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I servizi ecosistemici metromontani del Parco fluviale Gesso e Stura

Alla scoperta dell'area protetta regionale, gestita dal Comune di Cuneo, la cui caratteristica principale è quella di essere un'eccezionale zona di cerniera e collegamento tra pianura e montagna.

  • Maurizio Dematteis
  • Novembre 2023
Lunedì, 20 Novembre 2023
La confluenza tra Gesso e Stura - Foto arch. Parco fluviale Gesso e Stura - Comune di Cuneo La confluenza tra Gesso e Stura - Foto arch. Parco fluviale Gesso e Stura - Comune di Cuneo

Il Parco fluviale Gesso e Stura è un'area protetta istitutita nel 2007 dalla Regione Piemonte, (con legge regionale n.3/2007) e affidata in gestione al Comune di Cuneo. Si estende per circa 5500 ettari in Provincia di Cuneo coinvolgendo, oltre al capoluogo di Provincia, altri tredici comuni limitrofi: Borgo San Dalmazzo, Castelletto Stura, Centallo, Cervasca, Fossano, Montanera, Rittana, Roccasparvera, Roccavione, Salmour, Sant'Albano Stura, Trinità e Vignolo.

Una "cerniera" naturale fra città e montagna

Comprende ambienti naturali e seminaturali lungo il fiume Stura e il torrente Gesso, che si collegano a paesaggi inclinati all'imbocco delle valli Stura, Gesso e Vermenagna, creando un'eccezionale area di cerniera e collegamento tra pianura e montagna. Un corridoio ecologico e di connessione metromontano che, potremmo dire, unisce su e giù, piede e monte, in maniera armonica, con la possibilità di poter andare oltre le barriere altimetriche, che spesso si rivelano un freno per l'efficiente pianificazione e gestione degli ecosistemi naturali.

Il Parco fluviale Gesso e Stura è caratterizzato da un'area di parco naturale di oltre 1000 ettari che include le ex riserve naturali: Stura, Crocetta, Tetto Bruciato, Confluenza Gesso-Stura, Sant'Anselmo e Oasi Naturalistica "La Madonnina"; oltre a due aree di Rete Natura 2000: le zone umide di Fossano e Sant'Albano Stura e la zona SIC di Stura di Demonte. Un presidio fondamentale quindi, per la conservazione, per la salvaguardia e per un corretto monitoraggio della biodiversità presente al suo interno, una ricchezza naturale di tutti che oggi viene fortunatamente sempre più avvertita come elemento fondamentale per il futuro del nostro pianeta.

Perché come spiega Papa Francesco nella sua ultima esortazione apostolica "Laudate Deum", importante documento per la preparazione della COP 28 di Dubai, il mondo che ci circonda non può essere considerato "un oggetto di sfruttamento, di uso sfrenato, di ambizione illimitata". E non possiamo nemmeno dire che "la natura sia una mera 'cornice' in cui sviluppare la nostra vita e i nostri progetti", perché "siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati". E allora la biodiversità diventa stimolo per uscire dalla visione antropocentrica, un elemento imprescindibile per la vita, nostra e di tutti gli altri esseri viventi, sul pianeta comune.

Il Piano naturalistico generale del parco

Per valorizzare e raccontare la sua azione di salvaguardia del bene comune, a partire dal 2019 il Parco fluviale Gesso e Stura si è dotato di un Piano naturalistico generale, con un duplice obiettivo: monitorare gli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità e misurare la portata e il valore dei servizi ecosistemici erogati. Per raggiungere tali obiettivi il Piano naturalistico ha misurato alcuni dei servizi erogati dagli ecosistemi delle aree protette e delle aree contigue quali: gli effetti positivi sugli approvvigionamenti di cibo e legname; la regolazione del clima, della qualità delle acque, la mitigazione dei rischi naturali e la regolazione della qualità degli habitat; le attività educative.

L'analisi realizzata per la stesura del Piano naturalistico sottolinea alcuni alert per gli ecosistemi dettati dal cambiamento climatico in atto. A partire dagli agro-ecosistemi, che garantiscono la fornitura di cibo, e che oggi sono soggetti a diversi stress quali gelate improvvise, ondate di calore, lunghi periodi di siccità o inverni miti che favoriscono la sopravvivenza dei patogeni e la comparsa di nuovi parassiti e fitopatologie. L'azione protettiva di prati, pascoli da erosione e frane superficiali, che fungono da servizio di mitigazione dei rischi naturali, risente dell'intensificarsi degli eventi estremi come piogge intense e siccità. L'aumento delle temperature favorisce la decomposizione della sostanza organica, che a sua volta porta alla riduzione della capacità di sequestro di carbonio, fondamentale servizio di regolazione del clima, e della fertilità del suolo. I servizi ecosistemici forniti dalle foreste, fornitura di legname, regolazione del clima, mitigazione dei rischi naturali, regolazione della qualità delle acque e regolazione della qualità degli habitat, potranno in futuro subire variazioni a causa della riduzione della resilienza dei boschi. Inoltre i cambiamenti climatici causano la variazione dei periodi di fioritura o di migrazione della fauna, che si ripercuotono negativamente sulle popolazioni animali e sulla rete alimentare. Infine, si legge nell'analisi, l'insieme di questi processi porta alla generale diminuzione della qualità del paesaggio e delle possibilità di fruizione, riducendo anche l'erogazione dei servizi ecosistemici di tipo culturale.

Il valore dei servizi forniti dal parco

Alla luce di queste minacce il Piano naturalistico sottolinea la funzione strategica delle aree protette del Parco fluviale Gesso e Stura come strumento di gestione del cambiamento in atto. E per aumentare la consapevolezza di questa funzione nella popolazione e nei governanti a livello comunicativo è stato pensato uno strumento universale quale la monetarizzazione del valore dei servizi ecosistemici forniti, capace di far comprendere a quante più persone possibili e in maniera immediata l'importanza della conservazione della natura.

Dall'analisi del Piano naturalistico si evince che, per quanto riguarda le produzioni agricole, il Parco fornisce ogni anno un valore in servizi ecosistemici di 1.604 euro per ettaro di superficie coltivata nel suo territorio di competenza. Sono invece 583,33 euro in servizi ecosistemici annuali per ogni ettaro di pioppeti piantati dalle realtà locali.

Per quanto riguarda invece la regolazione e qualità delle acque, i boschi della Riserva naturale ogni anno forniscono servizi ecosistemici per un valore di 292,80 euro per ettaro all'area di competenza del Parco, e altrettanto le praterie.

Se ci riferiamo invece alla "regolazione del clima", o "sequestro del carbonio" come viene più comunemente definito, il valore economico dei servizi ecosistemici fornito dalle zone umide è di 191,18 euro annuale per ettaro, 248.39 euro quello fornito dall'arboricoltura da legno, 153.22 euro quello delle aree agricole e 186.78 euro quello dell'incolto e delle praterie.

Valori anche economici tutt'altro che irrilevanti, e che potrebbero contribuire alla ricerca di meccanismi virtuosi di tutela e salvaguardia della biodiversità sul Pianeta terra. Perché in ultima istanza è proprio la biodiversità l'elemento capace di fornire i servizi ecosistemici, quei "benefici multipli forniti – per l'appunto - dagli ecosistemi al genere umano" che sono alla base dell'economia, ma che spesso non entrano nel valore monetario del prodotto di mercato che essi generano.

Il Piano naturalistico potrà in futuro diventare lo strumento giusto per la creazione di un meccanismo di pagamento dei servizi ecosistemici forniti dal Parco fluviale Gesso e Stura alla popolazione locale? Sarebbe opportuno, attraverso l'adesione volontaria degli operatori privati che godono di tali servizi, spinti verso un riallineamento dell'interesse pubblico con quello privato.

 

Per ulteriori approfondimenti e informazioni:

Sito ufficiale del Parco fluviale Gesso e Stura

Piano naturalistico