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L’anello di Vallemiola

A Montescheno in Val d'Ossola si conservano le tracce di un mondo ormai scomparso, che ci parlano della coltivazione della vite in condizioni ambientali difficili

  • Aldo Molino
  • novembre 2010
  • Martedì, 2 Novembre 2010

Montescheno, in Valle Antrona nell'alto Novarese, paese conosciuto soprattutto per la lunga processione, detta dell'Autani "dei sette fratelli" per distinguerla da altre analoghe promosse da altre comunità della valle (vedi Piemonte Parchi n. 197), offre all'escursionista altri motivi di interesse a cominciare dai muri megalitici di epoca imprecisata che interessano il versante esposto a sud nella zona di Varchignoli ai confini con Villadossola. In questa zona la sezione locale del CAI ha tracciato e segnalato un percorso archeologico abbastanza agevolmente percorribile quando la vegetazione invasiva (rovi e arbusti) non è troppo invadente. I muri megalitici e il sistema di ingegnose scale di collegamento fanno parte di una complessa sistemazione del pendio con terrazzamenti, canali di scolo e ripari finalizzati alla coltivazione della vite in ambiente alpino. Oggi in Valle Antrona non restano che poche viti, ma prima che la fillossera e l'abbandono facessero il loro corso la pratica era ampiamente diffusa. Il vino, bisogna ricordarlo, era un tempo l'unica alternativa all'acqua e anche i montanari sui pendii meglio esposti e favorevoli piantavano un po' di vigna per ricavarne vino, di qualità, va detto, non sempre eccelsa. Notiamo comunque che sebbene le montagne circostanti siano estremamente severe ci troviamo comunque a una quota, meno di 600 m, relativamente modesta. Tra i terrazzamenti transita anche uno dei sentieri segnalati dal comune: l'IC01, l'Anello di Vallemiola, escursione interessante effettuabile per buona parte dell'anno esclusi i mesi più caldi e dopo le nevicate. La cartina del tracciato con una sommaria descrizione si può trovare nell'ufficio turistico situato a destra della strada provinciale in località Cresti, che di Montescheno è il capoluogo comunale. Sono disponibili anche i tracciati di altri itinerari come quello che porta alle antiche miniere e naturalmente Autani. L'anello inizia nei pressi del bel lavatoio comunitario di Cresti a 472 m circa di altezza. Si imbocca la larga mulattiera che si lascia per svoltare a sinistra poco prima dell'edicola votiva. Si sale ripidamente nella zona del "Valin Blanch" – trascurando le indicazioni del "sentiero archeologico" che mandano a destra – caratterizzata dalla presenza di muri a secco, ripari sotto roccia, canali di drenaggio. I siti più significativi sono descritti da pannelli didascalici, alcuni dei quali purtroppo ormai illeggibili. Si percorrono così i terrazzamenti e si superano le spettacolari scale di pietra di collegamento, tra cui si distingue la scala "doppia". Si raggiunge un ampio riparo dove si trova una fontana e in alto si lascia a destra il sentiero per Varchignoli.
Si continua a sinistra sul sentiero abbastanza impegnativo, perché non sempre evidente, che taglia a mezzacosta il versante del Rio Brevettola, solitario e selvaggio. Si supera una fascia rocciosa, una vasca dell'acquedotto e si giunge su di un costone dove si trovano dei ruderi. Si prosegue verso l'alto sino ad altri ruderi oltre i quali si piega a sinistra per andare ad attraversare un profondo valloncello. Seguono altri saliscendi sino a incontrare una baita e poco oltre superare ancora un ruscello. Il sentiero ora meglio tracciato in breve conduce a Vallemiola superiore (805 m). Questa antica borgata conserva tutto il fascino del passato con le sue case in pietra e i tetti in beole: vale una visita accurata. Si possono così vedere il forno a pane ancora funzionante, due oratori (uno sconsacrato dedicato alla SS. Trinità, risalente al 1649, e l'altro alle Grazie con all'interno una pregevole Madonna con bambino del 1534) e due giganteschi torchi alla piemontese dove venivano pressate le uve provenienti dalle sottostanti aree vitate. Si scende sulla stupenda mulattiera selciata (vi transita l'Autani) attraversando il torrente Brevettola su di uno spettacolare ponte ad arco. Poco lontano e non troppo rispettosi, incombono i lavori della moderna strada che tra non molto permetterà alle automobili di giungere anche in questi sperduti villaggi. Si passa sotto un mulino ad acqua e si giunge a Progno. Anche in questa frazione si trovano un torchio, un forno e un mulino idraulico restaurato. Un piccolo negozio di alimentari permette all'occorrenza di fare provviste. Trascurando la strada asfaltata si passa dietro la chiesa parrocchiale per seguire in discesa la vecchia mulattiera che più in basso incrocia i tornanti della Provinciale. Per un tratto si segue l'asfalto, poi ci si abbassa sulla sinistra e attraversando le case di Cresti si torna al punto di partenza. In tutto sono 300 m di dislivello e poco più di 3 ore di cammino. Il sentiero, pur facile, non è banale e necessità di un po' di esperienza e capacità di orientamento non essendo attualmente la segnatura sempre univoca o ben evidente