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Gli alberi del ricordo

I viali e i parchi della rimembranza custodiscono un patrimonio di grande valore ambientale e culturale. A cent'anni dall'inizio della prima guerra mondiale, questi luoghi evocativi e simbolici, sono uno stimolo a riflettere sulla nostra storia.

  • Enrico Massone
  • 27 ottobre 2014
  • Mercoledì, 23 Ottobre 2013
Gli alberi del ricordo

Li troviamo nei piccoli paesi e nelle grandi città. I viali e i parchi della rimembranza sono monumenti vegetali particolari e rappresentano un patrimonio naturalistico e storico unico nel suo genere. Realizzati negli anni Venti del Novecento in tutti i Comuni italiani, per comunicare alle giovani generazioni l'abnegazione e il sacrificio dei militari morti nella Grande Guerra, gli alberi del ricordo sono oggi l'occasione per riflettere su una pagina storica del nostro passato. Caricati di una straordinaria potenza simbolica ed evocativa legata alla memoria dei caduti, svolsero un'importante funzione consolatoria per i parenti e gli amici rimasti: accanto a ciascun albero piantato, si trova infatti una targhetta che identifica il soldato, riportandone il suo nome e cognome, grado e giorno della morte.


Nei città e nei paesi come Vercelli, Ovada, Lu, i viali della rimembranza sono formati da possenti alberi allineati in lunghi filari semplici o doppi, che attraversano le strade principali o conducono verso il cimitero. I soldati morti in guerra residenti nelle grandi città, furono invece così numerosi che per ricordarli tutti in un medesimo luogo, si progettarono appositi parchi. Il Comune di Torino, ad esempio, piantò quasi 5000 alberi in memoria di ciascun caduto, realizzando sulla cima più alta delle colline il parco della rimembranza più esteso d'Italia, conosciuto e apprezzato anche all'estero. E' un vero e proprio giardino che rimanda alla topografia di un'ipotetica città arborea, punteggiata di piante e arbusti, animata dal canto degli uccelli e dalla presenza di piccoli animali selvatici, percorsa da ampi viali e stretti sentieri, brevi pianori e lunghe scalinate, e infine dominata dall'imponente statua della Vittoria. Quarant'anni fa il parco fu ampliato e ora, su superficie di 90 ettari, si trovano ben 21.000 piante, appartenenti a 400 differenti specie.


Anche i parchi della rimembranza di Firenze (tra piazzale Michelangelo e San Miniato al Monte) e di Trieste (Colle di San Giusto) occupano aperte aree sommatali da cui si godono mirabili visuali panoramiche sulle città sottostanti, mentre a Venezia (Pineta di San'Elena) lo sguardo spazia sull'orizzonte della laguna fino a incontrare il campanile di San Marco. In altri casi, col passare degli anni, i parchi della memoria e del ricordo sono caduti nell'oblio, com'è accaduto a Bologna e a Palermo, oppure hanno subito profonde trasformazioni, come a Roma (Viilla Glori ai Parioli) o ancora, dopo un periodo d'incuria e abbandono, sono stati recentemente riscoperti e riqualificati, come a Napoli (Parco Virgiliano a Posilippo).


L'interesse per questa originale tipologia di bene monumentale si focalizza sul pregio e il valore degli aspetti botanici - come testimonia l'Arboretum taurinense - ma la sua realizzazione è frutto di un processo storico/culturale che riflette orientamenti e mentalità stratificatesi nel corso del tempo, come l'idea di nazione, la religione della patria, il mito della guerra, il culto dell'eroe morto nell'adempimento del dovere. Le rivoluzioni americana e francese del Settecento, inaugurarono un nuovo modo di commemorare l'esperienza del figlio del popolo morto in battaglia, che portò a sostanziali trasformazioni nella topografia dei cimiteri: dal modello 'a parco' statunitense a quello 'militare' inglese, dal 'bosco degli eroi' tedesco, al 'giardino funebre' francese. Il parco della rimembranza italiano non è un sacrario, ma un cenotafio vegetale, un luogo del puro ricordo. La targhetta che porta impresso il nome del soldato, personalizza e 'battezza' ogni singolo albero, trasformandolo in testimone e rafforzando la corrispondenza tra la realtà viva della pianta e lo spirito di chi ora non c'è più.

               "Gli alberi sono lo sforzo infinito della terra per parlare al cielo in ascolto" - Rabindranath Tagore

 

Guarda il video sul Parco della Rimembranza di Torino di Elso Piccolini: "I sentieri della collina di Torino in autunno. Da San Vito al Faro della Vittoria"

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