Montelargius, in Sardegna. In seguito, riproduzioni tentate - e spesso riuscite - si sono verificate in Toscana, Puglia, nelle Valli di Comacchio, dove gruppi consistenti di questi uccelli si radunano anche in porzioni della zona umida non lontane da villaggi o aree urbanizzate.
Migratrice, svernante e - dal 1993 - anche nidificante, il Fenicottero si caratterizza appunto per un'elevatissima mobilità. Solo la lettura degli anelli colorati hanno permesso di scoprire come molti individui si spostino per ampie porzioni del Mediterraneo, da una stagione all'altra, a volte all'interno della stessa stagione. Piumaggio rosa - anche intenso - e stretta dipendenza dagli ambienti umidi con buona disponibilità di cibo (tipicamente alghe e molluschi) caratterizzano questa specie.
Il fenicottero rosa è un trampoliere di grandi dimensioni diffuso in Asia, Africa ed Europa meridionale. I fenicotteri sono uccelli gregari in tutte le fasi della loro vita, in particolare durante la riproduzione. Dopo la parata nuziale il maschio e la femmina costruiscono insieme il nido, un monticello di fango a forma di cono alto meno di mezzo metro e posto in acque fangose e poco profonde. Sulla sua sommità viene deposto un uovo che viene covato alternativamente dalla coppia e che si schiude dopo circa 28 giorni. Il pulcino che nasce viene alimentato dai genitori per circa due mesi grazie alla secrezione di particolari ghiandole poste nell'esofago e dopo due o tre mesi dalla schiusa il pulcino impara a volare.

Potrebbe interessarti anche...

Questo parente del fagiano, dal comportamento gregario e dalla silhouette rotondeggiante, si è d ...
Pochi animali godono di fama peggiore nell'immaginario collettivo. I serpenti sono stati di volta ...
Fortemente sensibili all'innalzamento delle temperature, al prolungarsi dei periodi di siccità e ...
Mentre nella maggior parte d'Italia iniziavano i preparativi per il cenone di San Silvestro, a Ve ...