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Lo Stagno di Oulx

Due facili sentieri adatti a tutti permettono di scoprire una delle rare aree umide della Valle di Susa

  • Aldo Molino
  • maggio 2012
  • Martedì, 8 Maggio 2012

Una delle più piccole aree protette del Piemonte, poco nota per altro al grande pubblico è quella del lago Borello. Ottantatrè ettari di bosco e palude in comune di Oulx, stretti tra circonvallazione autostradale, ferrovia e nuove urbanizzazioni. Le dimensioni modeste non traggano in inganno, il sito è un ambito unico e straordinario, costituendo una delle rare aree umide intravallive in quota della nostra regione. L'origine di questa particolare area è semiantropica. Ci troviamo infatti in una torbiera di altitudine dove la falda è molto superficiale e i terreni sono inadatti all'agricoltura e all'urbanizzazione. Durante i lavori per la costruzione del tunnel ferroviario del Frejus, essendo la zona prossima al greto alluvionale della Dora, vi fu impiantata una cava di argilla, chiusa poi con la fine del cantiere. Grazie alla nuova linea ferroviaria, con la stazione di Oulx molto prossima, il lago artificiale che si era nel frattempo originato, fu sfruttato per la produzione del ghiaccio. Siamo in anni in cui le città si espandevano e la conservazione degli alimenti stava diventando un problema. I frigoriferi erano ancora lontani a venire. Si sopperiva a queste esigenze utilizzando per refrigerare il ghiaccio naturale. Blocchi faticosamente prelevati dai ghiacciai più prossimi alla città come quello di Bard in Val Cenischia o quello del Galambra ai piedi del Monte Vallonetto, oppure immagazzinando in appositi edifici isolati termicamente, per quanto possibile, il ghiaccio ricavato da piccoli laghetti artificiali come nella ghiacciaia di Salbertrand, oggi cellula ecomusale. Quando la superficie dello specchio d'acqua gelava, le lastre venivano spaccate e adeguatamente stipate nell'edificio circolare a forma di igloo che ancora si vede ai margini del lago. Col mutare dei tempi e l'avvento dei frigoriferi le ghiacciaie sono divenute obsolete e il lago è stato abbandonato a se stesso. Poco per volta la vegetazione ha ricolonizzato l'area riducendo lo specchio lacustre alle dimensioni attuali. Per l'eccezionalità di questo habitat, che oltre al lago comprende anche importanti aree a canneto, piccole pozze libere, numerosi ruscelli e risorgive, lo stagno di Oulx è entrato a far parte dei Siti di Importanza Comunitaria ai sensi della direttiva dell'UE. La gestione ai sensi della nuova legge regionale n. 16 (il testo unico sui Parchi) è affidata alla Provincia di Torino che deve fare i conti con le difficoltà finanziarie e con la minaccia costituita dalle recenti urbanizzazioni per seconde case e per la nuova scuola, edificate in aree che definire poco idonee è un eufumismo. L'ente gestore, la Provincia di Torino, per far conoscere lo stagno e per promuoverne la fruizione ha editato un interessante opuscoletto che integra la collana edita da Hapax, dedicata alle aree protette provinciali. Due sono i principali sentieri: "Una Montagna per tutti" e l'"Anello del Canneto". Due brevi e facili passeggiate prive di dislivelli poco faticose ma naturalisticamente piacevoli e interessanti. Appena prima del passaggio a livello sulla ferrovia internazionale si svolta in via Pelloussiere e la si percorre per svoltare nella seconda traversa (via Luigi Einaudi) e parcheggiare alle spalle dell'avveniristico edificio che ospita il Liceo De Ambrois. A piedi si imbocca lo stradello che superata la bacheca descrittiva si inoltra nel canneto. Dopo poche decine di metri una deviazione sulla destra conduce alla spiaggetta sul lago e ai ruderi della ghiacciaia. Ripreso il cammino si oltrepassa un ponticello e si giunge ad un bivio. Il sentiero per tutti praticabile (anche dai diversamente abili) va a sinistra terminando di fronte all'ingresso del liceo, mentre la più lunga camminata del Canneto continua sulla destra. Il sentiero fiancheggia la scarpata boschiva, attraversa uno sgangherato ponticello e costeggia piccoli stagni (a sinistra oltre l'argine). Giunti al fondo della zona umida al bivio si svolta a destra percorrendo un boschetto di pini silvestri, frequentato da molti uccelletti. Si raggiunge così una stradina forestale che si segue verso destra sino al suo termine nei pressi di un'area residenziale. Seguendo un tratto di via Pelloussiere e ancora via Einaudi si torna al punto di partenza. Una vetusta casetta molto malandata con la sua insegna ci ricorda la presenza un tempo di una sorgente di acqua solforosa usata commercialmente (della sorgente non c'è traccia, ma l'odore di uova marce si sente ancora) Al termine di via Pelloussier e a fianco del laghetto di pesca sportiva iniziano altri due percorsi segnalati nella guida: la Pista da fondo, recentemente risistemata che raggiunge Beulard (il problema maggiore di questo tracciato è la cronica mancanza di neve che c'è stata negli ultimi inverni − quest'anno per ora fa eccezione) e l'Anello del Catolivier (lunghezza 5,4 km, 2,20 ore di marcia) che tocca la cappelletta della Madonna della Neve e la località Villaret, praticabile sia dagli escursionisti che d'inverno con le ciaspole. La guida Stagno di Oulx, n.4 delle guide provinciali può essere richiesta al Servizio Aree protette e vigilanza volontaria, Corso Inghilterra 7 Torino Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. 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