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Alle radici dell’Equinozio d'autunno

Quando Persefone e Mabon venivano rapiti e Dionisio e Osiride fatti a pezzi...

  • Loredana Matonti e Giorgio Ronco*
  • settembre 2017
  • Martedì, 19 Settembre 2017
Alle radici dell’Equinozio d'autunno

Ci fu un tempo in cui gli uomini e le donne erano intimamente connessi con tutto ciò che era legato alla natura, alla Terra ed ai suoi mutamenti.
Poeticamente i nostri avi vedevano, nel continuo seppur ciclico fluire delle stagioni, la rappresentazione dei drammi vissuti dai loro Dei. Così, che si tratti di un rapimento, come nel caso di Persefone o di Mabon, oppure della morte/rinascita di Bacco o di Osiride, vi è sempre un filo conduttore comune, che ci permette di spiegare questi miti con l'arrivo dell'inverno (rapimento/uccisione) ed il ritorno della primavera (liberazione del sequestrato/rinascita del defunto).
Uno dei momenti per celebrare questi antichi culti era senz'altro l'equinozio d'autunno.

L'origine della parola "equinozio" è latina: deriva dalla fusione di «aequi», cioé uguale, e «noctium», da «nox», cioé notte. Letteralmente, quindi, indica i momenti dell'anno in cui la notte è uguale al giorno. Un fenomeno eccezionale, che si verifica quando i raggi del sole sono perpendicolari all'asse di rotazione del nostro pianeta.

Le stagioni sono la diretta conseguenza dell'inclinazione dell'asse terrestre: le differenze tra estate e inverno, con tutte le gradazioni intermedie di temperatura (più o meno marcate a seconda delle latitudini), risiedono non nella distanza del nostro pianeta dal Sole (che anzi in inverno nel nostro emisfero è minima e si chiama "perielio") ma dall'angolo con cui i raggi solari colpiscono la superficie terrestre: in autunno ed inverno uno stesso fascio di raggi si trova a "scaldare" una maggiore superficie di suolo rispetto a quanto avviene in altre stagioni.

Quest'anno, astronomicamente, l'equinozio, che segna l'inizio della stagione autunnale, cadrà la sera del 22 settembre.

Esistono due momenti dell'anno in cui questo fenomeno accade e, nonostante l'evento sia lo stesso (ore di luce uguali a quelle di buio), le conseguenze sono assai diverse: in questo caso le ore di buio continueranno a crescere fino al solstizio d'inverno, giorno in cui la luce trionferà di nuovo e le giornate cominceranno a riallungarsi.
Ovviamente è doveroso ricordare la prospettiva emisfero borealo-centrica con cui osserviamo il fenomeno perché, i nostri cugini del sud, nell'altro emisfero, vivranno invece l'equinozio di primavera, e le loro giornate cominceranno invece ad allungarsi.

L'autunno, per molti, potrebbe sembrare una stagione da "saltare": le giornate si accorciano, inizia il freddo e sale la nebbia...Ma non è il caso di lasciar spazio alla malinconia, anche se in questo periodo potremmo a volte sentirci proprio "come d'autunno sugli alberi le foglie" per citare Ungaretti. Ma di contro è anche il momento propizio per "fermarci" e raccoglierci, come sostenevano le antiche filosofie, per fare insomma il punto rispetto a quanto abbiamo raccolto e fare spazio in noi stessi per accogliere il nuovo.

D'altronde questa stagione ha un'importantissima funzione anche livello ecologico; le foglie cadono, donando nuovo hummus alle radici, alcuni animali si ritirano nelle loro tane, tutto si rallenta ed il tempo sembra fermarsi.

Se ne abbiamo la possibilità, tra i mille impegni della nostra moderna società, approfittiamo anche noi per riconnetterci con i ritmi naturali e concediamoci una "pausa" dalla frenesia sempre più caotica della nostra vita, magari, come i nostri saggi avi erano soliti fare, facciamo un piccolo periodo di digiuno, perfetto nei cambi di stagione, e, per prevenire i malanni dell'inverno, possiamo rafforzare il nostro sistema immunitario con alimenti quali cipolle e zucca e decotti di radici di tarassaco.

Questo è il tempo in cui, per citare Mircea Eliade, "come il seme nascosto nella terra, il morto può sperare in un ritorno alla vita sotto nuova forma."

Tutte le cultualità svolte dall'Equinozio di Autunno al Solstizio d'Inverno infatti, hanno a che fare con il mondo oscuro del buio, dei morti, dell'aldilà, presso cui i vivi non possono agire direttamente se non con una presa di coscienza della dimensione invisibile, che esiste parallelamente alla vita contingente. La celebrazione dell'Equinozio d'autunno ha perciò un carattere meditativo anche se non passivo, di bilancio e di presa di coscienza che ci proietta verso il ringraziamento, la speranza e l'attesa per un nuovo ciclo propizio.

I vari culti svolti in questi periodi ci rivelano come l'osservazione dei cicli naturali attraverso il lavoro agricolo avesse portato all'uomo una nuova speranza di vita oltre la morte.

Una delle celebrazioni più solenni che si effettuavano durante questo periodo riguardava i Misteri Eleusini, antichissime ritualità che si svolgevano in Grecia e che avevano lo scopo di celebrare l'eterno ritorno della vita e della prossima primavera. Essi erano direttamente associati al culto di Demetra e alla leggenda del rapimento della figlia Persefone da parte di Ade, il dio degli Inferi, rapimento che, per via dell'enorme dolore provato dalla madre, Dea della Natura, causò l'arrivo di un eterno inverno sul mondo.
Fu solo grazie all'intervento di Zeus che la situazione potè ristabilirsi. Egli giunse infatti ad un accordo secondo il quale Persefone sarebbe rimasta sei mesi nell'Ade e sei mesi sulla Terra, in questo modo si ebbe il ciclo delle stagioni, causato dall'alternarsi dell'umore della madre in presenza o assenza della figlia.

Per favorire il contatto con l'aldilà, e visto il carattere di stampo iniziatico di questi misteri, associato ad essi vi era probabilmente l'assunzione di agenti psichedelici miscelati nel "ciceone" (bevanda rituale associata al culto e unico alimento assumibile durante la celebrazione dei misteri), come pane a base di segale "cornuta", cioè segala contaminata dal fungo Claviceps purpurea, oppure di funghi riconducibili al genere Psilocybe.

Associati all'idea di morte e di trasformazione delle forme vitali attraverso la loro rinascita sono anche tutti i rituali che riguardano o coinvolgono le operazioni di raccolta, spremitura, fermentazione del vino, analogia del ciclo vita-morte-trasmutazione o passaggio ad una nuova vita.

Il ciclo dell'uva e la trasformazione in vino ricordano infatti la vita trasformatasi in nuove forme, per questo l'antica bevanda ricorre spesso anche nella simbologia cristiana come sangue di Cristo, ovvero essenza che contiene lo spirito imperituro della vita.
Proprio per questa connessione con le operazioni della sua produzione, la vite venne già anticamente associata all'Albero della vita, capace di collegare i due mondi e di attraversare le dimensioni garantendo lo scorrimento delle energie vitali. Era inoltre sacra al Dio Dionisio, letteralmente "nato due volte", il cui culto di morte e rinascita, insieme a quello di Osiride, è sempre collegato allo sfiorire con successivo ritorno della vita, all'avvento dell'inverno e al ritorno della primavera, e, nel caso egiziano, piena e secca del Nilo.

Connessa ai significati dell'Equinozio è anche la festa dell'Arcangelo Michele ancora celebrata nelle campagne in molte regioni dell'Europa, specialmente nel sud dell'Italia.
Arcangelo legato alla forza solare e al vigore marziale, Michele diviene sinonimo della volontà necessaria ad attraversare il buio della stagione invernale, della promessa e della speranza.
Egli appare infatti nell'iconografia cristiana come difensore della Luce che, con una spada in mano, abbatte un mostro tellurico accasciato ai suoi piedi e simbolo delle forze ctonie del male.
Nonostante in questo momento dell'anno il vigore fisico della natura si affievolisca, l'Arcangelo Michele, festeggiato il 29 settembre, è un appello al coraggio, alla forza, alla sconfitta della paura che cresce con l'approssimarsi del buio e della stagione fredda.
Egli rappresenta perciò la forza interiore di ognuno, capace di attraversare l'abisso per ricominciare un nuovo ciclo.

Le antiche popolazioni nordiche festeggiavano invece l'Equinozio autunnale col nome di Mabon: il giovane dio della vegetazione e dei raccolti.
Mabon, indicato col nome di Maponus nelle iscrizioni romano-britanne, è il figlio di Modron, la Dea Madre: rapito tre notti dopo la sua nascita, venne imprigionato per lunghi anni ad Annwn, l'oltretomba gallese, fino al giorno in cui venne liberato Culhwch, cugino di Re Artù. A causa del suo soggiorno ad Annwn, Mabon rimase giovane per sempre.
Il suo rapimento è l'equivalente celtico del rapimento greco di Persefone.

Il culto dell'equinozio a volte era anche motivo per costruire templi che celebrassero questo delicato passaggio, considerato di enorme importanza per gli antichi. In alcuni siti archeologici, proprio in tali giorni, è ancora oggi possibile assistere a curiosi fenomeni luminosi.

E' il caso per esempio della piramide di El Castillo nel sito di Chichén Itzá, in Messico, costruita in modo che la luce, in occasione dei due equinozi, proietti l'immagine di un serpente che striscia sui gradoni della struttura. Con il passare del tempo, le ombre proiettate dai gradoni si "spengono" fino a raggiungere la testa del serpente.

Molto più vicino a noi, nella bella e incontaminata Sardegna, al pozzo nuragico di Santa Cristina, in provincia di Oristano, scendendo gli scalini che conducono al fondo del pozzo, verso lo zenit, si assiste a un curioso gioco di riflessioni di luce. Sulla parete di fronte al pozzo, solo nei giorni più prossimi o coincidenti con l'equinozio, si può osservare la propria ombra capovolta, fenomeno che probabilmente per gli antichi rappresentava l'ascesa dell'anima verso il cielo.

Segnaliamo inoltre che, dal 2016, grazie al contributo dell'Istituto Geografico Militare e del Museo Galileo, l'Opera per Santa Maria Novella ha ripristinato le due meridiane dentro alla Basilica di Santa Maria Novella in Firenze, la cui facciata ha la peculiarità di essere una facciata "astronomica", poiché su di essa si trovano antichi strumenti installati da Egnazio Danti (1536-1586) tra il 1572 e il 1575: il quadrante astronomico, l'armilla equinoziale e due fori gnomonici, che proiettano l'immagine del sole sul pavimento della basilica al mezzodì solare.

L'intento di Egnazio Danti era quello di eseguire con la meridiana una serie di osservazioni e studi correlati, necessari a misurare con precisione la lunghezza dell'anno tropico ed il momento degli equinozi: due parametri indispensabili alla riforma del calendario e alla determinazione della data della Pasqua cristiana.

In occasione dell'Equinozio di Autunno, sabato 23 settembre, sarà possibile osservare il passaggio del Sole sulle linee meridiane ideate da Danti a mezzogiorno solare, che si aggirerà alle ore 13.15 circa.
Per partecipare è necessario registrarsi gratuitamente all'evento su Eventbrite.

*Giorgio Ronco è studioso di archeologia, mitologia, folklore e tradizioni popolari, si interessa particolarmente al sincretismo fra religione, religiosità e miti alla base delle diverse culture. Scrittore di racconti legati a leggende popolari.

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