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Due passeggiate invernali nel Parco naturale Orsiera-Rocciavré

Sul versante della Val Chisone del Parco naturale Orsiera-Rocciavré si snodano alcuni piacevoli itinerari sulla neve che portano a rifugi aperti anche d'inverno: abbiamo provato l'itinerario battuto dal gestore del rifugio Selleries e una escursione con le ciaspole da Usseaux al rifugio Lago delle rane. L'itinerario proposto si può percorrere d'inverno anche se non c'è la neve ma è indispensabile avere i ramponcini da escursionismo, da calzare nei tratti in cui vi è ghiaccio o neve gelata, per evitare pericolose scivolate. Inoltre è utile verificare l'apertura dei rifugi, che potrebbero essere chiusi a causa della scarsità di acqua potabile.

  • Testo e foto di Furio Chiaretta*
  • Gennaio 2022
  • Mercoledì, 9 Febbraio 2022
Cappella al Rifugio Selleries Cappella al Rifugio Selleries

In Piemonte iniziano a diffondersi i percorsi pedonali tracciati nella neve, grazie all'iniziativa di alcuni gestori di rifugio che hanno deciso di tenere aperte queste strutture anche nei mesi invernali. Il gestore deve aprire un tracciato nella neve con un battipista o una motoslitta, per portare al rifugio viveri e materiali. Sul percorso battuto possono quindi transitare senza problemi anche i turisti, che raggiungono a piedi il rifugio per il pernottamento o più frequentemente per il pranzo.

In questa rubrica abbiamo già presentato l'itinerario che si snoda nel Parco naturale Val Troncea fino al rifugio Troncea (febbraio 2020), il tracciato che dalla Certosa di Pesio giunge al rifugio Pian delle Gorre (gennaio 2021) e i percorsi che in Val Varaita portano al rifugio Bagnour attraverso il Bosco dell'Alevé (dicembre 2021).

Questa volta gli itinerari si snodano sul versante Val Chisone del Parco naturale Orsiera-Rocciavré, la vasta area protetta che si estende per 10.950 ettari tra Bassa Valle di Susa, Val Sangone, Val Chisone, e che si innalza fino ai 2886 m del Monte Orsiera.

Il primo percorso conduce dall'ex sanatorio Agnelli di Pra Catinat, ora trasformato in albergo, fino al rifugio Selleries, lungo la strada che viene chiusa ai turisti motorizzati da inizio novembre a fine maggio. Il tracciato diventa così un facile percorso pedonale camera-2112207 960 720 di 7 km, che dopo le nevicate viene tracciato con un battipista da Massimo Manavella, gestore del rifugio. Ma la strada taglia anche pendii scoscesi dove potrebbero cadere valanghe: prima della gita è quindi indispensabile consultare il profilo Facebook o Instagram del rifugio, in cui Massimo indica il rischio di valanghe e le condizioni del tracciato. In alcuni periodi si può camminare con gli scarponi, in altri sono utili anche le ciaspole, ma più frequentemente sono indispensabili i ramponcini antiscivolo di cui parliamo più avanti.

I ramponcini sono assai utili anche per la camminata che da Balboutet porta al rifugio Lago delle rane, situato nella vasta conca di Pian dell'Alpe. Anche in questo caso l'itinerario più frequentato si snoda su una strada chiusa ad auto e moto da inizio novembre a maggio, su una larga traccia di neve battuta: con una camminata molto panoramica di 5 km e un dislivello di 350 metri si sale dolcemente da Balbouet al Pian dell'Alpe, tra vasti pendii utilizzati per il pascolo estivo. Il vasto, bellissimo Pian dell'Alpe camera-2112207 960 720 si può raggiungere anche le ciaspole, lungo un tracciato meno frequentato che da Usseaux segue la mulattiera estiva e che proponiamo come secondo itinerario. I due itinerari sono piacevoli anche quando c'è poca neve.

Ma prima di intraprendere escursioni invernali è necessario dotarsi dei ramponcini antiscivolo e conoscere il pericolo delle valanghe.

I ramponcini antiscivolo

I percorsi pedonali tracciati nella neve che portano ai rifugi sono assai frequentati e il passaggio giornaliero di molti camminatori rende la neve dura e compatta: il rischio di scivolate se si calzano solo gli scarponi è quindi notevole, e anche le punte di cui sono dotate le ciaspole non sempre aiutano, soprattutto in discesa. Le scivolate sono ancora più probabili quando vi è molta differenza fra temperature diurne e notturne: di giorno il sole fa fondere la neve e nella notte può formarsi uno strato di ghiaccio su cui la presa di scarponi e ciaspole è assai ridotta. Neve dura e ghiaccio si incontrano facilmente anche se l'innevamento è scarso.

Gestori dei rifugi, guide alpine e guardaparco consigliano quindi di utilizzare i ramponcini antiscivolo camera-2112207 960 720. Sono più compatti, leggeri ed economici dei classici ramponi da alpinismo, si calzano facilmente sotto gli scarponi da escursionismo, evitano scivolate e cadute spesso dolorose. I modelli più semplici si montano sotto il tallone, ma è preferibile dotarsi dei modelli che coprono tutta la suola e che permettono di camminare non solo sulla neve dura o gelata, ma anche su brevi tratti di sentiero senza neve. Camp, Salewa e altre ditte di attrezzature per la montagna hanno in catalogo diversi modelli, più o meno leggeri, con 3 o 4 misure a seconda del numero di scarpone che si utilizza e con prezzi fra i 30 e i 40 € per la coppia di ramponcini.

Le valanghe, un pericolo da non sottovalutare

Dal 1° gennaio 2022 è entrato in vigore un decreto legge nazionale che recita: "i soggetti che praticano lo sci-alpinismo o lo sci fuoripista o le attività escursionistiche in particolari ambienti innevati, anche mediante le racchette da neve, laddove, per le condizioni nivometeorologiche, sussistano rischi di valanghe, devono munirsi di appositi sistemi elettronici di segnalazione e ricerca, pala e sonda da neve, per garantire un idoneo intervento di soccorso". In Piemonte esisteva già da anni una legge regionale abbastanza simile, ma la norma nazionale ha fatto crescere l'attenzione su un problema che non va sottovalutato, neppure se si effettuano facili escursioni sulla neve.

La soluzione più semplice sarebbe dotarsi - come prevede questa legge - di pala, sonda e dell'artva, ossia "apparecchio per la ricerca dei travolti da valanga": si tratta di un piccolo attrezzo elettronico che si indossa prima di iniziare la gita e che emette un segnale radio: se una valanga travolge alcune persone, chi è rimasto fuori commuta l'apparecchio in modalità ricezione e può individuare in pochi minuti il luogo in cui iniziare a scavare per ritrovare chi è stato sepolto dalla neve. Il tempo di sopravvivenza sotto una valanga è al massimo di 15-20 minuti: senza artva i tempi della ricerca sono molto più lunghi e con poche speranze di trovare ancora vivo chi è stato sepolto.

Gli scialpinisti lo hanno capito da molti anni e si sono dotati di questa attrezzatura, mentre tra i ciaspolatori c'è ancora l'idea che muovendosi su terreni facili non vi sia il rischio di essere travolti da una valanga. Invece su molti terreni e con certe condizioni di neve il rischio esiste, quindi vi sono solo due possibilità: dotarsi di artva, pala e sonda, oppure rinunciare alla gita se vi sono dei rischi.

Purtroppo la spesa è di almeno 250-280 €: pochi se confrontati ai costi di una attrezzatura da scialpismo, molti se si fanno poche gite all'anno con le ciaspole. In Trentino e in altre località di turismo invernale, alcuni centri di noleggio di ciaspole propongono in affitto giornaliero anche artva, pala e sonda con una spesa modesta.

Ma bisogna anche imparare come si utilizza in modo corretto e rapido questa attrezzatura: ad esempio con corsi collettivi di qualche ora, come quelli organizzati dall'ente Aree protette delle Alpi Marittime in collaborazione con le guide alpine.

Se invece - a causa di una situazione economica per molti assai difficile - si preferisce attendere che sia facilmente possibile noleggiare artva, pala e sonda, oppure che scenda il prezzo degli artva, è indispensabile verificare prima della partenza che la gita non presenti un rischio di valanghe.

Innanzitutto si deve consultare il bollettino valanghe dell'Arpa Piemonte, molto preciso e suddiviso per zone, quote, esposizione dei pendii. Se il rischio valanghe nell'area in cui è prevista la gita è classificato 3 (marcato), 4 (forte), 5 (molto forte) è indispensabile rinunciare all'escursione, per non finire sotto una valanga o - nella migliore delle ipotesi - prendere una multa da un carabiniere forestale o da un guardaparco per non avere rispettato la legge.

Se il rischio è classificato 2 (moderato) o 1 (debole) è opportuno consultare il sito internet o il profilo facebook del rifugio meta della gita o presso cui si intende transitare, e quando le indiczioni sono poco chiare o non aggiornate è meglio telefonare anche al gestore (nella scala europea del pericolo valanghe non esiste un livello 0, ma solo la situazione di "no neve": quindi il pericolo di valanghe è assente solo quando non c'è neve...).

Nella malaugurata ipotesi che, nonostante tutto, uno dei partecipanti all'escursione finisse sotto una valanga, o accadesse qualche altro incidente, è bene ricordare che prima di telefonare al 112 è assai utile trovare sullo smartphone le coordinate del punto in cui è avvenuto l'incidente, annotarle e fornire tali coordinate all'addetto del 112: in tal modo l'elicottero o i volontari del soccorso alpino potranno arrivare più rapidamente sul posto. Poi - mantenendo la calma - si potranno mettere gli artva in modalità ricerca, trovare il punto in cui c'è il sepolto e iniziare a scavare. Senza artva c'è solo da sperare che il malcapitato non sia stato interamente sepolto dalla neve e usare le ciaspole come pale di fortuna...

Da Pra Catinat al rifugio Selleries

Dislivello: 450 m.

Sviluppo: 7+7 km.

Tempo di salita: 2 ore.

Tempo complessivo: 3.45 ore circa.

Difficoltà: E.

Punti d'appoggio: rifugio Selleries (2023 m) all'Alpe Selleries, www.rifugioselleries.it, tel. 0121 842664, aperto anche nei mesi invernal, informazioni aggiornate sul rischio valanghe in m.facebook.com/rifugioselleries; Hotel Prà Catinat (1650 m), www.pracatinathotel.it, tel. 0121 884884.

Guarda qui la mappa del sentiero

Arrivare in auto

Da Pinerolo si percorre la Val Chisone fino alla frazione Depot, dove si svolta a destra sulla strada che sale con molti tornanti all'Hotel Prà Catinat. Di fronte al grande edificio dell'albergo, un cartello indica a sinistra il parcheggio situato nel piazzale di uno dei due imponenti edifici dell'ex Sanatorio Agnelli camera-2112207 960 720, attualmente in disuso; l'altro edificio è stato ristrutturato e ospita l'Hotel Prà Catinat. Tra gennaio e marzo 2022 la sosta è gratuita, mentre dalla primavera dovrebbe costare 5,00 €, da pagare alla reception dell'albergo.

Il percorso a piedi

Dal parcheggio (1650 m) si prosegue sulla strada, asfaltata e di solito innevata, che transita a monte dell'albergo e fa un tornante a sinistra: subito dopo si lascia a destra il ripido sentiero estivo, percorribile solo se non c'è neve o ghiaccio. Si prosegue lungo la strada che tra i larici raggiunge uno slargo con a sinistra l'edificio più elevato del Forte delle Valli (1760 m, 0.20 ore). Si aggira il costone boscoso, trovando subito un bivio: si lascia a sinistra la strada in discesa per la borgata Puy e si prosegue in piano nel lariceto giungendo a un altro bivio con cartelli (1768 m, 0.10 ore).

Si abbandona la strada in piano per Pequerel e si svolta a destra (cartello "rifugio Selleries"): la strada sale in diagonale nel lariceto, a monte di quella appena percorsa, raggiungendo una bacheca (1814 m) posta su un costone.

La strada piega a sinistra e sale lungo il costone, giungendo presto a un bivio con cartelli. Sulla destra si stacca il sentiero 301, che si può seguire se è già battuto, proseguendo lungo il panoramico costone, ma con attenzione (il lato destro del costone è molto scosceso). Non ci sono invece problemi se si continua lungo la strada, che fa tre brevi tornanti e torna sul panoramico costone camera-2112207 960 720, dove giunge anche il sentiero 301 (1876 m, 0.15 ore).

Qui si lascia a destra la diramazione per il vicino alpeggio Chanfoulcre, continuando in lieve salita lungo il costone. Presto la strada entra nel lariceto, dove sale in diagonale con scorci verso l'alta valle Chisone camera-2112207 960 720, toccando un punto panoramico (2031 m, 0.30 ore), dove la vista si allarga verso la pianura. Con salita più moderata si prosegue nel lariceto giungendo alla sella di Saret del Campo camera-2112207 960 720 (2070 m, 0.10 ore), da cui appare il vallone solcato dal rio Jouglard.

Da questo punto si può continuare solo se non c'è pericolo di valanghe (da verificare su m.facebook.com/rifugioselleries).

La strada va in lieve discesa, tagliata sullo scosceso pendio boscoso e protetta da un guard-rail in legno, attraversa il vallone e giunge subito nella conca della Bergeria del Jouglard (2031 m, 0.10 ore). La strada prosegue in lieve salita su terreno aperto, con ampi panorami sulla valle e verso le Marittime camera-2112207 960 720, poi va in piano, tagliata sul ripido pendio, toccando la fontana del Rabiè. Infine, protetta da una robusta staccionata, la strada aggira un costone roccioso (2040 m, 0.20 ore), da cui appare la conca dell'alpe Selleries, con in basso il rifugio e di fronte la parete della Punta Cristalliera

Una breve discesa porta al rifugio Selleries (2023 m), situato in una bella posizione: dal terrazzino fra il rifugio e una piccola cappella camera-2112207 960 720 il panorama si apre verso la bassa Val Chisone e la pianura.

Il ritorno è sullo stesso percorso (1.45 ore circa).

 

Da Usseaux al rifugio Lago delle rane

Dislivello: 500 m.

Tempo di salita: 1.50 ore circa.

Tempo complessivo: 3.20 ore circa.

Difficoltà: E, da evitare in caso di nebbia.

Punto d'appoggio: rifugio Lago delle rane (1920 m) al Piano dell'Alpe, www.rifugiolagodellerane.it, tel. 347 0243213, sempre aperto, anche nei mesi invernali.

Guarda qui la mappa del sentiero

Arrivare in auto

Da Pinerolo si percorre la Val Chisone, si attraversa Fenestrelle e poco dopo un tunnel si trova a destra la diramazione per Usseaux; con due tornanti si raggiunge il bivio per Balboutet e il parcheggio; se questo fosse al completo, si deve tornare indietro fino al parcheggio presso il primo tornante, da cui si segue a piedi la strada selciata che attraversa tutto il paese, fra murales camera-2112207 960 720 e case ben ristrutturate.

Il percorso con le ciaspole

Dal parcheggio di Usseaux (1447 m) si raggiunge subito uno slargo con una fontana ottagonale: si lascia la strada selciata che scende fra le case, per prendere la mulattiera (segnavia Gta) che si alza in diagonale a monte del paese, con un bello scorcio sul Forte di Fenestrelle. La mulattiera continua nel rado bosco con lievi svolte, risalendo lungo la destra orografica del vallone in cui scorre il rio d'Usseaux. Il tracciato si avvicina progressivamente al rio, che si attraversa su un ponticello, poi si sale in prossimità del rio per pochi metri, uscendo in un vasto, aperto ripiano di pascoli (1700 m, 0.50 ore).

Si va in lieve salita verso sinistra, in direzione delle baite di Montagne d'Usseaux camera-2112207 960 720, che si raggiungono riattraversando il rio d'Usseaux. Dalle case in pietra di Montagne d'Usseaux (1740 m) si prosegue verso nord, salendo nel bosco fino al lungo edificio dell'Istituto Don Bosco camera-2112207 960 720 (1838 m, 0.30 ore).

Qui si piega a sinistra e passando a monte dell'edificio si esce subito nella vasta conca di pascoli del Pian dell'Alpe, con lo sfondo dell'Alta Val Chisone camera-2112207 960 720. Con un bel panorama sul Pelvo e sul Colle delle Finestre si transita a destra della staccionata del campeggio, puntando verso il visibile edificio dell'alpeggio (1896 m, agriturismo estivo) e prima di raggiungerlo si esce sulla strada che sale da Balboutet camera-2112207 960 720, su cui si snoda l'itinerario pedonale. Seguendo la strada battuta, o costeggiandola in neve fresca, si sale per un breve tratto verso nord, quindi si svolta a sinistra, raggiungendo subito il rifugio Lago delle rane (1920 m, 0.30 ore). Situato poco a monte dell'alpeggio, offre un ottimo panorama sul vasto Pian dell'Alpe, dominato dai pendii del Française Pelouze e del Pelvo camera-2112207 960 720, con lo sfondo delle montagne della Val Chisone.

La discesa è sul percorso di salita (1.30 ore circa).

Oppure, con un itinerario più lungo, si segue il tracciato del percorso pedonale sulla strada che con alcune svolte e una lunga diagonale verso ovest tra i pascoli porta a Balboutet (1568 m); dalla bella borgata si prosegue sulla strada asfaltata in discesa e al 2° tornante si trova un bivio: si va diritto, sulla strada che in mezza costa porta a Usseaux, dove si chiude l'anello.

Informazioni utili per i due itinerari

Periodo consigliato: inverno, con o senza neve.

Carta: Fraternali 1:25.000, n. 3 Val Susa, Val Cenischia, Val Chisone.

Ente di gestione delle Aree protette delle Alpi Cozie, www.parchialpicozie.it, tel. 0122 854720, orario 9.30-12 e 14-15 da lunedì a giovedì; solo 9.30-12 il venerdì; sede di Pragelato, tel. 0122 78849.

Previsioni meteo: www.nimbus.it

Previsioni valanghe: www.arpa.piemonte.it/bollettini/bollettino_valanghe.pdf

Note: si possono fare le escursioni con il proprio cane, purché al guinzaglio e con museruola a portata di mano.

* Furio Chiaretta è giornalista e "sentierologo": progetta, descrive e fotografa itinerari escursionistici. Le sue ultime guide pubblicate sono: I più bei sentieri del Parco nazionale del Gran Paradiso; Passeggiate sulle montagne torinesi; Andar per laghi: 56 passeggiate a 196 laghi dalle Marittime al Gran Paradiso, con Blu edizioni; 142 laghi in Valle d'Aosta: 48 gite a piedi, con Mulatero editore; Le più belle escursioni panoramiche in Trentino e I sentieri più belli tra laghi, panorami e rifugi del Trentino con Edizioni del Capricorno.