Stampa questa pagina

L'anello del Passo del Duca, nel Parco naturale del Marguareis

Una gita per l'inizio dell'estate, lunga ma non troppo faticosa, grazie alla stradina militare che sale gradualmente in un magnifico bosco di abeti, poi tra magnifici pendii di rododendri, fino al Passo del Duca, da cui appare l'ambiente carsico della Conca delle Carsene; in discesa si attraversano i pascoli dello spettacolare Vallone del Marguareis, dominato da guglie e pareti di roccia, fino alle cascate di fondovalle.

  • Testo e foto di Furio Chiaretta*
  • Aprile 2024
  • Martedì, 9 Aprile 2024
Distesa di rododendri nei pressi del colle del Prel, con lo sfondo della pianura Distesa di rododendri nei pressi del colle del Prel, con lo sfondo della pianura

Il Parco naturale del Marguareis tutela 8.044 ettari di ambienti montani tra la Valle Pesio, l'alta Valle Ellero, l'alta Val Tanaro, giungendo fino alla cima del Marguareis (2652 m) e ai crinali che le separano dalla Val Vermenagna e dalla francese Valle Roja. E' stato il primo Parco naturale istituito dalla Regione Piemonte nel 1978, e dal 2016 fa parte dell'Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime, che comprende anche il Parco naturale delle Alpi Marittime e otto riserve naturali.

L'aspetto più interessante del parco sono i suoi ambienti carsici, con la vasta Conca delle Carsene, che nasconde nel sottosuolo calcareo uno dei più vasti sistemi di grotte e acque sotterranee delle Alpi.

L'itinerario porta in vista della conca, utilizzando per la salita una stradina militare costruita con grande maestria su scoscesi pendii ammantati di abeti, poi tra pascoli e rododendri, di cui si ammira la fioritura nel mese di giugno.

La stradina è assai frequentata anche dai ciclisti, che affrontano lentamente la salita, ma poi alcuni scendono a notevole velocità: percorrendo la strada a piedi in discesa non si vedono arrivare le bici e se si attraversa la stradina senza guardare all'indietro si rischia di essere investiti.

Perciò, giunti al Passo del Duca, è meglio evitare il ritorno sulla stradina militare, effettuando un itinerario ad anello sul sentiero che scende nel selvaggio, spettacolare Vallone del Marguareis, dominato dalle guglie e pareti delle cime Scarason e Marguareis.

Giunti al ripiano del Salto, dove si chiude l'anello, si può ancora effettuare un breve giro sul ripido sentiero a gradoni che porta alle cascate del Saut e del rio Sestrera. La ricchezza di torrenti e cascate nel fondovalle non deve far dimenticare che negli ambienti calcarei è difficile trovare acqua: quindi sono indispensabili borracce con 2 litri di bevande a testa.

Arrivare in auto

Dal casello di Mondovì della A6 Torino-Savona si segue la SR 564 in direzione di Cuneo, lasciandola dopo 16 km per seguire a sinistra la strada che porta a Pianfei e Chiusa di Pesio (qui si arriva anche da Cuneo, lasciando la SR 564 a Beinette).

Da Chiusa Pesio si risale la valle toccando Vigna e San Bartolomeo, e si giunge a un bivio presso la Certosa di Pesio. Entrambe le strade risalgono la valle e si riuniscono presso il Ponte Ardua, ma nei fine settimana di solito viene istituito un senso unico in salita sulla strada di sinistra (destra orografica). Negli ultimi 2 chilometri vi è una sola strada piuttosto stretta, che termina al parcheggio del Pian delle Gorre (a pagamento). Nei fine settimana estivi per trovare posto è opportuno arrivare prima dei numerosi frequentatori dell'area pic-nic. Sulla strada del ritorno, al bivio presso il Ponte Ardua, anche se non vige il senso unico, è meglio andare sulla strada di sinistra con cui si attraversa il ponte e il Villaggio Ardua e si scende alla Certosa.

Il percorso a piedi

Dal parcheggio del Pian delle Gorre (1032 m) si segue la strada militare che va in lieve salita sul lato sinistro del piccolo pianoro, lasciando in basso il rifugio Pian delle Gorre. La stradina va quasi diritta in direzione sud-est, attraversa su un ponte in pietra il rio di Serpentera, lascia a destra uno stradello in discesa e prosegue con comoda salita nel fitto bosco di abeti e faggi, alta sul torrente di cui si ode solo lo scrosciare, fino allo slargo del Salto (Sàut, 1177 m, 25 min, bacheca).

Si lascia a sinistra il sentiero H1 (che si percorrerà in discesa) e si prosegue sulla stradina militare che attraversa subito il rio di Sestrera con un guado di grosse pietre, lascia a sinistra una breve digressione per avvicinarsi alle cascate, e dopo pochi passi attraversa anche il rio del Salto su una passerella in legno, con uno scorcio sulla sua cascata.

La stradina militare cambia direzione e sale in diagonale nel bosco camera-2112207 960 720 verso nord-ovest, costruita con maestria sul ripidissimo pendio che domina il vallone del Salto. Si attraversa un fitto bosco di abete bianco che si interrompe solo quando si aggira il costone che scende dalla Testa di Prel (1300 m, 25 min): qui per pochi metri si apre il panorama sui fitti boschi della Valle Pesio verso la Certosa.

La stradina prosegue in lieve salita nel suggestivo bosco di abeti, entrando in mezza costa nel vallone solcato dal Pesio, che scorre 300 metri più in basso; subito dopo la confluenza con il sentiero H10 giunge al Gias degli Arpi (1435 m, 25 min) con una fontana (fare scorta d'acqua) e il piccolo edificio in pietra un tempo utilizzato dai pastori.

La stradina (segnavia H10) fa due tornanti a monte del gias, poi esce dal bosco puntando verso sud, con lunghi tratti sostenuti da muri in pietra ben costruiti. Dopo il successivo tornante a sinistra taglia una frana e offre un bel panorama sulla valle e sulle pareti di roccia della Testa Murtel camera-2112207 960 720. Inizia così a risalire con lunghi tornanti e moderata salita il vallone di erba e rododendri racchiuso fra le pareti della Testa Murtel e il costone che scende dal Colle del Prel. Per un tratto rientra nel bosco, fa un tornante a destra (1644 m, 40 min) in una radura e percorre un tratto ben costruito in rilevato. poi continua su terreno aperto riattraversando il vallone e la pietraia, con lunghi muri di sostegno in pietra (foto 3). Prima di raggiungere la parete di roccia della Testa Murtel fa un tornante a sinistra, a cui seguono altri 2 tornanti con cui riattraversa per tre volte il vallone, con un panorama via via più vasto sul vallone e sulla strada militare.

Si giunge così alla sella del Colle del Prel inferiore (1881 m, 40 min), da cui il panorama si apre sulla Valle Pesio camera-2112207 960 720 che si allunga verso la pianura. Dalla sella si può seguire il sentiero più ripido che sale lungo il costone, o proseguire sulla strada militare che fa un altro tornante con vista sui tornanti percorsi fin qui camera-2112207 960 720, e si riunisce al sentiero al Colle del Prel soprano (1926 m, 10 min), dove il panorama si allarga sulla testata del Vallone del Marguareis.

Qui si trova il bivio del sentiero H7 che si percorrerà in discesa, ma prima è d'obbligo un'ultima breve salita sulla mulattiera che passando tra torrioni di roccia camera-2112207 960 720 raggiunge subito il Passo del Duca (1989 m, 10 min), punto più elevato della gita.

Al di là appare la vasta Conca delle Carsene camera-2112207 960 720, caratterizzata da una vegetazione di pino mugo che cresce fra le rocce calcaree e in cui si riconoscono alcuni inghiottitoi.

Dal Passo del Duca si ripercorre in discesa la mulattiera fino al vicino al Colle del Prel soprano (1926 m): qui si trova il bivio (cartello) dove si abbandona la strada militare per scendere a destra sul sentiero camera-2112207 960 720 per il rifugio Garelli e dopo pochi passi tra l'erba si trova un altro bivio, dove si va ancora a destra per il Garelli (10 min, cartelli).

Il sentiero H7 si abbassa dolcemente in mezza costa, con vista sulla Punta Marguareis. Presto si aggira un costone e il panorama si apre su tutta la testata del Vallone del Marguareis camera-2112207 960 720, dominato dalle pareti dello Scarason e del Marguareis; sul versante opposto della valle si nota il rifugio Garelli, esempio di architettura moderna ben inserita nell'ambiente. Il sentiero perde gradualmente quota in diagonale tra l'erba e i rododendri, supera una selletta con un giovane pino cembro, per un breve tratto va giù ripido su ghiaie un po' scivolose, quindi riprende la discesa tranquilla fra erba e mughi. Va quasi in piano tagliando due pietraie già in parte coperte dall'erba e arriva a un bivio (1672 m, 35 min).

Si abbandona il sentiero per il rifugio Garelli per scendere sul ramo di sinistra che porta verso il fondo del vallone ormai vicino: all'inizio è evidente, poi diventa una traccia fra l'erba da seguire attentamente (pochi segnavia) fino al palo con cartelli nel fondovalle, che indica la confluenza con il sentiero H1 (1590 m, 10 min).

Si va a sinistra, su una traccia ben segnalata che fa lievi saliscendi fra erba e roccioni, sulla sinistra del letto - di solito asciutto - del rio del Marguareis. Seguendo la conformazione della valle, che qui piega verso nord, il sentiero si abbassa tra erba e sassi, giungendo in vista dei piccoli edifici del Gias sottano del Marguareis, addossato a una parete di roccia sull'altra sponda del rio. Si lascia a destra il sentiero che porta a un ponticello e al gias, proseguendo sul sentiero in sinistra orografica che nel pascolo tocca una sorgente (15 min).

Nei pressi di solito ricompare l'acqua nel letto del torrente camera-2112207 960 720, a cui il sentiero si avvicina (ma il punto di risorgenza cambia a seconda della stagione e delle piogge). Poi si tiene a mezza costa, allontanandosi dal corso d'acqua, entra in un fitto bosco di faggi e torna vicino al torrente, che si attraversa su una passerella (1374 m).

Il sentiero costeggia il rio ancora per un tratto, poi se ne allontana in piano, uscendo nella radura in cui si trova l'edificio del Gias sottano di Sestrera camera-2112207 960 720 (1341 m, 20 min, fontana).

Si lascia a destra il sentiero H8 per il rifugio Garelli e si rientra nel bosco, giungendo subito alla passerella sul rio del Salto e al vicino bivio per il Pian del Creus. Il sentiero H1 diventa una mulattiera che scende con qualche svolta nel bosco, fiancheggiata da muretti in pietra, tra magnifici abeti. Nei tratti più ripidi la mulattiera è stata costruita con pietre infisse nel terreno e - alternando tratti in diagonale e brevi svolte - confluisce sulla strada militare al ripiano del Salto (1177 m, 20 min), dove si chiude l'anello.

Se non si è troppo stanchi, si può effettuare un anellino tra le cascate, breve ma ripido. Si ripercorre per pochi metri la militare facendo il guado di grosse pietre sul rio di Sestrera e prima del successivo ponte si va a sinistra (cartello), sul sentierino che sale a gradoni e brevi svolte fino a un terrazzo da cui si ammira la cascata del Sàut camera-2112207 960 720. Per tornare si può salire - sulla destra del sentiero già fatto - una placca di roccia poco inclinata che da accesso a un sentierino che a mezza costa nel bosco giunge in vista del rio di Sestrera. Una breve discesa porta alla passerella in legno con cui si attraversa il torrente con vista sulla sua cascata. Quindi il sentiero risale di poco, fa un tratto in mezza costa, quindi scende ripido a gradoni fino alla strada militare, a pochi metri dal ripiano del Salto (15 min).

Sul lato a valle del ripiano un cartello indica un sentiero che permette di tornare al Pian delle Gorre rimanendo in prossimità del torrente, senza ripercorrere la strada militare. Il sentierino si snoda nel fitto bosco, tra la strada e lo spumeggiante torrente, fino a confluire su uno stradello che con pochi passi in salita riporta alla strada militare presso il ponte sul rio di Serpentera, da cui si raggiunge subito il Pian delle Gorre (1032 m, 20 min).

 

Informazioni utili

Dislivello: 1000 m.

Tempo di salita: 2.55 ore.

Tempo complessivo: 5.20 ore.

Difficoltà: E; non uscire dai sentieri segnalati.

Periodo consigliato: giugno, luglio, settembre, ottobre.

Carta: Fraternali 1:25.000, n. 16, Val Vermenagna, Valle Pesio, alta Valle Ellero, Parco naturale del Marguareis.

Informazioni: Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Marittime,

www.areeprotettealpimarittime.it, tel. 0171 976800.

Per dormire: Rifugio Pian delle Gorre tel. 0171 1836010 e 335 6889542, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.: è indispensabile prenotare per il pernottamento e per i pasti; nel bosco a fianco del rifugio è possibile campeggiare con piccole tende.

Note: i cani si possono portare, ma al guinzaglio e senza uscire dai sentieri.

Previsioni meteo: www.nimbus.it

Mappa dell'itinerario:  il percorso è indicato in rosso sulla carta fornita dall'Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Marittime camera-2112207 960 720.

 

* Furio Chiaretta è giornalista e "sentierologo": progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, con Blu edizioni; 142 laghi in Valle d'Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino; I sentieri più belli tra laghi, panorami e rifugi del Trentino; Rilassanti escursioni tra le montagne vicino a Torino, con Edizioni del Capricorno.