Stampa questa pagina

Cappella d'Erfo, la Val Grande tra leggenda e wilderness

Una passeggiata ai margini del Parco Nazionale della Val Grande muovendosi tra propaggini montuose che solleticano il Lago Mergozzo da una parte e il celebre Lago Maggiore dall'altra. Una breve escursione per cominciare ad assaporare l'atmosfera selvaggia della più estesa area wilderness d'Italia, stuzzicando la fantasia con racconti che intrecciano realtà e finzione, tradizione e leggenda. Un percorso che si muove tra silenzi, ricordi e abbandoni, per un angolo paesaggistico da scoprire un passo dopo l'altro.

  • Gabriele Gallo
  • Giugno 2022
  • Domenica, 26 Giugno 2022
Veduta dal Faiè - Foto G. Martini Veduta dal Faiè - Foto G. Martini

Ci sono escursioni che per brevità e facilità di ascesa potrebbero sembrare scontate e fini a se stesse. Percorsi apparentemente banali che si immergono in verità nelle viscere profonde di un territorio mostrandone l'anima e le identità più nascoste. Nel breve cammino che collega Rovegro con la Cappella di Erfo, ad esempio, è possibile toccare con mano i primi segni di una montagna che respira liberamente senza artifizi o costrizioni antropiche. Un viaggio propedeutico fatto di silenzi e riflessioni per imparare a degustare la Val Grande e la sua wilderness con coscienza e responsabilità. Un itinerario dove l'abbandono di chi eroicamente abitava la montagna si intreccia con la fierezza di una natura per una volta protagonista grazie alla sua forza ricolonizzatrice.

Il percorso

Raggiunta la frazione di Rovegro camera-2112207 960 720, abbandonare l'auto nella piazza dedicata ai Martiri della Val Grande che sorge a fianco della Provinciale diretta a Cicogna. Incamminarsi lungo Via Cossogno prima e Via Maggiore poi (apposite paline), attraversando i caratteristici vicoletti in pietra che contraddistinguono ancora oggi il piccolo borgo camera-2112207 960 720, comune indipendente fino al 1928 e a quel tempo animato da ben 828 persone. Giunti al margine superiore delle abitazioni (Piazzetta della Fontana), tenere la destra e proseguire sul ripido itinerario che prende quota con stretti tornanti lastricati e inerbiti (tacche gialle). Immergersi così nell'autenticità naturalistica della zona che si rivela fin da subito ruvida e selvaggia, regalando però scorci affascinanti sulle insenature orografiche circostanti, dietro le quali l'occhio più attento potrà intuire il Lago Maggiore camera-2112207 960 720. Continuare sulla mulattiera lastricata che si muove sinuosa tra boschi misti di castagno tagliando il crinale in direzione nordovest e superare alcuni tratti più esposti in prossimità dei ruscellamenti impervi (prudenza in caso di pioggia). Dopo una rampa nuovamente più ripida, lambire alcuni ruderi e immettersi così nella distesa verdeggiante dell'Alpe Monte, ancora ferita dall'incendio scoppiato in loco nell'aprile del 2022. L'itinerario, a questo punto, si fa più dolce, si attraversa una seconda radura impreziosita da baite rimesse a nuovo, si prosegue sulla carrozzabile ora larga e inerbita e si giunge infine alla Cappelletta dell'Alpe Erfo camera-2112207 960 720 camera-2112207 960 720, posta ai margini della strada che conduce a Ompio e nei pressi di un'ampia area attrezzata.

La leggenda di E.r.f.o.

Si narra che in un baita sperduta posta sui pendii che sovrastano l'abitato di Quarna Sopra, vivesse una semplice famigliola dedita all'agricoltura e alla pastorizia. Una mattina di maggio il padre e i figli maggiori erano impegnati nei campi, mentre la mamma si stava adoperando nell'arte del ricamo nel modesto cortile antistante l'abitazione in compagnia del figlio più giovane ancora in fasce. D'improvviso quest'ultimo cominciò a piangere e ad agitarsi e la donna, con fare amorevole, lo accarezzò prima di dirigersi in fretta in cucina per preparare un po' di latte. Pochi istanti e un'aquila, scorgendo il piccolo temporaneamente indifeso, si involò verso il basso e lo trascinò via tra le braccia del cielo, stringendolo con gli artigli. Un grido di impotente disperazione si levò per l'intera giornata, rimbalzando da un versante all'altro della vallata del San Bernardino. Discesa ormai la notte, il buio venne gradualmente squarciato da puntini luminosi tremolanti che si ingrandivano a poco a poco, finché una legione di angeli non li condusse sul pianoro dove giacevano i resti dilaniati del bimbo rapito. Qui gli angeli fecero discendere sull'esile corpicino un mantello fatato impreziosito dalla frase "E nel Ricordo un Fiore Offrite (E.r.f.o.)" formata da tanti narcisi bianchi. Il giorno successivo gli abitanti e i montanari videro che i prati e i pascoli della valle, solitamente verdi e privi di ogni fioritura, si erano trasformati in enormi e spettacolari distese di narcisi. A ricordo di quel prodigio e in memoria del povero bambino strappato alla vita, venne allora eretta una piccola cappella dedicata proprio alla Madonna di E.r.f.o.

Il Parco Nazionale della Val Grande

Concepito a partire dal 1971 con l'istituzione della Riserva naturale integrale del Pedum e la Riserva naturale orientata del Mottac (per un territorio complessivo di circa 3.400 ettari), il Parco Nazionale della Val Grande camera-2112207 960 720 camera-2112207 960 720 si estende oggi su oltre 15.000 ettari e comprende l'intera Val Grande, la laterale Val Pogallo e parzialmente le Valli Vigezzo, Cannobina, Ossola e Intrasca. Considerata l'area wilderness più estesa dell'intero arco alpino, si contraddistingue per l'integrità ambientale del territorio custodito, capace di stimolare la riscoperta del silenzio come valore e come condizione per saper meglio ascoltare se stessi, gli altri e il mondo circostante. Ricco di imperdibili peculiarità floristiche, faunistiche e geologiche (che hanno portato nel 2013 alla creazione del Sesia - Val Grande Geopark patrocinato dall'UNESCO), il Parco Nazionale è una meta ideale per chi ricerca la natura incontaminata e selvaggia, da affiancare alla visita di emergenze storico-culturali come il Castello Visconteo di Vogogna o il Museo archeologico della pietra ollare di Malesco.

Informazioni tecniche

Difficoltà: E

Lunghezza: 5,20km (A/R)

Dislivello positivo: 300m circa

Tempo di percorrenza: 2h 15'/2h 30' (A/R)

Punto di partenza: San Bernardino Verbano (VB) - Frazione di Rovegro

Approfondimenti: www.parcovalgrande.it

Gestione Area protetta: Ente Parco Nazionale Val Grande, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.