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La Magenta, storia di un'impresa

Cosa rimane della prima navigazione intorno al mondo di una nave italiana, avvenuta 150 fa?

  • Gianni Boscolo
  • Novembre 2016
  • Martedì, 29 Novembre 2016
La Magenta, storia di un'impresa

Nel loggiato del Palazzo dell'Università degli Studi di Torino, nella centrale via Po si trova il busto di Filippo De Filippi. Chi è stato? Sulla targa sottostante, si legge: Senatore del regno. Nato a Milano il 2 aprile 1814 [...] costante investigatore della natura, meditò ardui problemi, cercò liberamente il vero, l'amore per la scienza il condusse in lontane regioni, nella Persia nel Giappone in Cina, amò la patria al pari della scienza, morì al Hong Kong il dì 9 febbraio 1867. De Filippi morì per epatite qualificativa amebica, venne sepolto a Happy Valley nel cimitero cattolico di Hong Kong, con una semplice croce di legno. La salma rientrò in Italia soltanto nel 1879 e fu sepolta a Pisa dove si era trasferita la figlia, Elisa. Di De Filippi, gli annali delle scienze naturali, raccontano che fu zoologo, naturalista, esperto di ittiologia; nel 1848 ottenne la cattedra di Zoologia all'Università di Torino, succedendo a Giuseppe Gené. De Filippi fu soprattutto promotore del darwinismo in Italia. Diventando noto al vasto pubblico per la conferenza divulgativa delle teorie di Darwin, (L'uomo e le scimie, (sic) che tenne a Torino l'11 gennaio 1864. Fu anche viaggiatore: nel 1862 si recò in Persia con una spedizione diplomatica, mentre nel 1865 si imbarcò sulla piro-corvetta Magenta con Enrico H. Giglioli per una circumnavigazione intorno al globo, da cui non fece ritorno: colpito da una grave patologia, morendo a 53 anni.
Questo busto rimanda a numerosi naturalisti ed esploratori torinesi, (o piemontesi) che rimandano all'epoca in cui Torino, capitale del regno era al centro di relazioni internazionali oltre che motore dell'Unità d'Italia, prima che la capitale venisse spostata a Firenze (dal 1864 al 1870) e quindi definitivamente, Roma.
Al centro di quel turbinìo politico e culturale emerge e fa da punto focale la prima navigazione intorno al mondo di una nave italiana.

La Magenta una corvetta a vela ed elica, (per questo piro) che compì la prima circumnavigazione di una nave battente il tricolore. Un viaggio intorno al globo, di 780 giorni e più di 40miglia avvenuto con 300 uomini di equipaggio, con una spedizione scientifica "modesta" almeno dal punto di vista delle attrezzature e del numero dei componenti. Tre i naturalisti a bordo: Filippo De Filippi, Enrico Giglioli e il tassidermista tridentino Clemente Biasi. Viaggio di esplorazione e diplomazia promosso dagli interessi commerciali e politici del nuovo Stato. La relazione, di cui dopo la morte di De Filippi si fece carico Enrico H. Giglioli, fu pubblicata soltanto nel 1875. Un'opera colta, ricca di rimandi scientifici, con disegni, carte geografiche (riprese a loro volta dalle carte inglesi rilevate da FitzRoy, ed utilizzate sulla Magenta) e fotografie. Nella mille pagine della relazione, allegò il planisfero, la rotta, i venti, la velocità media e gli incontri naturalistici di rilievo, nonché l'intera lista dei componenti l'equipaggio.

La partenza fu fredda e triste oltre ogni dire; questo si legge nell'incipit della relazione, in partenza da Napoli l'8 novembre 1865, nel capoluogo campano dove infuriava il colera. La spedizione prese le mosse con la piro-fregata Regina che da Napoli fece rotta alle per Montevideo, dove avrebbe incontrato la Magenta a bordo della quale la spedizione italiana avrebbe trasbordato proseguendo il viaggio. Prima tappa a Cagliari con la bandiera gialla sull'albero, Gibilterra, Canarie e il balzo a Rio de Plata. Dove ci fu il trasbordo sulla Magenta, che dopo pochi giorni salpò entrando in Atlantico. Iniziava così la circumnavigazione vera e propria: sarebbe durata più di due anni (780 giorni). Dapprima fece rotta ad est per scapolare il capo di Buona Speranza e raggiungere i mari delle isole della Sonda e il Mar Cinese, toccando Giappone e Cina. Ottemperate le disposizioni diplomatiche scese a sud, per attraversare lo sterminato Pacifico per toccare l'Australia (dove la nave si fermò per circa un mese) e quindi raggiungere, le coste del Perù e del Cile. Da Valparaiso, la Magenta si inoltrò nelle terre magellaniche per scapolare il Sudamerica attraversando lo stretto che porta il nome del primo circumnavigatore del globo. Una rotta che vide la nostra corvetta fra le prime a percorrerlo da est a ovest.

Il ritorno in patria e l'epilogo

Da Valparaiso la Magenta fece rotta verso i 40°, invece di doppiare capo Horn il comandante Vittorio Arminjon scelse per rientrare, la rotta che attraversava i canali della Patagonia e lo stretto di Magellano.
Il 13 dicembre 1867 la costa della "banda oriental" (così era detto l'Uruguay all'epoca), era in vista: la Magenta incrociava la rotta percorsa due anni prima, completando il suo periplo. Per rientrare in Europa, attraverso le praterie galleggianti del mar dei Sargassi dell'Atlantico, ci vollero ancora tre mesi e il 28 marzo del 1868 la corvetta ormeggiava nel porto di Napoli dove il 31 marzo venne dichiarata in disarmo. Quella nave, che aveva inaugurato una nuova èra per la marina italiana, non fece altri viaggi..

Enrico Hillyer Giglioli

Non nasce marinaio. Pativa il mal di mare (come Darwin) e nei primi giorni del viaggio sorpreso da un rollìo troppo violento della nave, si ruppe un polso. Fu, però, uno dei molti scienziati che si aggregarono ai navigatori per seguire i propri interessi, che erano in primo luogo naturalistici, ma nel corso del tempo, forse anche per gli stimoli generati dal viaggio, diventarono anche geografici, antropologici e etnologici. Nato a Londra il 13 giugno 1845, morì a Firenze il 16 dicembre 1909. Zoologo e antropologo nel 1864 conseguì una laurea in scienze presso l'università di Pisa dove conobbe Filippo De Filippi. Grazie ad una borsa di studio per l'estero, entrò alla Royal school of mines di Londra dove conobbe personaggi come Charles Lyell Richard Owen e Thomas Henry Huxley. Frequentando le società scientifiche, fece conoscenza dei più importanti scienziati dell'epoca: da Darwin a Faraday; De Filippi, lo propose per accompagnarlo in un viaggio di circumnavigazione. Tornerà in Italia nel 1868 senza l'amico e maestro, a cui dedicherà la relazione conclusiva. Dopo il ritorno in patria fu nominato professore aggregato all'università di Torino per ordinare le ricche collezioni raccolte durante il viaggio. Nel 1876 fondò la Collezione centrale dei vertebrati italiani, che oggi porta il suo nome. Ebbe diversi incarichi ministeriali. Morì a Firenze nel 1909, riportatovi da Roma dove si era sentito male durante una riunione della commissione per la pesca che presiedeva.

A 150 anni cosa rimane dell'impresa

Il testo redatto da Giglioli, pubblicato dopo la conclusione della campagna, è un'opera ponderosa di mille pagine in ottavo. Intitolato Viaggio intorno al globo della piro-corvetta Magenta 1865-1868. L'istituto geografico militare, con i tipi della Sansoni, ne ha fatto un libro nel 1985, Viaggio intorno al globo 1865-68, molto documentato e riccamente e intelligentemente illustrato. Il testo originale invece, è ancora rintracciabile in una quarantina di biblioteche italiane; (a Torino al mrsn e alla biblioteca storica della Provincia). Nel 1930, fu ridotto a 140 pagine in una edizione per ragazzi. E Giappone perduto. Viaggio di un italiano nell'ultimo Giappone feudale (editrice Luni, 2013) che riprende le parti etnografiche. Oltre a numerosi saggi, comunicazioni scientifiche e storiche che si possono ancora rintracciare. Mentre il museo regionale di scienze naturali di Torino attualmente ancora chiuso, pubblica nel suo sito internet diverse pagine a cui si può risalire, ne ha fatto una serie di iniziative culturali nel quadro dei 150 anni degli accordi sino-italiani e del viaggio.

Sull'impresa la pubblicazione più recente è stato un libro, L'Impresa della Magenta di Rita Rutigliano - Gianni Boscolo, edizioni Booksprint (2015), prefazione del prof. Camillo Vellano.

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