Era l'inverno 2021 quando con l'amico e collega Fabrizio Sellitri provammo a risalire oltre i 2.500 metri s.l.m., all'alba, per raggiungere un gruppo numerosi di stambecchi impegnati ad aggiudicarsi l'harem per l'accoppiamento.
Raggiunta una pietraia, tra un sorso d'acqua e l'altro, notammo un movimento sospetto, un puntino bianco saltellante tra i massi: quasi un folletto d'altura!
Con stupore e curiosità è lo stesso curioso animale ad avvicinarsi a noi: fu un attimo frugale e magico.
Pochi secondi, giusto il tempo di allineare occhio umano ed elettronico per pochi scatti e poi, come in una favola, il piccolo folletto bianco sparì tra i massi e la poca neve ancora presente.
Anche in questa circostanza, sempre attenti a non infastidire o spaventare la specie
Carta d'identità - Ermellino
Nome Scientifico: Mustela-erminae
Ordine: Carnivoro
Famiglia: Mustelidi
Curiosità: La pelliccia estiva dell'ermellino è color cannella sul dorso e biancastra sul ventre, mentre il mantello invernale è interamente bianco. Solo l'estremità della coda rimane nera per tutto l'anno. La pelliccia dell'ermellino nel periodo invernale è spessa: ogni centimetro quadrato racchiude fino a 20.000 peli.
Questa specie è tra le più piccole dei mustelidi predatori, diffusa dalla pianura fino in alta montagna. La si trova comunemente tra i 1000 e i 3000 metri di quota.
Dotato di riflessi folgoranti, l'ermellino è in grado di cacciare prede di dimensioni superiori alla sua taglia. Avendo un metabolismo molto elevato consuma giornalmente la metà del proprio peso nel procacciarsi nuove prede. Ha abitudini sia diurne che notturne e caccia prevalentemente al suolo o sotto terra, pur essendo in grado di arrampicarsi sugli alberi. Le sue prede preferite sono i microroditori: muridi e microtini ma, quando si imbatte in un nido di uccello, è in grado di rompere le uova anche di grosse dimensioni all'estremità per prelevare albume e tuorlo attraverso il foro praticato.
Chi è Marco Gioviali
Nato a Pinerolo nel dicembre 1985 è stato "girovago" per lavoro, in missioni sia in Italia che all'estero. Oggi presta servizio nella sua città natale.
La passione per la fotografia è recente: è solo nell'estate del 2019, su "benevola pressione" degli amici Tom (Tomasi Giuseppe) ed Ezio (Ezio Giuliano), che acquista la sua prima macchina fotografica ma fin da bambino nutre curiosità per la natura e gli animali. E spesso, il sabato o la domenica mattina, alle prime luci dell'alba, importunava papà Massimo, mamma Fiorella e la sorella Simona per una scampagnata in Val Chisone o Val Pellice nella speranza di poter avvistare qualche animale selvatico.
Oggi è marito dell'amata Silvia e papà della splendida Alice, a cui spera di poter trasmettere la passione per la fauna e la natura.
Ex dipendente del glorioso Corpo Forestale dello Stato, Marco Gioviali ha potuto associare la passione per la natura e al compito della tutela partecipando a numerose attività investigative.
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