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Come fu che lo scoiattolo grigio conquistò il Valentino

Lo scoiattolo grigio, introdotto in Piemonte nel 1948, è considerato tra le 100 specie alloctone più invasive al mondo. La sua presenza ha messo a repentaglio la sopravvivenza dello scoiattolo comune, per questo cercano soluzioni per contenerlo nei nostri parchi, cittadini e non

  • Martina Tartaglino
  • Aprile 2023
  • Mercoledì, 5 Aprile 2023
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Scoiattolo grigio  - Foto di G. Hodan, fonte: Publicdomainpictures Scoiattolo grigio - Foto di G. Hodan, fonte: Publicdomainpictures

Passeggiando tra i viali del Parco del Valentino o lungo il Po, da Torino a Moncalieri, dalla collina di Superga fino alla confluenza dei tre fiumi (Po, Dora e Stura) e al parco della Colletta non è raro incontrare tanti scoiattoli dal manto grigio che corrono sui rami e sui tronchi degli alberi, stazionano sui corrimano in legno, sbucano da dietro le aiuole dei circoli canottieri o rovistano nei cestini della spazzatura.

Sono talmente carini e persino affabili, quando non aggressivi, che mai verrebbe da pensare che questi mammiferi roditori (il cui nome scientifico è Sciurus carolinensis) costituiscano un vero pericolo per i loro "cugini" dal pelo fulvo (Scirus vulgaris), un vero problema al quale da tempo si cerca di porre rimedio, ma senza successo.

Lo scoiattolo grigio: caratteristiche e pericolosità

Lo scoiattolo grigio nordamericano misura circa 25 centimetri di lunghezza e altrettanti di coda e il suo peso può raggiungere il mezzo chilogrammo. La sua attività è prevalentemente diurna e si nutre di semi, frutta a guscio, cortecce, germogli di alberi, funghi, ma anche nidiacei di uccelli, uova, insetti). Tra le sue caratteristiche distintive: tutto il cibo che riesce a raccogliere lo immagazzina in centinaia di nascondigli, dalle cavità dei tronchi alle buche nel terreno che poi va a ricoprire. Non va in letargo durante i mesi invernali e quando si riproduce la femmina, che va in estro due volte l'anno, può dare alla luce anche quattro piccoli la cui aspettativa di vita si aggira intorno ai 12 anni e oltre i 20 in cattività.

Questa specie è originaria della costa atlantica dell'America Settentrionale (Canada e Stati Uniti) ed è stata introdotta poi sulla costa pacifica degli Usa (in California) e poi in Oregon, in Sudafrica e in alcune aree dell'Australia, ma mentre in questi altri luoghi la sua presenza è stata eradicata con successo, in Europa, dove è arrivata alla fine del XIX secolo, si sta cercando ancora una soluzione. Sì, perché lo Sciurus carolinensis è stato inserito nel documento intitolato "100 of the World's Worst Invasive Alien Species", l'elenco delle 100 peggiori specie alloctone invasive del mondo, stilato dall'IUCN, l'Unione internazionale per la conservazione della natura.

Lo scoiattolo grigio in Europa, in Italia, in Piemonte

In Europa lo scoiattolo grigio è arrivato prima in Gran Bretagna: si parla di una diffusione in almeno trenta siti intorno al 1876. In Italia, invece, le prime notizie relative allo scoiattolo grigio risalgono alla metà del Novecento: in Piemonte sarebbe arrivato intorno al 1948 a Candiolo (un dono da parte dell'ambasciatore americano, pare) e in Liguria nel 1966. L'Italia ospita le uniche colonie di scoiattolo grigio presenti nell'Europa continentale e si trovano oggi in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Umbria.

In Piemonte, in particolare, è presente la più grande popolazione italiana di scoiattolo grigio. Secondo i dati presenti nel "Piano nazionale di gestione dello Scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis)" del 2020 a cura di Sandro Bertolino dell'Università di Torino e di Valentina La Morgia e Piero Genovesi del Dipartimento per il Monitoraggio e la Tutela dell'Ambiente e per la Conservazione della Biodiversità - Area BIO CFN dell'Ispra, nel 2015 in Piemonte la popolazione di scoiattoli grigi era distribuita in un'area di oltre 2mila chilometri quadrati nelle province di Torino e Cuneo e poi sono state segnalate colonie nel Novarese e in Val Pellice, mentre nel Parco regionale La Mandria erano stati osservati alcuni animali, poi individuati e rimossi dal personale di vigilanza dell'Ente.

Si può dire, senza timore di smentita, che oggi lo scoiattolo grigio è divenuto padrone incontrastato del Parco del Valentino, il parco più noto e centrale di Torino, e sta mettendo letteralmente a repentaglio la sopravvivenza della specie autoctona dello scoiattolo comune o rosso.

Le ragioni del conflitto

Come ha spiegato Adriano Martinolo, zoologo dell'Università dell'Insubria, in un suo intervento su Green&Blue: «La competizione tra queste due specie, si fonda sul principio del "furto con destrezza". Di fatto, quando lo scoiattolo grigio si trova nelle medesime aree dello scoiattolo rosso, sottrae a quest'ultimo le scorte di cibo invernali. È noto infatti, quale tipico comportamento degli scoiattoli, quello di allestire delle dispense, che permettano loro di accumulare cibo per l'inverno, stagione critica per molte specie che si trovano alle nostre latitudini. Sfruttando poi, con parsimonia, queste riserve alimentari per giungere in piena forma in primavera, dando il via alla nuova stagione riproduttiva. (...) L'esito più frequente è a scomparsa di intere popolazioni. Il destino a lungo termine è quello dell'estinzione». Una competizione di tipo alimentare, dunque.

Un'altra recente ricerca portata avanti dai ricercatori dell'Università dell'Insubria, in collaborazione con quelli dell'Università di Milano e dell'Università di Anversa avrebbe individuato un'ulteriore minaccia per lo scoiattolo rosso. Si tratta di un verme parassita intestinale, lo Strongyloides robustus, che può essere trasmesso dallo scoiattolo grigio a quello rosso.

Insomma non c'è pace per i poveri scoiattoli rossi autoctoni che si vedono in ogni modo spodestati dai "cugini" grigi alloctoni.

Come arginare il problema

Nel "Piano nazionale di gestione dello Scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis)" sono contenute alcune proposte di intervento a livello regionale che hanno come scopo la salvaguardia delle popolazioni di scoiattolo comune e il mantenimento della funzionalità degli ecosistemi forestali.
Le linee guida comprendono innanzitutto l'individuazione delle popolazioni e dei singoli esemplari e il loro monitoraggio. Nel caso poi vengano individuati nuovi nuclei isolati è prioritario attuare una risposta rapida, rimuovendo gli animali per evitare l'insediarsi di nuove popolazione. Le misure di eradicazione (che possono andare dalla cattura mediante gabbie-trappola alla sterilizzazione chirurgica) devono essere proficue e permanenti o almeno in grado di garantire un «efficace controllo» della popolazione dello scoiattolo grigio. Inoltre, nonostante si tratti di interventi costosi e oggetto di dibattito e di contrasto con associazioni animaliste (contrarie a misure come la cattura e eutanasia o all'abbattimento diretto) rappresenterebbero la soluzione definitiva al problema a livello locale.

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