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Un grammo d'oro per ogni metro cubo di sabbia

Nei pressi della Riserva naturale speciale del Torrente Orba la Regione Piemonte ha individuato un'area in cui è consentita la ricerca dell'oro a scopo amatoriale, scientifico e didattico. Per dare continuità a una tradizione che ha molto di mitico e leggendario. 

  • Raffaella Amelotti
  • Settembre 2020
  • Lunedì, 12 Ottobre 2020
Foto Alexala Foto Alexala

La corsa all'oro ci riporta a Paperon de' Paperoni, ai racconti delle sue scorribande ai suoi nipoti per cercare preziose pepite. Alla fine del XIX Secolo, l'oro fu davvero scoperto in luoghi mitici e quasi 400.000 chilogrammi furono prelevati dal Fiume Klondike nel Nord America.

E se il Klondike fosse vicino a casa?

Mai come quest'anno, in cui le vacanze di prossimità sono state la scelta che ha caratterizzato l'estate di molti italiani, si è riscoperto che, proprio in Piemonte, è possibile setacciare oro nel torrente e tornare bambini. 

La ricerca dell'oro può essere praticata nel Parco del Ticino piemontese e nella Riserva naturale della Bessa.

Particolarmente attrezzata al riguardo è Cascina Merlanetta l'azienda agricola biologica di Daniele Cermelli, affacciata sulla sponda sinistra del Torrente Orba nel Comune di Casal Cermelli.

E proprio qui, nei pressi della Riserva naturale speciale del Torrente Orba, la Regione Piemonte ha individuato un'area in cui è consentita la ricerca dell'oro a scopo amatoriale, scientifico e didattico, proprio per la caratteristica aurifera della sabbia alluvionale dell'Orba. Ah se la notizia giungesse a Paperopoli... (!)

Un po' di storia

La ricerca dell'oro è una pratica che affonda le sue radici in un passato molto remoto: per prime le popolazioni locali e poi i Romani setacciano le acque del torrente alla ricerca delle pagliuzze, tanto che fondano due insediamenti, Rondinaria, probabilmente il nucleo originale dell'attuale Silvano d'Orba, e Rondinella, dove ora sorge la frazione Portanova di Casal Cermelli.

Intorno all'anno 1000, l'Orba è riconosciuto fiume aurifero ed è sotto la giurisdizione della Camera Regia di Pavia: così anche per i secoli a venire, gli auri levatores devono sottostare alle condizioni dettate dai Signori che governano i territori rivieraschi.

Nel XIX secolo iniziano a interessarsi alla raccolta dell'oro società francesi: Serra e Paulin ottengono un permesso per la ricerca sul territorio di Capriata d'Orba, mentre la Società anonima lionese dei giacimenti auriferi degli Appennini si insedia a Carpeneto non senza le opposizioni dei proprietari dei terreni che integrano la rendita agraria con la vendita dell'oro raccolto.

Si arriva così alla fine del secolo quando la Società italo-svizzera per i giacimenti auriferi della Liguria avvia il vaglio meccanizzato acquistando, per una somma davvero considerevole per l'epoca, una draga galleggiante per la raccolta e il lavaggio della sabbia.

E' in grado di setacciare fino a duemila metri cubi di materiale al giorno e di recuperare il 50 % dell'oro in esso contenuto: posizionata inizialmente proprio nei pressi della Cascina Merlanetta, ottiene, in seguito, l'estensione della concessione per operare lungo tutto il corso del Torrente Orba.

La draga dà risultati sorprendenti che farebbero brillare gli occhi dell'avaro zio Paperone: cento grammi di oro al giorno in un tratto di torrente considerato meno rilevante come giacimento.

Ma purtroppo, la piena catastrofica del 1892 distrugge il macchinario e i sogni della Società di cercatori...

I tentativi per saggiare le sabbie aurifere si susseguono fino al periodo precedente la seconda guerra mondiale quando Giuseppe Perino brevetta un macchinario, che sfruttando il principio del magnetismo è in grado di separare i minerali pesanti (magnetite, ilmenite ma anche l'oro!) dalla sabbia.

Agli inizi degli anni '50 del XX Secolo, si privilegia l'estrazione di ghiaia e l'attività mineraria viene abbandonata.

Alla fine degli anni '70, il geologo Giuseppe Pipino, ottenuti i permessi ministeriali per la ricerca dell'oro, coinvolge nelle sue campagne di indagine una compagnia mineraria canadese tra le più importanti al mondo. Ben presto però, a causa di un rimpallo di competenze tra le istituzioni coinvolte è costretto a rinunciare all'impresa...

Anche se il luccichio delle pagliuzze non può costituire un'attività redditizia, rappresenta il volano per la promozione turistica del territorio: questa è la giusta intuizione di Pipino, che si fa promotore di manifestazioni culturali e turistiche a tema.

Nel 1981, organizza la prima "Pesca dell'oro" in Italia e nel 1985 i Campionati mondiali dei cercatori d'oro a Ovada, e due anni dopo inaugura, a Pedrosa, il Museo dell'Oro, dove raccoglie gli antichi strumenti per la ricerca.

E quella febbre dell'oro mai sopita si ridesta, ma questa volta a livello amatoriale: appassionati ricercatori si ritrovano insieme per setacciare il greto del torrente.

Il Museo dell'Oro dell'Orba

Il Museo dell'Oro dell'Orba, che oggi ha sede presso la Cascina Merlanetta, ripercorre la storia della ricerca nelle acque del torrente attraverso documenti cartacei, reperti e strumenti utilizzati nel passato.

Daniele Cermelli accompagna i gruppi durante la visita al museo con approfondite spiegazioni e offre la possibilità di apprendere la tecnica dell'uso del piatto del cercatore d'oro. In cinque vasche disposte su livelli differenti è possibile cimentarsi nel vaglio delle sabbie aurifere: un piccolo tesoro è garantito!

Quando il percorso formativo è terminato, Daniele accompagna il gruppo, equipaggiato di stivali e attrezzi del mestiere, nelle acque del Torrente Orba dove si può mettere in pratica quanto appreso con i suoi insegnamenti.

La sabbia alluvionale raccolta con la pala viene fatta scorrere su una tavola scanalata, la scaletta rivestita da una sorta di tappetino, per una prima sciacquatura. Si procede poi setacciando e lavando ripetutamente il residuo nel piatto che deve essere mosso con movimenti circolari per eliminare tutte le impurità e lasciare sul fondo le preziose pagliuzze.

Ma a Cascina Merlanetta non si parla solo di oro, e se in ogni angolo della fattoria didattica si respira la passione per il territorio, è nel Porti d'i Barlafìs che il forte legame con la tradizione rurale si fa tangibile.

Con questo curioso e quanto mai azzeccato nome, reso in italiano da un meno poetico "portico delle cose vecchie inutilizzate", Daniele indica la sua ricca raccolta di attrezzi antichi di cui è stato fin da ragazzo un appassionato collezionista. Sono esposti gli utensili di cui si serviva nel passato la popolazione locale durante i lavori agricoli, l'allevamento dei bachi da seta un tempo molto diffuso nelle campagne alessandrine, la vinificazione, o, più semplicemente, nella vita di tutti i giorni.

E' un vero tuffo nel passato: gli oggetti raccontano di un piccolo mondo antico attraverso l'utilizzo che se ne faceva e gli antichi detti popolari di cui erano protagonisti.

La partecipazione alla giornata di pesca dell'oro nelle acque dell'Orba condotta presso la Cascina Merlanetta non necessita di particolari autorizzazioni. Ma se vi appassionate e volete tornare, dovete richiedere il tesserino regionale di ricercatore di minerali a scopo collezionistico, che viene rilasciato a titolo gratuito tramite via telematica. (Procedura on line: http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/attivita-economico-produttive/servizi/404-raccoglitori-e-ricercatori-di-minerali )

Cosa aspettate? Le pagliuzze d'oro vi aspettano!

 

Info utili

Cascina Merlanetta

Via Ovada 42 15072 Casal Cermelli (AL)

Tel. 0131 279392 - Cell. 335 8065449

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