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L'ascesa come stile di vita

La spiritualità della montagna: storie, idee, voci e luoghi del Piemonte e oltre.

  • luca Rolandi
  • dicembre 2011
  • Mercoledì, 28 Dicembre 2011


Tutta la storia del Piemonte, fin dalle sue origini evidenzia la sua identità frontaliera; luogo di incontro e transito, spesso di scontro tra diverse civiltà, grazie ai suoi passi alpini, ma contemporaneamente, ed in particolare nell'antichità, inospitale e isolato a causa del suo clima e della conformazione del suo territorio. E la pianura è stata spesso teatro di scontri e devastazioni, le montagne hanno offerto un rifugio, seppure difficile, alle popolazioni e alle loro tradizioni e culture. Buona parte della sua storia è intrecciata con quella dei suoi vicini d'Oltralpe. Sulle montagne i confini reali si diradano e restano la natura e l'uomo, il suo rapporto con l'essere e con l'essenziale a volte l'assoluto e il divino. E del rapporto tra montagna e cielo, in senso religioso, provo a dare qualche spunto di riflessione, in questo contributo, evidentemente non esaustivo di una dimensione complessa e affascinante. Il cammino e il salire verso l'alto richiamano ad una tensione spirituale che nasce spontanea nel cuore di ogni uomo. Nella tradizione di tutte le culture, la montagna è vista come la sede del misterioso incontro tra divino e l'umano, tra il terreno e il celeste, con la natura che si specchia nella meraviglia del creato lontano dalle luci artificiali dell'urbe. C'è quindi la tendenza a considerare, proprio per la sua verticalità, la montagna come il luogo dell'incontro. L'uomo, trovando la possibilità di essere l'homo erectus, che domina quindi l'orizzonte, in un certo senso ha voluto imitare lo svettare della montagna verso l'alto. In questa luce in molti, dagli scrittori agli alpinisti, hanno considerato la montagna un segno, un simbolo del trascendente di ciò che supera la quotidianità e l'oscurità della valle. Sulle montagne del Piemonte sarebbe impossibile censire santuari, chiese, cappelle, croci e sentieri dedicati o attribuiti a segni evidenti di spiritualità religiosa. In ogni sentiero segnato o primitivo se ne trovano traccia, lungo tutti i cammini. Essi rappresentano la cifra di un legame secolare che unisce la tradizione cristiana alle nostre valli, da quella cattolica a quella riformata, se si pensa alla grande cultura montagnarda delle valli valdesi. Ci aiutano in questo accenno di ragionamento scrittori o religiosi che si sono accostati alla montagna con uno spirito di ascolto e ricerca. Il primo che riprendo è il biblista trentino Piero Rattin, uno dei padri della ricerca sul rapporto montagna e fede, che scrive "Il contatto con la montagna, e con il creato in generale, suscita in molti un senso del trascendente che può sfociare in una spiritualità più determinatamente cristiana". "È legittimo ipotizzare che la Parola, di cui ogni vero credente è assiduo ascoltatore, trovi in qualche modo riscontro in quel creato che si osserva con religiosa venerazione; che il Trascendente, percepito in tanti approcci con la realtà di montagna, altro non sia che Colui che la Fede chiama 'Padre Nostro". Alle meditazioni sulle pagine bibliche che hanno per tema l'universo creato, seguono pagine che trapassano dalla preghiera alla poesia e raccontano come il camminare in montagna sia un segno di passaggio verso l'altrove. Salendo lungo la Valle Po, ci s'imbatte nella realtà di Pra'd Mill, dove vive e opera secondo un nuovo modello di monachesimo padre Cesare Falletti che racconta, il suo rapporto con l'ambiente di montagna: "La valle in cui si trova il mio monastero è chiusa da una corona di montagne a semicerchio, che abbracciano colui che si ferma a guardarle e danno un senso di accoglienza e di protezione. Per chi ha nell'orecchio e nel cuore la lettura dei Salmi è impossibile non collegarlo allo spettacolo che circonda il monastero, nascosto a mezza costa in una valle piccolina e stretta, tale che lo sguardo può spaziare solo volgendosi verso le cime, o in caso, guardando dall'altra parte, scendere verso la pianura abitata, ma solo intravista, quasi per portare la Grazia raccolta nell'alto, seguendo il corso del torrentello che scende a valle". Ancora e solo un cenno a due libri sulla spiritualità della montagna del compianto Arcivescovo di Torino, il cardinale Giovanni Saldarini e Verso l'Assoluto di don Primo Soldi, sempre incentrato sulla figura di Frassati. Un quadro della montagna piemontese che sale e respira, si rigenera, e porta i suoi benefici, attraverso il contatto con gli uomini, nella pianura più aspra, antropizzata e meno aperta al pensiero, perché freneticamente costretta dai tempi della modernità. La montagna, che nella Bibbia è sullo sfondo di eventi centrali, può diventare per l'uomo una metafora della vita, racconta padre Gianfranco Ravasi. Il presidente del dicastero pontificio per la cultura afferma: "La montagna, che nella Bibbia è sullo sfondo di eventi centrali, può diventare per l'uomo una metafora della vita. Pensiamo a tutta quella serie sterminata di monti cui fanno riferimento le Sacre Scritture. Se vogliamo sceglierne tre in maniera emblematica, pensiamo al Monte Sinai, al Monte Sion e al Monte Golgota. Riusciamo a vedere come questi tre monti abbiano in sé un significato che è certamente legato all'ascensione dell'uomo verso le altezze dello Spirito. I monti nella Bibbia sono sicuramente una presenza incessante ed una presenza simbolica. Pensiamo in modo particolare al monte della Trasfigurazione: durante il cammino terreno, dietro i lembi di questo volto umano, come quello di Cristo, si rivela già il Suo mistero. Il monte diventa sede della scoperta del mistero, pur stando nella quotidianità. Sul Monte delle Beatitudini c'è la rivelazione del mistero di Cristo, della sua Parola, sulla quale si devono incamminare, tenendola come una fiaccola, i credenti che dovranno, però, continuare a vivere nella 'valle' della loro storia e della loro esistenza". E tra i narratori contemporanei laici come non ricordare Mauro Corona, lo scrittore più originale e irregolare, che scrive a proposito del rapporto spirito-montagna parole così incisive da rimanere immortali: "Io credo che la montagna abbia la voce e ci parli... Siamo noi che non vogliamo più sentirla perché oggi ci mette a nudo. Molti l'hanno uccisa – dentro di loro prima di tutto – ma la montagna parla ancora. Perché la montagna è dio, è il mare, è il deserto, è la vita che ci ha dato da mangiare. Dio, siccome non poteva farci da mamma, con la sua presenza, ha fatto la montagna. Essa ci aiutava a tenerci in vita ma, con la sua energia, anche ad ascoltare, a sentire. È questo che abbiamo ucciso. Era ricca la montagna, noi ne abbiamo spento le risorse proprie. E la montagna prova dispiacere, si vede. È chiaro che parla ancora a chi la vuol sentire. Ma oggi la spremono solo per fare soldi, per accumulare questi maledetti soldi: quindi non ce la fa più. È spremuta". La montagna e i suoi luoghi di spiritualità nel nostro Piemonte sono tantissimi: dai grandi santuari alle piccole e silenziose cappelle dedicate alla madre di Gesù sparse nei sentieri. E parlando di sentieri come non ricordare il santo dei giovani, Pier Giorgio Frassati, che della montagna fece una delle sue passioni legandole al suo essere credente. I sentieri Frassati sono presenti in Piemonte sono diversi (tra i quali quelli di Traves, Val Maira e Pollone) e il gruppo "Giovane Montagna" è nato proprio richiamandosi alla dimensione frassatiana del rapporto fede-montagna. Tra i molti luoghi ne scelgo due molto indicativi che credo possano racchiudere le centinaia di presenze spiritualità della montagna piemontese. Il simbolo del Piemonte, la Sacra di San Michele, che si erge come memento del tempo che scorre e richiama alla salita e su una delle montagne più alte della regione, la madonna del Rocciamelone (3583m), la cui vetta è molto frequentata dagli escursionisti e dai pellegrini, in particolare in occasione della festa della Madonna della Neve che si svolge il 5 di agosto. La sommità è quasi "affollata": vi si trovano il santuario più alto in Europa, intitolato a Nostra Signora del Rocciamelone e una statua in bronzo, dedicata sempre alla Madonna, realizzata nel 1899 ed inaugurata lo stesso anno il 28 agosto. Infine la spiritualità della montagna ha avuto un suo spazio importante anche nella bella manifestazione "Letteraltura" che parla della montagna e di montagna, di tutte le pagine che si scrivono en plein air, viaggiando, camminando, scalando, arrampicando, ingrossando i polpacci, i ricordi e l'esperienza e spiega come e sia possibile portare alle alte quote lo spirito insieme al corpo.
Giornalista e dottore di ricerca in Storia Sociale e Religiosa

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