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Omaggio a un pioniere della biodiversità

E' scomparso un grande botanico torinese, fautore dei parchi e della protezione della natura, tra i primi preziosi collaboratori di Piemonte Parchi.

  • Loredana Matonti
  • maggio 2016
  • Lunedì, 23 Maggio 2016
il professor Franco Montacchini foto di Daniela Bouvet il professor Franco Montacchini foto di Daniela Bouvet

Proprio in questi giorni, alla vigilia della festa dei parchi, Piemonte Parchi rende il suo omaggio ed esprime il suo cordoglio per la scomparsa del professor Franco Montacchini, uno dei botanici più noti dell'Università di Torino, amante della Natura, collaboratore scientifico del mondo dei Parchi e della nostra rivista da vecchissima data e fautore della costituzione delle prime riserve naturali protette.

Laureato in Scienze Naturali, fu professore ordinario di Botanica e ricoprì la cattedra di Fitogeografia per molti decenni, tenendo sia i corsi di Fitogeografia che di Ecologia vegetale per il Corso di Laurea in Scienze Naturali e di Botanica generale e Botanica sistematica per il Corso di Laurea in Agraria. Conseguì anche, in anni diversi, le cariche di Direttore del Dipartimento di Biologia vegetale e dell'Orto Botanico di Torino.
Formò numerosissimi studenti che ancora lo ricordano con affetto per il suo carattere mite e pacato con cui li ha seguiti, in campo e in laboratorio e nella loro tesi di Laurea, contribuendo a farne dei veri naturalisti e trasmettendogli il suo amore per la natura e lezioni di vita che andavano ben oltre l'ambito accademico.

La sua attività fu da sempre strettamente legata al territorio e ai Parchi: fu Presidente del Parco Nazionale del Gran Paradiso dal 1988 al 1994, Commissario straordinario dal 1995 al 1998 e nuovamente Presidente dal 1999 al 2003, nonché direttore del Giardino Botanico Alpino Paradisia dal 1979 al 1985, contribuendo notevolmente con le sue ricerche e pubblicazioni scientifiche alla conoscenza della flora dei nascenti parchi regionali.
Mandati assolti in anni difficili per quei temi; diventò così un pioniere della conservazione della natura, diffondendo concetti sulla gestione territoriale, sull'uso delle risorse della montagna nel rispetto delle popolazioni locali e della flora e fauna alpine, che allora erano davvero innovativi e contro-corrente e oggi diventati elementi fondanti della definizione di sostenibilità ambientale.

Il legame e la collaborazione con la nostra rivista risale addirittura al primo numero di Piemonte Parchi, nel 1983, in cui scrisse un articolo divulgativo sul faggio ed è quindi con particolare partecipazione che la Redazione lo ricorda quale prezioso e fondamentale collaboratore scientifico. Seguirono una serie di schede didattiche, comparse in terza e quarta di copertina nei numeri della rivista del 1988, che descrivevano gli endemismi floristici della nostra Regione.
La sua consulenza fu fondamentale negli anni della individuazione delle prime aree degne di protezione, con la costituzione dei primi parchi regionali; nel 1997 fece parte del Comitato tecnico-scientifico, composto da 22 esperti nelle diverse discipline, di supporto alla politica regionale delle Aree protette e per l'individuazione dei siti di importanza comunitaria del Piemonte nell'ambito di Rete Natura 2000, rappresentando un referente scientifico per la botanica, per il settore Biodiversità e Aree naturali e protette della Regione.

La sua opera di ricerca e di censimento floristico ha donato un enorme contributo di conoscenza sulle specie vegetali delle vallate delle Alpi Occidentali in particolare, e di vari parchi tra Piemonte, Liguria e Val d'Aosta.

Tra il 1964 e il 2005 scrisse un centinaio di pubblicazioni scientifiche riguardanti la flora e la vegetazione del Piemonte e della Valle d'Aosta, a cui si sono affiancati lavori di indagine storica sulle esplorazioni floristiche in Piemonte, e la Bibliografia Floristica Piemontese nelle due edizioni del 1970 e del 2000.
Tra i suoi numerosi scritti scientifici merita una menzione la "Carta della vegetazione della Val di Susa", pubblicata nel 1982 insieme ai collaboratori dopo un ventennio di rilievi sul campo, che lo portarono ad avere una conoscenza molto approfondita della valle, nonché i "Settori floristici ed ecologico-vegetazionali del Piemonte", pubblicati nel 1976, e utilizzati a tutt'oggi .

Grazie davvero a Franco Montacchini quindi, per tutto quello che ha lasciato a noi allievi e più in generale ai naturalisti piemontesi e per lo sforzo che, come tutti i veri pionieri, ha fatto per aprire la strada e gli occhi a una generazione che avrebbe avuto il delicato compito di sensibilizzare ed educare al rispetto e alla conservazione della natura come motivo stesso di sopravvivenza.

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