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I sentieri di Nadia (4041)

Per ricordare un amica prematuramente scomparsa un gruppo di volontari di Borgo d'Ale ha segnalato alcuni interessanti percorsi escursionistici

  • di Aldo Molino
  • dicembre 2013
  • Martedì, 18 Marzo 2014
I sentieri di Nadia (4041)

Tra Masino e Borgo d'Ale, le colline moreniche depositate deal ghiacciaio valdostano si spengono definitivamente nell'agro vercellese. Rilievi di altezza modesta, ma dal fascino antico in cui i boschi oggi come un tempo la fanno da padrone e l'agricolture è presente solamente nelle conche più fertili e ricche di humus, in passato vigne e oggi soprattutto kiwi e pesche e ultimi arrivati i castagni giapponesi da frutto.
Al centro di una delle più vaste delle depressioni segnate dai cordoni morenici, si trova il Santuario di Santa Maria della Cella. Il complesso religioso è di costruzione relativamente recente, XIX secolo, ma sorge in un luogo ben più antico come testimoniano alcuni vetusti ruderi. Santa Maria, solitaria ed appartata è anche luogo di partenza per percorrere i Sentieri di Nadia.
Nadia Autino era una conosciuta podista ciglianese prematuramente scomparsa qualche anno fa.

Per ricordarla, i molti amici , in collaborazione con la Pro Loco di Agliè e Legambiente, hanno individuato e segnato 3 itinerari rispettivamente di 2, 6 e 12 chilometri. Anelli che si sviluppano nei boschi circostanti di facile praticabilità e dislivelli modesti adatti a escursioni autunnali e invernali.
D'inverno infatti quando gli alberi hanno perso le foglie il panorama si fa più interessante e permette di vedere il non lontano Lago di Viverone. A inizio primavera, poi i sentieri diventano teatro di una camminata, non competitiva, la prossima sarà la nona edizione, con premi e festa finale. La principale difficoltà, per chi non è pratico dei luoghi. è l'orientanamento. Si cammina sempre nel fitto del bosco con scarse prospettive, incrociando numerosi bivi. Ad ogni incrocio sono presenti indicazioni (frecce bianco-rosso-verdi) ma come spesso accade vandali, accidenti naturali e animali selvatici ci mettono lo zampino e allora le indicazioni scompaiono o giacciono rovinate li di fianco. Tre quarti d'ora di passeggiata richiede l'anello da 2 Km , un paio d'ore, quello da sei il doppio quello da 12. Attenzione i Sentieri di Nadia, non sempre seguono le vie principali.

Molto utile per orientarsi è comunque la carta n. 7 di Mu edizioni: Carta dell'Anfiteatro Morenico d'Ivrea-Agliè-Caluso-Masino.
Santa Maria della Cella (311 m), la si raggiunge percorrendo la strada provinciale 43 (bivio nel centro di Borgo d'Ale) deviando verso nord su di uno sterrato che si stacca in prossimità di una curva tra la frazione Areglio e il centro Ippico. L'inizio dei sentieri è nei pressi della bacheca informativa alle spalle del campanile. Dopo un primo tratto pianeggiante di piega a sinistra e si giunge alla separazione con l'anello da due chilometri. Noi abbiamo provato quello da 6 e quindi si va a destra.Alternando tratti di sentiero a carrarecce più ampie e battute ai successivi bivi si va rispettivamente a sinistra, a destra e ancora a sinistra. Poi si piega indietro ancora a sinistra e quindi a destra passando accanto a una vigna. Il viottolo più largo termina nei filari mentre il sentiero, leggermente invaso prosegue diritto per superare l'autostrada e svoltare a sinistra.

Si confluisce quindi per un breve tratto sul percorso segnato come Alta via dell'Anfiteatro morenico per lasciarlo dopo poco e salire sulla sinistra lungo la traccia che in salita conduce alla sommità del Bric dla Costa (388 m). si prosegue diritto sino ad un quadrivio /segnalazioni confuse. Si prosegue sul sentiero centrale che dapprima scende e poi risale percorrendo il ciglio del cordone morenico. Negli squarci tra gli alberi si può scorgere il sottostante lago di Viverone. Approdati al Sapel da Bras (339 m) Se si vuol proseguire per i successivi 6 Km si attraversa la strada e si continua diritto altrimenti si svolta a sinistra. Quando la strada si biforca si prende ancora a sinistra e dopo circa 700 m si ritorna alla radura del Santuario. Lungo il percorso alcune piccole bacheche illustrano le caratteristiche dei luoghi o ci informano sulla flora e la fauna inerenti la zona in cui ci troviamo.