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Quattro passi nei pressi del Lago Fontanej

Se non sei di Pianezza, per dirla alla piemontese, devi proprio andarlo a cercarlo con il lanternino.

  • Aldo Molino
  • marzo 2014
  • Martedì, 25 Marzo 2014
Quattro passi nei pressi del Lago Fontanej

Se non sei di Pianezza, per dirla alla piemontese, devi proprio andarlo a cercarlo con il lanternino.
Il lago Fontanej (in quanti l'hanno sentito nominare) non vanta certo un posto di rilievo nella lacualità piemontese ma a differenza di molti altri piccoli bacini idrici originatesi artificialmente da escavazioni per cave e come riserva d'acqua per l'irrigazione come c'è ne sono tanti nella pianura torinese (ad esempio il vicino Lago di Borgarino a San Gilio che è pure un SIC), se ne sta lì da almeno 400.000 anni quando depositi argillosi impermeabilizzarono la piccola conca morenica scavata dal ghiacciaio ripario. Alcuni fossi di deflusso e qualche risorgiva alimentano il minuscolo specchio d'acqua che nei lunghi millenni ha rischiato più volte da scomparire ma che recentemente grazie ai fondi resisi disponibili nell'ambito del progetto "Corona verde" è oggetto di un progetto per migliorarne la naturalizzazione e la fruibilità (l'area è di proprietà pubblica).
Ci si arriva dalla tangenziale nord di Torino seguendo la nuova circonvallazione di Pianezza e uscendo a destra alla terza rotonda. Poche decine di metri e si giunge nei pressi del lago.
Si può parcheggiare nei pressi del boschetto appena impiantato e avventurarsi lungo il sentiero che compie il periplo del lago. Di fronte si trova la cascina che prende il nome da Maria Bricca, l'eroina popolare pianezzese molto celebrata da queste parti, che nella notte tra il i 5 e il 6 settembre 1706 guidò i soldati Piemontesi (Sabaudi) a guadare la Dora e a penetrare attraverso una galleria segreta nel castello di Pianezza dove avevano posto stanza gli ufficiali che coadiuvavano i francesi impegnati nell'assedio di Torino cogliendoli così di sorpresa. La conquista del castello costituì un importante successo che ebbe particolare rilevanza strategica per il principe Eugenio di Savoia ai fini della vittoria nella Battaglia di Torino
Una cortina di alberi e di cespugli delimita il sentiero dal lago che comunque presenta scorci davvero suggestivi. Giunti all'estremità si supera un fosso immissario e si costeggia un area a canneto con molte tife. Un sentierino conduce sulla piccola isola boscosa talvolta affollata di uccelli.


Proseguendo si giunge ad un'ampia area prativa teoricamente area attrezzata con tavoli e panche per il pic nic che nel corso della nostra visita versava in condizioni assai deplorevoli. Un'alta siepe arbustiva separa la parte pubblica dai campi circostanti e dal non lontano campo volo per aerei in miniatura. D'inverno la siepe è rifugio e riparo per schiere di uccelletti che approfittano del vitto delle galline della cascina. Si costeggia la recinzione della Cascina e superato un grande salice che si protende sul lago si torna nei pressi della strada (pannello informativo e fontanella) e lungo il coronamento a fianco della via, al punto di partenza. In tutto mezz'ora di passeggiata, ma se si ha pazienza e un buon binocolo si possono vedere molte cose interessanti. Fauna e flora di questa piccolo gioiello naturalistico attendono ancora osservazioni approfondite. Anatre, Folaghe e Cormorani sono visitatori abituali. Non lontano lungo la strada che conduce a Grange di Brione, un bel masso erratico situato a lato della strada in prossimità della curva appena prima della Cascina delle Monache offre la possibilità di visionare un bel nucleo di incisioni rupestri a coppella ulteriore motivo di interesse per una breve gita da queste parti.