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Aria pulita nei parchi piemontesi, ma preoccupa l'ozono

E' il risultato di un monitoraggio eseguito dall'Arpa in tre aree protette. E dalla Regione nuove misure per traffico, riscaldamento e agricoltura

  • Mauro Pianta
  • marzo 2017
  • Martedì, 21 Marzo 2017
 Pixabay.com Pixabay.com

 Qualità dell'aria «decisamente buona», mentre preoccupano (al pari di quel che avviene in città) gli indicatori del livello di ozono. Sono questi i risultati di un monitoraggio eseguito dall'Arpa Piemonte in prossimità di tre aree protette dove sono operative altrettante stazioni della rete regionale: una in pianura (nel parco naturale della Mandria) e due in zona montana (una all'Alpe Devero di Baceno e una in prossimità della diga di Ceresole Reale ).

«I valori misurati – osserva Mauro Grosa, responsabile qualità dell'aria in Arpa - evidenziano per le stazioni collocate in aree di montagna una situazione decisamente buona, con valori di PM10 e ossidi di azoto decisamente inferiori ai limiti previsti dalla normativa, mentre l'ozono presenta invece notevoli criticità per gli indicatori sia per la protezione della salute umana sia per la protezione della vegetazione».

«In particolare nel caso del PM10 – prosegue Grosa - il valore medio annuale nelle aree di montagna è inferiore ai valori misurati in pianura, e quello misurato in pianura nel Parco naturale della Mandria è a sua volta minore rispetto a quelli misurati nelle aree urbane».

Conclude poi Grosa: «Per l'ozono, inquinante non prodotto direttamente dall'uomo, i valori misurati nelle aree pianura in quelle di montagna sono al contrario generalmente molto simili e comunque spesso superiori ai valori obiettivo, sia per la protezione della salute umana che per la protezione della vegetazione. In particolare quanto più l'area di montagna risulta prossima alla pianura, contraddistinta da rilevanti emissioni di ossidi di azoto, tanto più i valori di ozono misurati sono simili».

Una fotografia parziale, certo, ma che può essere utile per comprendere meglio il contesto della qualità dell'aria nella nostra regione.

Ma cosa sono queste famigerate polveri sottili? Il particolato, spiegano i tecnici di Arpa, è costituito da composti solidi e liquidi in sospensione nell'aria. Chimicamente è una miscela molto complessa di composti organici e inorganici sia di origine antropica sia di origine naturale, sia emessi dalle sorgenti emissive (tubi di scappamento, camini ecc.) sia derivanti da reazioni fotochimiche che avvengono in atmosfera (smog).

Va osservato che il particolato PM2,5 è una frazione, con dimensioni minori, del particolato PM10. E i composti più tossici sono presenti in prevalenza proprio nella frazione PM2,5 che è anche quella più pericolosa per la salute umana visto che riesce a raggiungere, date le sue ridotte dimensioni, le parti più profonde dell'apparto respiratorio fino agli alveoli polmonari.

Quanto alle cause dell'inquinamento, non si scappa: nelle aree urbane sul banco degli imputati va messo soprattutto il traffico, mentre nelle zone rurali le attività agricole, l'allevamento e il riscaldamento a legna sono i principali colpevoli. Anche la meteorologia, influenzata dall'articolata orografia regionale e dal fatto che morfologicamente il Piemonte è un bacino con uno scarso ricambio dell'aria e dove dunque le polveri stagnano, è molto importante. Durante i periodi caratterizzati da forti perturbazioni, vento o precipitazioni, i valori degli inquinanti sono assai ridotti, mentre durante i giorni invernali caratterizzati da alta pressione si creano le condizioni favorevoli all'accumulo delle polveri sottili. Con l'inevitabile corollario delle limitazione alla circolazione dei veicoli nelle città.

Quali misure possono contrastare davvero il fenomeno? Secondo i tecnici dell'assessorato regionale all'Ambiente va tenuto conto innanzitutto che gli interventi vanno necessariamente "tarati" a seconda delle zone. Su Torino, per esempio, oltre l'80per cento dell'inquinamento è dovuto al traffico (in particolare al diesel) il riscaldamento pesa per il 15 per cento. Su Torino e primo agglomerato (31 comuni), il traffico è responsabile di oltre il 40 per cento dell'inquinamento.

Mediamente invece, sull'intero territorio regionale, oltre il 50 per cento dell'inquinamento è dovuto al riscaldamento domestico.

A partire dal 2000 la Regione Piemonte si è dotata di un Piano di qualità dell'aria che ha previsto, delle misure per il miglioramento della qualità dell'aria. Nota Graziano Volpe, dirigente del settore Emissioni e rischi ambientali dell'assessorato all'Ambiente: «Per quanto riguarda emissioni industriali e riscaldamento domestico i limiti che abbiamo fissato in Piemonte sono i più bassi in Italia».

Ora, con il nuovo Piano di Qualità dell'Aria in fase di ultimazione, saranno previste delle ulteriori strette sul traffico. In particolare nel mirino finiranno sempre più i motori diesel responsabili di gran parte dell'inquinamento dovuto a questo settore. Vi saranno anche delle novità per quanto riguarda il comparto riscaldamento-energia, in particolare per quanto riguarda la combustione delle biomasse, anche sulla base di un decreto ministeriale che vedrà la luce a breve e che classificherà stufe e camini in base ai loro parametri emissivi.

Il nuovo piano dell'aria (http://www.regione.piemonte.it/ambiente/aria/piano_regionale.htm) prevede anche delle misure nell'ambito dell'agricoltura. «In questo caso – conclude Volpe – una considerevole parte di polveri sottili secondarie è dovuta alle emissioni di ammoniaca generate dagli allevamenti, che sono anche fonte di produzione di metano, gas climalterante»

In particolare il Piano prevede la copertura delle grandi vasche in cui viene stoccato il letame e sistemi alternativi allo spandimento del letame nei campi.

E proprio nei giorni scorsi si è riunito un tavolo tecnico fra Regione, Città metropolitana e comuni per discutere delle modifiche e degli aggiornamenti da apportare al protocollo regionale antismog, e arrivare con congruo anticipo e con una proposta strutturata e condivisa al prossimo autunno. Lo ha annunciato l'assessore all'Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia, al termine dell'incontro del tavolo di coordinamento sulla qualità dell'aria convocato dalla Città metropolitana di Torino nella sede dell'assessorato regionale di via Principe Amedeo a Torino.

All'incontro hanno preso parte l'assessore regionale ai Trasporti, Francesco Balocco, la consigliera delegata all'Ambiente della Città metropolitana di Torino, Elisa Pirro, gli assessori del Comune di Torino all'Ambiente, Stefania Giannuzzi, e ai Trasporti, Maria Lapietra, e rappresentanti dei comuni di San Mauro torinese, Rivoli, Settimo Torinese, Leinì, Ivrea, Chieri, Moncalieri, Venaria Reale, Borgaro Torinese, Rivalta di Torino, Nichelino e Grugliasco.

«L'incontro– ha detto l'assessore Valmaggia – è stato un'occasione per fare il punto della situazione con i comuni sullo strumento del 'semaforo' antismog, che si è rivelato molto utile: il meccanismo di misurazione e proiezione approntato dall'Arpa regionale ha funzionato. Il prossimo passaggio sarà adottare una strategia di intervento comune a tutti gli attori coinvolti, in modo da fornire delle riposte univoche ed omogenee sui territori interessati»

«Entro fine maggio – ha concluso Valmaggia – avvieremo un tavolo per aggiornare il protocollo, sulla scorta dei dati forniti dall'Arpa, tenendo conto delle esigenze emerse nel confronto odierno. Una procedura che intendiamo seguire anche con le altre province».

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