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Il Presepe gigante di Marchetto

Sulle Prealpi Biellesi il Natale è l'occasione per rivivere e ricordare la vita di un tempo

  • Aldo Molino
  • dicembre 2014
  • Lunedì, 29 Dicembre 2014
I suonatori animano la festa foto A.Molino I suonatori animano la festa foto A.Molino

Come i famosi moschettieri, che non sono 3 bensì 4 e quello più noto, moschettiere non lo è proprio, così il Presepe gigante di Marchetto non bisogna cercarlo nella omonima borgata della Valle Strona, bensì nella nuova collocazione che da 4 anni è nel capoluogo di Mosso.
L'ambientazione comunque non ne risente anche se il contesto è chiaramente diverso essendo passato da un ambito tipicamente rurale a uno più paesano e borghese.
Sino al 6 gennaio, altrimenti bisognerà attendere il prossimo anno per avventurarsi nelle stradine del piccolo centro biellese, sarà possibile scoprire scorci di vita del passato e conoscere questo vivace paese della Valle Strona, la valle della Lana ma anche della terribile alluvione del 1968.
Raro caso, quello di Mosso, di volontario accorpamento di comuni che nel 1999 si è costituito con la fusione dei preesistenti Mosso Santa Maria e Pistolesa riprendendo una denominazione che risale al medioevo. Il percorso inizia di fronte al Municipio dove c'è il punto informativo e dove è in distribuzione la mappa che accompagna nella visita. Quello di Marchetto è uno dei più grandi presepi di questo tipo d'Italia. Non si tratta però di un "presepe vivente" ne tanto meno di un "presepe meccanico" (Marchetto può essere comunque abbinato a quello non lontano di Collabiana) bensì di un centinaio di figure a grandezza naturale inserite nel contesto del centro storico a rappresentare e ricordare in 13 simpatici e accattivanti quadretti scene della vita del passato. Ecco allora i bambini dell'asilo delle scuole delle monache Rosminiane, la fontana pubblica, le botteghe artigiane, la lattaia, il suonatore ambulante, la festa nel cortile, gli sposi e il fotografo e naturalmente "la Sacra famiglia" e i pastori.
La frazione Marchetto, quella che ha dato il nome al presepe, si trova più in alto lungo la strada panoramica che conduce a Capomosso, il centro più elevato del comune da cui inizia il sentiero, che fa parte del contesto delle "Vie della fede" e del "Cammino di S.Carlo, che conduce al Santuario della Nostra Signora della Brughiera, che conserva un "Adorazione dei Magi", opera seicentesca di Giovanni Barbello. Alzando lo sguardo si possono vedere le creste prealpine con la Chiesa di San Bernardo e il Monte Rubello dove ebbero epilogo le vicende dell'eretico Dolcino e dove è l'habitat dell'endemico ed esclusivo del coleottero Carabus olympiae.
Mosso non ha neanche tremila abitanti, ma ha dato i natali ad una schiera davvero consistente di personaggi famosi a cominciare da Quintino Sella, statista e fondatore del CAI, originario dell'omonima borgata da cui provengono banchieri, imprenditori, prelati, scienziati.
Il presepe, che di notte è suggestivamente illuminato è visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 22 sino all'Epifania.

Come arrivarci:
Da Cossato (Biella) sulla superstrada della valle Strona si sale a Valle Mosso e si prosegue per Crocemosso poi a sinistra per Trivero e ancora a sinistra per Mosso S.Maria (da Torino il casello autostradale di riferimento è Carisio)

Info
www.presepegigantemarchetto.it

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