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Le vigne patrimonio dell'umanità?

Le motivazioni alla base della candidatura.
Criteri UNESCO

  • Patrizia Borlizzi, Elisabetta Cimnaghi, Silvia Soldano
  • novembre 2011
  • Sabato, 5 Novembre 2011




Nel 1972 l'UNESCO ha approvato la "Convenzione Internazionale sulla tutela del patrimonio culturale e naturale del mondo", secondo la quale un sito, per essere rappresentativo dell'intera umanità e dunque essere iscritto alla WHL, deve dimostrarsi di eccezionale valore universale. Questo significa che il sito candidato deve essere una testimonianza unica, o comunque eccezionale, rispetto ad almeno uno dei dieci criteri (sei di matrice culturale e quattro di matrice naturale) individuati nel testo della Convenzione. Il paesaggio vitivinicolo piemontese, nello specifico, è candidato per essere rappresentativo di tre criteri, tutti di tipo culturale. In primo luogo le colline di Langhe Roero e Monferrato illustrano un esempio eccezionale di interazione tra uomo e ambiente (criterio v): i filari dei vitigni, la trama degli appezzamenti, le forme abitative integrate con l'ambiente, disegnano un paesaggio dove ogni cambiamento è strettamente connesso alla secolare volontà dell'uomo di ottenere le migliori condizioni possibili per la coltivazione della vite. Un secondo elemento chiave per la candidatura piemontese riguarda le testimonianze materiali prodotte dall'uomo nel corso dei secoli (criterio III). In particolare le molteplici forme insediative – nuclei urbani di pianura, villaggi di sommità e di crinale, frazioni e piccoli borghi rurali diffusi – ognuna caratterizzata da architetture emblematiche di un preciso momento storico. Ne sono un esempio i castelli medievali, la rete delle chiese romaniche, così come le piazze e le parrocchiali barocche: tutti questi elementi costellano il paesaggio divenendo veri e propri fulcri visuali per chi osserva il panorama che si apre da uno dei numerosi punti di belvedere sparsi nel territorio. Il terzo aspetto (criterio II) invece è riferito alla presenza di molteplici civiltà nel corso della storia del Piemonte, le quali hanno ciascuna contribuito a lasciare un segno tangibile nel paesaggio o nella viticultura, apportando contributi alle tecniche di allevamento della vite o al processo produttivo del vino. La specificità della produzione vinicola piemontese ha infatti le sue origini nell'antichità e nel Medioevo, e viene ulteriormente sviluppata dal XVI al XIX secolo, fino a raggiungere l'attuale livello di eccellenza e il riconoscimento a livello mondiale per il quale è oggi rinomata.
Un progetto lungo sei anni
2003-2004: Primi passi del progetto di Candidatura 2006: il sito viene iscritto all'interno della lista propositiva italiana 2008: Firma dell'intesa tra Regione Piemonte, Direzione Generale per i Beni culturali e paesaggistici del Piemonte, e la Province di Asti, Cuneo ed Alessandria. Ottobre 2009: Redazione del Dossier di candidatura a cura di SiTI (Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l'Innovazione) Gennaio 2011: Consegna del Dossier al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (MiBAC) e all'UNESCO di Parigi Ottobre 2011: Valutazione da parte degli organi consultivi dell'UNESCO del territorio candidato al fine di validarne l'eccezionalità.

I paesaggi del sud del Piemonte costituiscono una testimonianza di eccezionale valore relativamente alla "cultura del vino". Si tratta, infatti, di un territorio nel quale le particolari condizioni climatiche e gli ecosistemi naturali presenti garantiscono un ambiente idoneo allo sviluppo della viticoltura, che in questi luoghi si manifesta con estrema ricchezza e varietà. Il risultato di questa combinazione di elementi favorevoli è stato l'affermarsi sin dall'antichità della viticoltura quale attività produttiva di rilievo nel panorama economico piemontese e italiano in generale. Questi elementi di matrice culturale sono particolarmente evidenti nei territori di Langhe-Roero e Monferrato, non solo per il forte ed indiscusso ruolo sociale ed economico che la produzione vitivinicola di questi luoghi riveste nel panorama piemontese, ma anche per le eccezionali caratteristiche del paesaggio, che racchiude in sé molti elementi legati al mondo del vino. Da qui la proposta di candidatura del sito alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO come "paesaggio culturale", ovvero risultante dall'azione combinata dell'uomo e della natura. Per essere iscritto nella Lista (World Heritage List, WHL), un sito deve possedere un valore universale "eccezionale", dimostrarsi cioè depositario di un significato culturale e/o naturale rilevante a tal punto da superare i confini nazionali e da essere di comune importanza per le generazioni presenti e future. Inoltre, proprio per garantire la salvaguardia di tale valore, che si manifesta attraverso caratteristiche di integrità e autenticità, un sito UNESCO deve essere dotato di un adeguato sistema di tutela e di gestione. Il percorso di candidatura È proprio nel contesto descritto che prende avvio un'avventura tutta piemontese: la candidatura alla WHL del sito "I Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato". Il territorio proposto include 9 aree di pregio (core zones) che prendono il nome dai vini più pregiati prodotti in ciascuna di esse: Freisa, Barbera, Asti Spumante, Loazzolo, Moscato, Barbaresco, Barolo, Grignolino, Dolcetto di Dogliani. Queste aree, selezionate in base a caratteristiche di integrità fisica e visuale del paesaggio e alla validità e cogenza delle disposizioni di tutela vigenti, costituiscono nel loro insieme una testimonianza unica della varietà e della qualità delle forme di coltivazione e dei vini prodotti in tali territori. La buffer zone (zona tampone), dalle dimensioni molto ampie, è stata definita e perimetrata per dare continuità al paesaggio delle singole core zones, alla luce delle strette interrelazioni di natura paesaggistico-visuale e storico-culturale che intercorrono tra questi luoghi. Il risultato dell'integrazione tra core zones e buffer zone è un paesaggio che ha mantenuto nel tempo la sua autenticità storica e culturale e che contemporaneamente ha costituito un luogo privilegiato per la sperimentazione di pratiche colturali innovative. Indipendentemente dall'esito del processo di candidatura, i territori costituenti il sito sono già attualmente oggetto di tutela legislativa a diversi livelli amministrativi quali il Piano Paesaggistico Regionale adottato nell'agosto 2010 e, a livello comunale, i Piani Regolatori Comunali, nei quali sono previste norme specifiche per la salvaguardia del paesaggio. Inoltre, quale strumento fondamentale di governo del territorio e di coordinamento dei diversi attori coinvolti, è stata costituita l'"Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato". L'esito della candidatura è ad oggi incerto: è infatti in corso la fase di analisi da parte degli organi consultivi dell'UNESCO del territorio candidato. Sicuramente, un obiettivo è già stato raggiunto: quello di porre l'attenzione su una realtà culturale e territoriale di estremo interesse e valore di cui il Piemonte deve essere consapevole ed orgoglioso.

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