La castanicoltura ha un'antica e consolidata tradizione in Italia e le connessioni storiche tra castagno ed economia agroforestale sono molto strette, tanto che nell'evoluzione della coltura si possono leggere i più significativi mutamenti dell'economia montana italiana. Il castagno, come poche altre risorse agricole e forestali tipiche degli ambienti montani e collinari, ha garantito nel passato risposte alle esigenze primarie consentendo alle popolazioni rurali di vivere in mirabile simbiosi con l'ambiente. Il solido rapporto esistente tra l'uomo e questa pianta si è modificato nel tempo per i progressivi contatti e le graduali ma inesorabili integrazioni della società rurale con il mondo urbano ed industriale, alterando modelli colturali ed equilibri degli ecosistemi, mentre cause di natura fitosanitaria, socioeconomica e strutturale hanno generato profondi mutamenti nella maggioranza delle realtà castanicole ed hanno contribuito al declino della coltura. Oggi, tuttavia, in molte zone si assiste ad un'inversione di tendenza e ad un'attiva ripresa di interesse verso questa specie e al suo ruolo multifunzionale. Ai sistemi castanicoli, rivalutati per la produzione di frutti e di legname, vengono sempre più riconosciute funzioni di difesa del territorio, paesaggistiche, ricreative, ambientali, socioculturali e di salvaguardia della diversità biologica.
Il volume è rigoroso, denso di contenuti, apprezzabile anche per la qualità delle immagini che sono corredo estetico di pregio volto a sottolineare visivamente peculiarità e catturare l'attenzione del lettore.
Dicembre 2014
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