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Il Pian Goraj e il Lago Blu nella Valle del Sangonetto

Il versante orientale del Parco naturale Orsiera - Rocciavrè è solcato dai quattro rami della Val Sangone: nel vallone del Sangonetto una bella mulattiera porta dall'Indiritto di Coazze al vasto pascolo del Pian Goraj e poi alla Cappella dell'Alpe di Giaveno, da cui il sentiero più frequentato sale al Colle del Vento. Il "sentiero provato" permette invece di osservare dall'alto il Lago Piccolo e di raggiungere il solitario Lago Blu.

  • Testo e foto di Furio Chiaretta*
  • Agosto 2023
  • Lunedì, 28 Agosto 2023
Muro in pietra che delimita i pascoli dell'Alpe di Giaveno inferiore, sullo sfondo la pianura coperta dallo smog Muro in pietra che delimita i pascoli dell'Alpe di Giaveno inferiore, sullo sfondo la pianura coperta dallo smog

Il Parco naturale Orsiera - Rocciavrè, istituito nel 1980, protegge un'area montuosa di 10.947 ettari racchiusa a nord dalla Bassa Valle di Susa, a sud-ovest dalla Val Chisone e ad est dai quattro valloni della Val Sangone, in cui scorrono i torrenti Sangonetto, Rocciavrè, Balma e Sangone.

In questi valloni si possono effettuare piacevoli escursioni con spostamenti molto brevi dall'area urbana torinese.

Ad esempio la Val Sangonetto offre una passeggiata assai frequentata che in lieve salita porta da Tonda (una delle molte borgate dell'Indiritto di Coazze) al vasto Pian Goraj, con la sua bianca cappella. Molti visitatori si fermano nell'altopiano, mentre altri escursionisti proseguono verso il Colle del Vento che si affaccia sulla Bassa Valle di Susa. Pochi invece si dirigono sul sentiero 443 verso i due laghi alla testata del vallone: il minuscolo Lago Piccolo o Inferiore, nascosto in una conca di pietraie, e il bel Lago Blu o Superiore o Leis Gro' di cui si raggiungono le sponde; posto sul versante ombroso della valle, sotto le pareti del Monte Pian Real, il lago può essere gelato o coperto di neve in primavera e in tardo autunno, come durante un sopralluogo di fine ottobre (la neve ha impedito di provare il tratto successivo del sentiero, che sale al Colle delle Vallette).

Lungo il tracciato si incontrano minuscole borgate e alcuni pannelli (purtroppo in parte rovinati) che illustrano due interessanti geositi: il Roc del Gias, un blocco di roccia che è stato probabilmente ruotato sul suo asse da un terremoto preistorico, e l'anfiteatro morenico di Palè, formato dallo scomparso ghiacciaio del Sangonetto, che al suo ritiro aveva lasciato un piccolo lago intramorenico, poi colmato dai depositi portati dal rio Palè.

Arrivare in auto

Da Giaveno si percorre la strada verso Coazze e dopo 3,5 km si trova una biforcazione: si trascura il ramo di destra che sale a Coazze, per seguire la strada che si tiene nel fondovalle e dopo 2 km giunge a un altro bivio (località Sangonetto): subito prima del ponte sul torrente si gira a destra, verso l'Indiritto di Coazze. La strada costeggia il Sangonetto, poi sale a svolte, lascia a destra Marone, e con altri 4 tornanti giunge a Tonda (1138 m). Si parcheggia negli slarghi subito dopo la borgata, o presso il successivo tornante a destra, prima del divieto di transito. Se gli slarghi fossero occupati o se vi fosse un divieto di transito poco prima della borgata, si parcheggia negli slarghi prima delle case e si prosegue a piedi.

Il percorso a piedi

Da Tonda (1138 m) si ha un bel panorama sulla Val Sangonetto camera-2112207 960 720 in cui si snoda l'itinerario. A piedi si segue la strada fino al tornante a destra: all'esterno del tornante inizia la larga mulattiera 420 che va in piano, attraversa un rio e procede a mezza costa nel fitto bosco di faggi e castagni. Transita alla base di una pietraia e prosegue ben costruita, con tratti sostenuti da alti muretti in pietra. Passato un altro rio, la mulattiera lastricata inizia a salire dolcemente e arriva a un bivio dove si lascia a destra un ramo per Grangetta, passando tra le case abbandonate di Dogheria, che testimoniano un passato di vita e lavoro su queste montagne (1285 m, 35 min; prestare attenzione al precario equilibrio delle pietre delle case in rovina).

Dopo la borgata si lascia a destra un altro sentiero e si continua diritto, in lieve salita nella faggeta, toccando un pilone votivo presso un grande faggio camera-2112207 960 720, si passa a fianco di alcune case in rovina e si arriva alla suggestiva fontana Sisi, con tavoli da pic-nic ben ombreggiati. Dopo pochi passi si toccano le abbandonate case Sisi (1330 m) e una radura da cui appaiono il vallone del Sangonetto e in basso gli edifici dell'alpe Palè camera-2112207 960 720, con un pannello dedicato alla geologia del luogo. La mulattiera prosegue quasi in piano a mezza costa e giunge ai piedi della parete detta Roc del Gias (25 min). In alto si nota un blocco di roccia ruotato sul suo asse camera-2112207 960 720, probabilmente a causa di un terremoto preistorico: un pannello illustra questo geosito e riporta una leggenda ispirata dal Roc del Gias.

Si continua nella faggeta e in vista di una piccola forra, giungendo presto al guado sul rio Pairent (1370 m): lasciato a destra il sentiero 420A, si attraversa il torrente e si svolta a destra, ignorando il sentiero 419A, si fanno pochi passi lungo il rio, si lascia a destra un ponte e si continua diritto uscendo subito nel bel pascolo di Pian Goraj (1400 m, 10 min).

In lieve salita tra i dossi erbosi si raggiunge il costone che separa il Rio Pairent dal Rio Palè e lo si risale nel pascolo, con bella vista dall'alto sul vasto Pian Goraj, con una cappella e un pilone votivo camera-2112207 960 720.

Ai primi larici il sentiero si sdoppia: un ramo sale ripido lungo il costone ed è più adatto per la discesa, mentre l'altro si tiene a destra, sul lato del Pairent, alzandosi più dolcemente con lunghi tornanti tra rododendri e larici. I due sentieri coincidono per un tratto, poi si dividono ancora per poi riunirsi a quota 1700 m circa (50 min).

Dopo la confluenza il sentiero risale con brevi svolte il costone di erba e sassi, arrivando a una roccia con un palo (1732 m, 10 min): dopo pochi passi si trova a sinistra una traccia e poco oltre un vero bivio (non segnalato). Si lascia il frequentato sentiero 420 che prosegue sul costone, in direzione del Colle del Vento, per andare a sinistra a mezza costa, in piano e poi in lieve salita su un ampio costolone poco inclinato che porta all'Alpe di Giaveno inferiore (1799 m).

Lasciata la traccia che sale alla visibile cappella dell'Alpe, si prosegue verso sinistra in lieve salita fino a un costone erboso che si risale entrando in un valloncello che porta subito all'Alpe di Giaveno superiore (camera-2112207 960 720, 1865 m, 25 min).

Il sentiero passa tra i due edifici, si tiene al bordo del pascolo, con a sinistra il pendio che precipita verso il torrente, e piega a destra sulla traccia che sale al vicino palo con cartelli (Leis Gro' - Lago Blu). Si svolta a sinistra sul sentiero che va a lungo a mezza costa, prima quasi in piano, poi con una rampa esce in una conca che attraversa in lieve salita fino ad affacciarsi sulla valle principale, dove va in piano e poggiando a destra entra in un bel ripiano erboso (1975 m, 20 min).

Qui conviene fare una digressione a sinistra (sud-est) in lieve discesa sul largo costone, arrivando a un dosso (10 min a/r) da cui appare 30 metri più in basso il Lago Piccolo (camera-2112207 960 720), con lo sfondo delle pareti della Rocca Rossa.

Tornati al sentiero, si attraversa la piana (sud-ovest) verso il rio: arrivati alla sponda non lo si attraversa, ma si sale sulla sua destra (sinistra orogr.) a strette svolte su una traccia ben segnalata, uscendo su un ripiano dove il sentiero piega a destra e arriva subito sulla sponda del Lago Blu (2044 m, 15 min).

Lo specchio d'acqua, in cui si notano alcuni grandi massi caduti dal pendio sovrastante, ha una forma arcuata che si può osservare meglio risalendo per un tratto il pendio; in tardo autunno il Lago Blu può essere già gelato (camera-2112207 960 720).

Dal lago il sentiero 443 prosegue in salita, verso ovest, tenendosi sulla sinistra orografica del valloncello, fino a raggiungere il Colle delle Vallette (2302 m, 45 min), che si apre sulla conca di Cassafrera, impressionante distesa di pietraie alla testata della valsusina Val Gravio.

Il ritorno è sul percorso di salita (2.30 ore circa dal Lago Blu).

Informazioni utili

Dislivello: 950 m.

Tempo di salita: 3.20 ore.

Tempo complessivo: 6 ore circa.

Difficoltà: E su sentieri segnalati.

Periodo consigliato: da giugno a ottobre.

Carta: Fraternali 1:25.000, n. 4 Bassa Valle di Susa, Val Sangone oppure n. 6 Pinerolese, Val Sangone.

Informazioni: ufficio turistico di Coazze, viale Italia 3, tel. 011 9349681, aperto mercoledì, giovedì, venerdì e domenica ore 9.30-12.30, martedì e sabato ore 15.30-18.30.

Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie, tel. 0122 854720, orario 9.30-12 e 14-15 da lunedì a giovedì; 9.30-12 il venerdì.

Previsioni meteo: www.nimbus.it

Note: i cani si possono portare, ma devono sempre essere tenuti sotto stretto controllo (ed è meglio se sono al guinzaglio).

Mappa dell'itinerario

* Furio Chiaretta è giornalista e "sentierologo": progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso (da cui è tratto questo itinerario), con Blu edizioni; 142 laghi in Valle d'Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino; I sentieri più belli tra laghi, panorami e rifugi del Trentino; Rilassanti escursioni tra le montagne vicino a Torino, con Edizioni del Capricorno.