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Pramollo, il sentiero della transumanza

  • Aldo Molino
  • dicembre 2011
  • Lunedì, 5 Dicembre 2011


A piedi o con le ciaspole, il vallone del torrente Risagliardo offre interessanti opportunità all'escursionista interessato a conoscere un territorio e le sue emergenze storico-culturali.
Info turistiche: Alimentari Pons Marcella - B.Pellenchi, 48, tel. 0121 582958

Il campo trincerato meglio conservato di Europa si trova a 1600 metri di altezza nei pressi del Colle di Laz Arà lungo la dorsale che de limita a sud la Val Germanasca. A realizzarlo furono i soldati dell'esercito francese comandato dal Duca di La Feuillad nell'estate del 1704. La guerra è quella di successione spagnola, quella che portò i francesi ad assediare Torino e che vide l'episodio di Pietro Micca. Per assicurarsi le spalle durante le incursioni verso il Piemonte, i francesi decisero di presidiare il facile valico che consente di scendere verso Pinerolo senza transitare dalla bassa Val Chisone. L'accampamento, in grado di ospitare 4000 uomini, fu realizzato in pochissimo tempo con le tecniche tipiche del tempo. Un ampio spiazzo, fossati e terrapieni. L'evoluzione degli avvenimenti ne decretarono l'abbandono senza però che venisse distrutto. A livello del terreno il campo trincerato lo si intuisce, ma basta salire per poche decine di metri verso le pendici del Truc Laouza per poterne appezzare perimetro e dislocazione. Al Colle di Laz Arà si può arrivare abbastanza comodamente in macchina per ammirare, oltre che i resti militari, il bel panorama sulle valli o per iniziare la classica gita al Gran Truc, la cima più importante della zona. Il valico, ci informa il pannello turistico, era anche luogo di incontro tra i ragazzi di Perrero e quelli di Pramollo che nella bella stagione salivano per far festa e ballare Curente e Bourreo al suono di violino o semitun. Si può però anche salire fin quassù a piedi percorrendo l'interessante sentiero, denominato "La vio de la Meirando" (la strada della transumanza) predisposto all'uopo dall'amministrazione comunale. Piccolo paese occitano, Pramollo (50 Km da Torino, 20 da Pinerolo) occupa una conca laterale in destra orografica della Val Chisone, a monte di San Germano. Il toponimo trae origine dall'abbondanza di sorgenti che bagnano i prati. L'itinerario percorre vecchie mulattiere, sentieri e tratti di strada, è segnalato da una serie di cartelli e prossimamente sarà dotato anche di segnaletica orizzontale a norma. Il percorso è comunque abbastanza intuitivo e può essere facilmente affrontato utilizzando le indicazioni del mini opuscolo reperibile in loco. Il percorso inizia in basso, subito dopo il primo tornante della strada che sale alle borgate alte. Si tratta del vecchio percorso seguito dalle mandrie quando nella buona stagione salivano agli alpeggi. Salendo si tocca la miniera di grafite e percorrendo una stradina il cimitero di borgata Ruata. Si continua sulla strada per il colle che dopo l'area attrezzata diviene sterrata sino al bivio per l'alpeggio e "Agriturismo Le Viole". Su questi pascoli si produce ed è possibile acquistare una particolare ricotta stagionata a cui danno sapore oltre 40 tipi diversi di erbe. Qui si individua una traccia nel pascolo che sale lungo la massima pendenza e raggiunge il Campo trincerato ben evidente. Ci si abbassa al colle e lungo la dissestata carrareccia si torna al bivio. Poco prima però si scende sulla destra attraverso il pascolo in direzione di un evidente radura in basso. Si supera un passaggio tra le lastre conficcate a delimitare il prato coltivato dal bosco. Pochi metri più in basso troviamo il pannello che ci racconta di "Roccho Velio". Si tratta di uno dei più importanti massi incisi del pinerolese che ospita un centinaio di coppelle e di altri segni. La posizione è dominante proprio di fronte al Gran Truc. La roccia non è immediatamente visibile, bisogna infatti continuare in piano per una cinquantina di metri. Le incisioni si trovano sulla sommità. Ben visibile nella parte sottostante è lo scivolo frequentato dai ragazzini come divertimento sino a non molto tempo fa. Per analogia con altre situazioni simili si può ipotizzare che in tempi remoti fosse uno "scivolo della fertilità" utilizzato dalle donne per favorire la procreazione. Nessun racconto o leggenda locale per ora però suffraga questa ipotesi. La roccia incisa più famosa di Pramollo e del Pinerolese è però Roccho Clapier che si trova dall'altra parte del vallone. Sulla sua superficie troviamo più di mille istoriazioni e secondo alcuni studiosi rappresenterebbe una mappa litica preistorica indicante le principali sorgenti. Il cammino prosegue verso la borgata di l'Eiretto (il nome richiama le aie dove venivano trebbiati i cereali) la scuola e la fontana dei Bocchiardi per poi ritonare a Ruata. Il primo tratto da Rue a Ruata ha un dislivello di 561 m e richiede 2 ore di cammino, altrettanto il secondo, per un dislivello di 468 m. Da vedere anche il Tempio Valdese e il piccolo museo dei Pellenchi che si trova in una antica scuola Beckwith. D'inverno, da dicembre a marzo, interessanti gite con le ciaspole (segnalate) sono quelle al Colle Vaccera che si affaccia sulla Val d'Angrogna, e sempre a Laz Arà lungo la strada innevata. Punto di appoggio è il ristorante Gran Truc tel. 0121 582760 che offre anche il Pranzo del Ciaspolatore e la possibilità di affittare le racchette da neve (349 3941830).