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Da soli e con la guida, nel Parco paleontologico dell'astigiano

Alla scoperta del Parco paleontologico dell'astigiano, con una proposta che unisce la scoperta del patrimonio paleontologico a quella della ricchezza naturalistica con due diverse tipologie di escursione: la visita guidata in Valle Botto (non accessibile in altro modo) e la passeggiata in autonomia su un itinerario ad anello in Valle Andona.

  • di Furio Chiaretta* e Alessandra Fassio
  • Novembre 2023
  • Mercoledì, 8 Novembre 2023
Visita con la guida all'affioramento della Valle Botto - Foto F. Chiaretta Visita con la guida all'affioramento della Valle Botto - Foto F. Chiaretta

La Riserva Naturale di Valle Andona, Valle Botto e Valle Grande

La Riserva è nata nel 1985 con lo scopo di salvaguardare e valorizzare il patrimonio paleontologico esistente nella zona, ed è costituita da due adiacenti e distinti settori collinari a Ovest di Asti. Nel 2003 è stata ampliata comprendendo, oltre a parte del territorio del comune di Asti, anche parte dei vicini comuni di Settime, Cinaglio e Camerano Casasco, triplicando la superficie a circa 930 ettari.

La notevole presenza di resti paleontologici (soprattutto conchiglie di molluschi marini) rende particolare e caratteristica l'area protetta, che rientra tra i rari casi concreti, a livello nazionale, di località destinate alla protezione di questo particolare patrimonio scientifico e culturale.

I reperti fossili che affiorano negli strati sabbiosi, sono costituiti dai resti di organismi sepolti nei sedimenti del mare, che occupava tutta la Pianura Padana fino all'arco alpino durante il periodo Pliocenico (3,5 milioni di anni fa): allora un'ampia insenatura era delimitata a Sud dai rilievi delle Langhe e, a Nord, da una bassa isola corrispondente all'attuale Monferrato settentrionale.

I fossili sono concentrati in particolari strati che si possono osservare lungo le pareti delle incisioni vallive. I numerosi ritrovamenti, dalle conchiglie a resti di vertebrati marini e terrestri, hanno richiamato fin dal 1700 l'attenzione di numerosi studiosi e ricercatori, che hanno contribuito a diffondere la curiosità e l'interesse per la paleontologia. Si tratta di centinaia di specie di molluschi marini, le cui conchiglie si sono conservate in ottimo stato. Ai molluschi si associano brachiopodi, echinidi, coralli e rari resti di vertebrati.

L'accesso al percorso paleontologico in Valle Botto è consentito solamente su prenotazione e con visita guidata. Sono presenti affioramenti fossiliferi attrezzati per le visite. Oltre all'importante patrimonio paleontologico, l'area protetta di Valle Andona, Valle Botto e Valle Grande offre lo spunto per interessanti osservazioni naturalistiche. L'originale copertura boschiva dell'area (querceto-carpineto) è stata profondamente alterata dall'uomo con l'introduzione di nuove specie, come il castagno e la robinia, oltre che con il cambiamento di destinazione d'uso di vaste superfici, recuperate alla viticoltura. Ora i boschi della zona sono caratterizzati dalla presenza di robinia, farnia, carpino, tiglio e acero. Pochi, ma preziosi, i pini silvestri, relitti di epoche più fredde: un esemplare bifido svetta nei boschi della Pianastra. Nel sottobosco la vitalba, rampicante molto robusto, forma cascante di liane, disputandosi lo spazio con caprifoglio, fusaggine, sanguinello, nocciolo. Macchie fiorite insistono dalla primavera all'autunno grazie a pulmonarie, primule, anemoni, gerani dei boschi, epatiche, denti di cane. Non mancano le farfalle, la cui bellezza si riassume nella presenza di esemplari come il podalirio, il macaone e svariate specie di ninfalidi. Con un po' d'attenzione si possono riconoscere coleotteri (cervo volante) e uccelli (gruccione, gheppio, upupa, ghiandaia, picchi verdi e picchi rossi minori). Gli scoiattoli sono di casa, così come volpi, tassi, donnole, faine, ramarri, serpenti non velenosi (come il saettone). Nelle pozze d'acqua formate dalle piogge primaverili gli anfibi (raganelle, rospi comuni, rane agili e rane verdi, tritoni con la caratteristica livrea nuziale nel periodo della riproduzione) si ritrovano per accoppiarsi o deporre le uova.

Tra i fossili astigiani, in Valle Botto e in Valle Andona

Proponiamo due diversi incontri con la Riserva naturale di Valle Andona, Valle Botto e Valle Grande. Prima una visita guidata in Valle Botto, che non è liberamente accessibile al pubblico, a cui si affianca la visita del Museo Paleontologico allestito a Palazzo Michelerio, nel centro storico di Asti, ideale per avvicinarsi all'affascinante mondo dei fossili. Poi una passeggiata ad anello e in autonomia tra i boschi della Valle Andona.

La visita guidata in Valle Botto

La Valle Botto è protetta da una Riserva naturale e l'accesso può avvenire solo con una visita guidata organizzata dalla Riserva il sabato o nei giorni festivi, nell'ambito delle Giornate delle famiglie. Di solito vi è una visita al mese dedicata alla Valle Botto, mentre in altri fine settimana vengono organizzate visite guidate in altri geositi gestiti dal Parco.

Il programma delle visite si trova sul sito del Parco paleontologico astigiano nella sezione delle "news" ed è opportuno prenotare con un certo anticipo allo 0141 592091.

Il ritrovo è abitualmente presso il Museo Paleontologico di Asti, in corso Alfieri 381 (si raggiunge dal casello Asti ovest della A21; la domenica si trova facilmente parcheggio nelle vicinanze).

La mattina è dedicata alla visita guidata del museo e della nuova mostra "Il Leviatano e le Sirene", in cui sono conservati gli impressionanti scheletri fossili di un Capodoglio, della Balenottera Tersilla, della Balenottera di Valmontasca camera-2112207 960 720 (Balenoptera acutorostrata cuvierii), del Delfino di Settime (Septidelphis morii), tutti ritrovati nei dintorni di Asti, insieme a un gran numero di conchiglie fossili esposte nelle sale del museo e illustrate da utili pannelli illustrativi. Ancora più interessanti sono le parole delle guide naturalistiche che accompagnano nella visita e che vengono ascoltate in assoluto silenzio anche dai bambini.

La visita termina intorno alle 13.00 e si ha un'oretta a disposizione per un pranzo al sacco nel chiostro del Palazzo Michelerio.

Quindi le guide forniscono le coordinate gps del luogo di ritrovo in Valle Botto e si forma una colonna di auto per raggiungerlo: dista solo 8 km dal museo e si raggiunge in pochi minuti.

A piedi si percorre uno stradello, poi si scende per un sentiero nel fitto bosco, con osservazioni naturalistiche per approfondire la biodiversità dell'area, e si arriva in un ripiano con tavoli, panchine e bacheche: un luogo non solo per il pic-nic, ma un'aula all'aperto camera-2112207 960 720 per illustrare alle scolaresche che visitano la riserva questo ambiente particolare: pochi metri più in alto si trova l'affioramento attrezzato per le visite camera-2112207 960 720 camera-2112207 960 720, con un ripiano addossato alla parete sabbiosa su cui si notano decine di conchiglie fossili. Le guide naturalistiche illustrano come si è formato questo ambiente particolare, poi coinvolgono bambini e ragazzi nella simulazione del lavoro del paleontologo, mentre gli adulti continuano a fotografare e ad ammirare da vicino le conchiglie fossili dell'affioramento camera-2112207 960 720: la raccolta è vietata non solo dentro la Riserva naturale ma in tutto il territorio italiano.

Con una breve camminata, questa volta in salita, si torna alle auto.

Una passeggiata ad anello in Valle Andona

L'itinerario a piedi si snoda nella parte più settentrionale della Riserva naturale che protegge la Valle Andona, seguendone per lunghi tratti il confine. Si parte dai Gorghi di Cinaglio camera-2112207 960 720, antichi piccoli bacini artificiali di raccolta dell'acqua che in passato erano utilizzati per la macerazione della canapa, e che ora sono asciutti e coperti di erba. Si cammina su piacevoli viottoli tra i boschi e si raggiunge la chiesetta romanica di San Bartolomeo, che conserva una bella abside. Poi si percorre la piccola, ombrosa Val Camerano, dove si tocca uno dei Gorghi di Camerano, risistemato e messo in sicurezza nel 2015, che è pieno d'acqua e ospita molti anfibi.

Il percorso è indicato da piccoli cartelli in legno verniciati di verde e in alcuni bivi si trovano i cartelli in laminato bianco a norma Cai, ma in qualche bivio - indicato nel testo - non c'è nulla (invece qualche cartello in laminato è stato curiosamente installato dove non ci sono bivi...).

Arrivare in auto

Provenendo da Torino si esce dalla A21 al casello di Villanova d'Asti e si percorre l'ex ss 10. Poco prima di Villafranca d'Asti in una rotonda si va a sinistra per Maretto/Chivasso, si fa il ponte sull'autostrada e dopo 1 km, in una curva a sinistra, si va a destra per Monale. dopo 3 km in un bivio non segnalato si svolta a sinistra in via Mollichino, e saliscendi tra le colline si arriva sulla SP 75, che si segue verso destra. Si attraversa il paese di Monale e si arriva sulla SP 9, che si segue verso sinistra per Piea. Poco oltre la strada svolta a destra per Cortandone e dopo 1 km si prende a destra la stradina per Cinaglio (cartello). La si percorre per 2 km e in fitto bosco, subito dopo il cartello di ingresso nel territorio di Cinaglio, si trovano i parcheggi ombreggiati dell'area pic-nic dei gorghi (quota 180 m)

In molti bivi non ci sono cartelli, quindi è utile azionare da Villanova il navigatore, mettendo come meta Cinaglio (i gorghi non compaiono, ma si trovano tra Monale e Cinaglio).

Il percorso a piedi

A piedi si prosegue lungo la strada, costeggiando la staccionata dell'area pic-nic. In corrispondenza della tettoia che ripara un tavolo, dal lato opposto della strada si trovano una bacheca e alcuni cartelli (in legno e laminato) che indicato l'inizio dell'itinerario da percorrere. Il viottolo inerbito sale nel rado bosco facendo subito una svolta a sinistra e poco dopo un tornante a destra. Si passa a valle di una grotticella scavata nelle sabbie, si osserva verso destra il solco della Valle Grande e in un bivio nel bosco si trascura il ramo a sinistra (cartelli, 10 min.).

Si prosegue diritto, quasi in piano su un costone boscoso, poi il viottolo si porta sul versante che domina a sinistra la Val Camerano. Quindi torna sul costone boscoso dove di trova un bivio non segnalato (5 min.): si trascura il ramo a destra in discesa e si continua in piano sul crinale e lungo il confine della Riserva naturale, indicato da piccoli cartelli in metallo. Nel pianeggiante cammino sul costone boscoso si lasciano a sinistra due sentieri (cartelli) e poi un tracciato che scende a destra, procedendo sempre in direzione nord, si abbandona il confine della Riserva e con un tratto in lieve salita si giunge alla Cascina Bastia camera-2112207 960 720 (20 min.). Si prosegue sullo stradello asfaltato con un lieve saliscendi arrivando subito alla mal ridotta cappella di San Grato (260 m, 5 min.).

Qui si svolta decisamente a sinistra (cartello Cai che indica San Grato e Casasco) sul viottolo in discesa, lasciando a destra una recinzione e un cancello, e trovando subito una biforcazione: si lascia il ramo in discesa e si prosegue sul ramo di destra in piano camera-2112207 960 720, trovando poco dopo un cartello verde che indica S. Bartolomeo. Sullo stradello con l'erba in mezzo si va in lieve salita, si lascia un ramo a destra in discesa e sul costone boscoso si giunge a un bivio (5 min): si va a destra (ovest) sul sentiero 301b indicato dal cartello, costeggiando di nuovo il confine della riserva. Il sentiero va in lieve salita e poi in discesa e in piano sempre sul costone, poi si abbassa in diagonale, con a monte (destra) un pendio in cui si possono scorgere conchiglie fossili; dopo un tratto in piano si giunge a un bivio (10 min.) senza indicazioni: si trascura il ramo a sinistra in discesa, continuando diritto in piano sul costone e poco dopo si lascia a sinistra un altro ramo in discesa. si prosegue diritto sul viottolo inerbito che va in lieve salita nel bosco, giungendo in una piccola radura dove inizia a scendere (239 m, 5 min., nessun cartello).

Qui si segue a sinistra la traccia inerbita che va in piano passando a fianco di un rudere nascosto dalla vegetazione e giunge dopo pochi passi alla chiesetta di San Bartolomeo. L'edificio del XII secolo conserva una bella abside romanica decorata ad archetti pensili e con un fregio a damier camera-2112207 960 720, mentre l'interno è spoglio e in abbandono. Si torna per lo stessa traccia alla radura (10 min. per la digressione), dove si svolta a sinistra sul viottolo in discesa nel bosco che transita a valle della chiesetta, fa un tornante a destra e in diagonale arriva sul fondovalle, dove confluisce su uno stradello più ampio (200 m circa, 10 min, cartelli).

Si va a sinistra sullo stradello, tra prati pianeggianti e alberelli della Val Camerano, lasciando subito a sinistra un viottolo (cartelli). Con una lieve salita lo stradello si porta sulla sinistra orografica della Val Camerano, dove procede in mezza costa, lascia a sinistra un altro viottolo (cartelli) e subito dopo transita a fianco di una radura (10 min.) con a sinistra un tavolo da pic-nic: raggiungendolo tra l'erba si vede alle sue spalle la recinzione che contorna il gorgo di Camerano Casasco camera-2112207 960 720, un piccolo bacino artificiale utilizzato in passato per la macerazione della canapa, che è stato risistemato nel 2015 per attività didattiche e ora ospita rane e rospi (5 min. per la digressione).

Si torna allo stradello che prosegue verso sud, prima in lieve salita, poi in lieve giungendo a un bivio in un valloncello (cartelli). Si lascia a sinistra un tracciato per Camerano Casasco, fa una breve risalita tra grandi alberi, poi va in piano ed entra in un umido vallone laterale, che attraversa con una curva a destra e prosegue sul suo versante opposto, nel fitto bosco. Si torna così nella Val Camerano e con pochi passi in discesa si esce sull'asfalto in vista dell'area pic-nic dove è iniziato l'anello (15 min.). Attraversando la strada si entra nell'area pic-nic e sulla destra si può raggiungere una bacheca con il cartello "via della canapa", da cui si vede uno dei gorghi di Cinaglio: il bacino rettangolare, profondo circa 80 cm, ora è asciutto e coperto dall'erba, ma ben riconoscibile (5 min.).

Informazioni utili

Dislivello: 200 m.

Tempo complessivo: 1.50 - 2 ore.

Sviluppo: 5,5 km.

Difficoltà: E.

Periodo consigliato: autunno, inverno e primavera; da evitare dopo i giorni di pioggia.

Carta: foglio 6 Comunità collinare Val Rilate, scala 1:25.000, edita dall'Assessorato al Turismo della Provincia di Asti: fa parte di una collana di 14 mappe che coprono tutto il territorio della Provincia, reperibili gratuitamente presso la sede dell'Ufficio turistico di Asti, piazza Alfieri 34, tel. 0141 530357, aperto ore 9-13 e 14-15 nei giorni festivi, 9-13 e 13.30-18 nei feriali (si può raggiungere a piedi dal Museo paleontologico, attraversando il bel centro storico di Asti, in 30 min. a/r).

Informazioni e prenotazioni: Ente di gestione del Parco paleontologico astigiano, www.astipaleontologico.it, tel. 0141 592091, dal lunedì al venerdì ore 8-17, sabato e domenica ore 11-18; la tariffa della visita guidata è di 20 € (10 € per i bambini dai 6 ai 14 anni) e comprende anche l'ingresso al Museo Paleontologico.

Previsioni meteo: www.nimbus.it

Mappa dell'itinerario

Note: la raccolta dei fossili è severamente vietata; utile una scorta di acqua poiché non si incontrano fontane; si può fare la gita con il proprio cane, purché al guinzaglio (lunghezza massima 1,5 m) e con museruola a portata di mano.

* Furio Chiaretta è giornalista e "sentierologo": progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, con Blu edizioni; 142 laghi in Valle d'Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino; I sentieri più belli tra laghi, panorami e rifugi del Trentino; Rilassanti escursioni tra le montagne vicino a Torino, con Edizioni del Capricorno.