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Metti una faina in Val d'Ossola

Oltra alla faina, diffusa nell'Ossola, esemplari di martora popolano la Valle Amtrona. Questo è quanto emerge da uno studio condotto nei Parchi natura dell'Alpe Veglia e Devero e dell'Alta Valle Antrona

  • Andrea Mosini e Alessandro Balestrieri
  • Giugno 2017
  • Martedì, 13 Giugno 2017
Metti una faina in Val d'Ossola

Faina: diffusa su tutto il territorio peninsulare. Martora, presente principalmente sull'arco alpino e sulla dorsale appenninica, oltre che sulle principali isole. Questo è ciò che comunemente si pensa, ma in realtà la distribuzione relativa delle due specie di mustelidi sembra essere più complessa, con la faina predominante in aree apparentemente molto vocate per la martora e quest'ultima diffusa anche in aree prevalentemente agricole della pianura piemontese, tradizionalmente occupate dalla congenere.

È quanto è emerso nell'autunno-inverno scorso nel corso di un'indagine preliminare sulla presenza e distribuzione di martora e faina nei Parchi naturali dell'Alpe Veglia e Devero e dell'Alta Valle Antrona. Lo studio - finanziato dall'Ente di gestione delle Aree protette dell'Ossola ed effettuato dalla Valgrande Società Cooperativa con la supervisione scientifica del dipartimento di Bioscienze dell'Università di Milano – ha utilizzato come principale metodo di campionamento il fototrappolaggio con esca attrattiva (cibo per gatti), per trattenere i mustelidi di fronte all'obbiettivo per un tempo sufficientemente lungo da permetterne il riconoscimento. 

Come già sperimentato con successo nel Parco Nazionale della Val Grande, settando le videocamere in modo da riprendere un fotogramma e un breve filmato (30 s) è stato possibile distinguere le due specie di mustelidi attraverso l'esame di alcune caratteristiche morfologiche diagnostiche per un'elevata percentuale (circa 80 per cento) delle registrazioni.

Tra settembre 2016 e febbraio 2017 le fototrappole sono state collocate in nove siti, individuati in modo da campionare habitat e fasce di quota differenti. La faina è stata filmata in sette siti di trappolaggio, compresi tra 600 m e 1700 m di quota, ed è risultata il mustelide più contattato, con ben 68 filmati.

Di grande interesse è risultato il rinvenimento della martora in tre siti della Valle Antrona; fino a pochi anni fa infatti le uniche segnalazioni di questa specie disponibili per il Verbano-Cusio-Ossola risalivano alla prima metà del '900. Recentemente la martora è stata segnalata presso Crevoladossola (2006), presso Bannio Anzino, nella Valle del torrente Anza (2015) e in prossimità dell'abitato di Feriolo (2016). Queste segnalazioni, insieme ai risultati delle ricerche condotte nella Val Grande, permettono di confermare la presenza di questa specie su entrambe i versanti della media valle del Fiume Toce. 

Lo studio ha permesso, inoltre, di raccogliere dati di presenza di altri mustelidi – tasso (7 filmati in 2 siti), donnola (1/1) ed ermellino (2/1) -, e di altre 20 specie di vertebrati tra cui uccelli e soprattutto ungulati.

Per meglio comprendere le preferenze ambientali e la competizione tra martora e faina nella provincia del VCO sarà necessario raccogliere altri dati di presenza delle due specie e a questo proposito è stata creata, in collaborazione con le Aree Protette dell'Ossola e il Parco Val Grande, una pagina facebook dal nome "Segnaliamo i mustelidi del Verbano-Cusio-Ossola" che permetterà a chiunque utilizzi il social network di far pervenire al progetto le proprie osservazioni (importantissime anche quelle di animali investiti sulla rete stradale), corredate da fotografie.

La pagina del social sarà anche utilizzata per condividere i risultati delle ricerche condotte nel VCO sulle sei specie (includendo la puzzola) di questa elusiva famiglia di mammiferi carnivori.

 

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