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Sulle tracce del lupo

  • Aldo Molino
  • Gennaio febbraio 2011
  • Mercoledì, 21 Maggio 2014
Murales a Montelupo albese Aldo Molino Murales a Montelupo albese Aldo Molino

A Montelupo, sulle colline dei grandi vini albesi, una bella escursione invita alla scoperta degli ambienti e dei paesaggi di una zona poco nota delle Langhe
Plin, in lingua piemontese è il pizzicotto, e del " plin " sono detti i piccoli agnolotti tipici dell'albese chiusi, uno a uno, pazientemente con leggera pressione delle dita: un pizzicotto che è un piccolo delicato gesto d'amore verso questa terra meravigliosa che sono le Langhe. Golosa tentazione che sconsiglia di giungere sulla piazza di Montelupo Albese sul far del mezzogiorno: quella che era la mescita del paese oggi è una apprezzata trattoria "in Piazza", appunto, che offre specialità tipiche albesi. Difficile resistere, e una volta con le gambe sotto il tavolo la gita è presto dimenticata. E tra un piatto di agnolotti (del "plin"), uno di carne cruda con una grattata di tartufo, un brasato e magari un "bunet", il tutto lubrificato con qualche bicchiere di troppo, il pomeriggio va verso la sera e la camminata è prudentemente da rinviarsi. Attorno a Montelupo e alla sua collina è tracciato infatti un bel percorso nei boschi e tra le vigne, che si snoda per quasi 11 chilometri e che richiede nella versione lunga 3 ore e mezza di cammino (ma esistono anche delle varianti ridotte). Siamo a 567 m di altezza in uno dei tanti paesi delle Langhe costruiti in cima a una collina. Proprio di fronte c'è Rodello, poco più lontano Diano e in basso le preziose terre del barolo. Il nome del borgo deriverebbe dalla presenza in questi luoghi, al tempo della fondazione del paese intorno al XIII secolo, del famigerato carnivoro. Estinto da molto tempo, il lupo è diventato da queste parti un animale quasi totemico, a cui è dedicato tra l'altro il lungo sentiero che gira intorno al paese. Seguirne le tracce è abbastanza facile ma non banale perché qualche masca di tanto in tanto si diverte a far sparire i cartelli o a girarli al contrario, rendendo difficile l'individuazione del giusto percorso. Chi alle masche, le streghe, non crede, rimanda invece al dispetto di qualche piccolo vandalo o alla carenza di manutenzione, ma anche i più scettici in certe notti si guarderebbero dall'avvicinarsi agli sperduti "ciabot". I lupi, quelli veri, fortunatamente non ci sono, solo le sagome stilizzate (hanno un che di malandrino) stampigliate nel metallo che ci guidano nel tragitto. Tarda primavera, quando le orchidee spontanee sono in fiore e autunno al tempo della vendemmia, sono le stagioni migliori. D'estate fa troppo caldo e la vegetazione è eccessivamente invasiva, mentre d'inverno il paesaggio senza la neve è forse un po' triste. Non ci sono difficoltà se non quelle di orientamento e ai piedi sono sufficienti delle buone scarpe da ginnastica. In caso però di piogge recenti, gli stivali di gomma non guastano. I "Sentieri del Lupo" constano di un anello principale e di alcune varianti più brevi, una delle quali è qui descritta. Dalla piazza di Montelupo si scende lungo la principale via Roma passando accanto alla chiesa parrocchiale dedicata alla Vergine Assunta e risalente al 1764, e alla chiesa dei Battuti la cui costruzione è ascrivibile al XIII secolo. Si continua verso il basso oltre l'Ostello del Lupo (dove è possibile pernottare) sino all'area attrezzata in prossimità del tornante della strada provinciale. Trascurata la via che porta al cimitero si continua diritto per qualche decina di metri. Appena dopo una stradina privata e prima di una casa si prende un sentiero che scende sulla destra. Anche se non ci sono indicazioni siamo sul percorso giusto. Il sentiero compie una curva verso sinistra e prosegue più o meno diritto dapprima in un noccioleto e poi ai margini di un vigneto che si raggiunge scendendo di qualche metro. In pochi minuti si giunge all'incrocio dei viottoli tra le vigne di Pian Oddino (in alto si intravede una grande cascina). Si continua seguendo adesso le indicazioni nel bosco (tacche di vernice sbiadite, segnavia gialli, targhe di metallo con lupo stilizzato, cartelli di legno) e raggiunto un sentiero trasversale si svolta a destra e si scende per un breve tratto trascurando una diramazione secondaria. Il viottolo piega quindi a sinistra e riprende il suo andamento sub-orizontale. Si passa poco a valle della malconcia Cascina Torretta soprana e poco oltre si esce sulla strada asfaltata che si segue ancora verso il basso. Si costeggia la cappella della Torretta e qualche decina di metri più avanti si lascia la strada per un sentiero sulla sinistra che passa a monte dell'agriturismo "La Torretta". Si sale a sinistra poi si va destra. Si prosegue per un tratto su una via inghiaiata e, oltrepassate le case, si va diritto. Poco oltre si va a destra in un noccioleto e subito dopo si scende sulla destra. Si continua piegando verso sinistra camminando ai margini dei campi sino a raggiungere il bosco alla testata sorgentifera del Rio Toetto. Si attraversa il bosco e al suo termine si esce su di una carrareccia. Il sentiero lungo continua verso destra raggiungendo i vigneti (buon punto panoramico), mentre il tracciato ridotto va verso sinistra. Si riattraversa quindi il tratto boscato e si esce sulla strada provinciale. Si supera il pilone Brantegna e si svolta a destra nella ripida via La Montà. La strada raggiunge nuovamente la provinciale e poco più avanti si va a sinistra e per una ripida via si ritorna in centro paese. In tutto sono un'ora e mezza di cammino e 150 m di dislivello. Un prezioso depliant reperibile in loco (noi lo abbiamo avuto all'Enoteca di La Morra) contiene una dettagliata e precisa mappa dell'itinerario. L'Associazione turistica Pro loco Amici di Montelupo organizza ogni anno, la terza domenica di maggio, una camminata sul "Sentiero del lupo".

Aldo Molino
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