Stampa questa pagina

Cesti, che passione!

A Esio, minuscolo paesino di montagna del Verbano Cusio Ossola, un manipolo di ragazze e ragazzi valorosi si impegna per fare sopravvivere l'arte della cesteria. Ecco la loro storia.

  • Alessandro Paolini
  • Gennaio 2021
  • Lunedì, 22 Febbraio 2021
I giovani dell'Associazione "La Lencistra" - Foto Susy Mezzanotte I giovani dell'Associazione "La Lencistra" - Foto Susy Mezzanotte

Le ceste delle "terre di mezzo"

Nel Verbano, in decine di paesi di mezza montagna, abitano comunità che cercano di costruire il futuro partendo dalla consapevolezza del proprio passato. Ma la vera notizia è che, fra quanti lavorano quotidianamente per conservare le proprie tradizioni e tramandarle, ci sono tanti giovani. Gerle e cesti, lencistre e tapèle, sono termini con cui hanno imparato a familiarizzare, appassionandosi ad un'arte antica cui – a torto – si attribuisce uno scarso "appeal" per le nuove generazioni. Ad Esio, frazione di Premeno (VCO) a cavallo tra la Valle Intrasca e l'Alto Verbano, gli abitanti sono solo centotrentotto e vivono a oltre 700 metri di altitudine. In queste "terre di mezzo" esiste uno storico artigianato che utilizza legni locali per costruire ceste e che è diventato nei secoli una vera e propria arte. L'hanno capito i giovani dell'Associazione "La Lencistra", che si ritrovano regolarmente per condividere le conoscenze sulle tecniche di produzione dei cesti, apprese dalle generazioni precedenti, e che organizzano eventi per ridare vita a questa tradizione profondamente radicata nel territorio.

Dalla scuola di cesteria all'Associazione "La Lencistra"

In passato, nelle sere d'inverno, giovani e vecchi di Esio si radunavano accanto al focolare per costruire insieme le ceste, che sarebbero servite nella successiva stagione agricola. Intrecciando lencistre (sottili strisce di legno di nocciòlo o salice) raccontavano storie reali e leggende, tramandando così la loro cultura e identità. Con lo spopolamento della montagna e l'abbandono delle pratiche tradizionali anche quest'attività era destinata a scomparire, insieme ai pochi anziani che ancora la praticavano. Ma nel 2005 venne organizzato, in via sperimentale, il primo corso di artigianato locale del legno. Tra gli ultimi cestai esiesi c'era Alessandro Brusa, chiamato affettuosamente "Sandrino", che diventò uno degli insegnanti. Al primo seguirono altri corsi finché, nell'autunno 2008, nacque l'Associazione culturale "La Lencistra", con lo scopo di continuare l'insegnamento e la promozione di questa antica attività e del suo territorio.

"Tra le principali tipologie di cesti tradizionali c'è il cavàgn, utilizzato per la raccolta, il trasporto e lo stoccaggio dei prodotti della terra. Può essere di varie dimensioni e si costruisce intrecciando le lencistre di nocciolo o di salice su un telaio di castagno" spiega Andrea Mosini de La Lencistra. "La sciuera, gerla in italiano, è come un cono rovesciato che veniva utilizzato per il trasporto a spalla di mele e patate, oppure di fieno e letame nei campi. La sua lavorazione poteva essere più 'fine', grazie all'utilizzo di salice o nocciolo, oppure più grossolana, con tapéle di castagno che le conferivano più resistenza. Un tempo quelle di miglior fattura venivano impiegate dalle donne per portare al mercato di Intra i prodotti agricoli da vendere".

"Le lencistre, termine dialettale che indica le sottili strisce di legno, si ricavano dai fusti di nocciòlo – prosegue Mosini - mentre le tapéle, di legno di castagno, sono più grossolane e resistenti e servono a produrre le gerle per il trasporto del letame e i cesti per la legna da ardere. Anche il salice si può utilizzare per la costruzione dello "scheletro" di cesti di vario genere o per le lencistre, "spaccando" longitudinalmente i rami con un apposito strumento a croce chiamato spaccarö. La particolarità è che anche lo spaccarö è fatto di legno, quello molto duro e resistente della "martellina", un tipo di bosso. Tutte le principali essenze utilizzate per i cesti, secondo la tradizione, dovrebbero essere tagliati nella fase di luna calante"

Anche l'estetica è importante: l'intreccio può essere semplice o doppio, a seconda che si usino una o due lencistre. Quello doppio è esteticamente più gradevole, oltre che più robusto. Per "decorare" il prodotto si possono utilizzare nell'intreccio alcune strisce con la corteccia, creando così bordi e greche colorate.

"L' Associazione è attualmente formata da una ventina di persone – conclude Mosini - e molti di noi hanno meno di 40 anni. Ogni venerdì sera ci ritroviamo per lavorare insieme. In provincia di VCO non siamo i soli, esiste anche l'associazione "Il cavagn", oltre a qualche cestaio ormai anziano che continua l'attività per passione. In tutta Italia sono rimasti in pochi a svolgere l'attività di cestaio come lavoro vero e proprio. In passato sulle Alpi fare i cesti era un'attività invernale destinata all'autoconsumo personale, mentre in pianura o in città era un mestiere che consentiva anche di vivere, vendendo i prodotti realizzati. La nostra associazione realizza tuttora alcuni cesti che espone e talvolta vende come forma di autofinanziamento".

"Intrecci di lencistre e parole"

Proprio dalla realizzazione di dodici cesti ad opera dei ragazzi de "La Lencistra" è nata la mostra "Intrecci. Passato e presente della cesteria nelle Terre di Mezzo" che ha toccato con successo – dal marzo al dicembre 2019 – varie località del Verbano Cusio Ossola. La mostra, che è stata ospitata a Verbania, Trarego, Premeno, Domodossola, Trontano e Santa Maria Maggiore, espone i cesti e altri prodotti artigianali intrecciati, accompagnati da immagini storiche che ne illustrano l'utilizzo e da testimonianze orali, raccolte tra le comunità del progetto Comuniterrae. Un viaggio nel tempo attualizzato dalle splendide fotografie di Susy Mezzanotte, che hanno ritratto i cesti esposti in contesti contemporanei. La mostra, organizzata dal Parco Nazionale Val Grande e da Ars.Uni.VCO con "La Lencistra", all'interno di Comuniterrae e con il contributo di Fondazione Comunitaria Vco, avrebbe dovuto fare tappa a dicembre 2020 al Museo archeologico del Parco Nazionale della Val Grande a Malesco, ma la pandemia non lo ha permesso (la riprogrammazione – condizioni permettendo – è prevista nella primavera 2021). E' così approdata sui social per un'iniziativa voluta da Parco Nazionale della Val Grande, Associazione La Lencistra ed Ecomuseo regionale Ed Leuzerie e di Scherpelit di Malesco sotto forma di un concorso dedicato ai cesti storici che si è concluso a gennaio di quest'anno. Sulla pagina Facebook del Parco (@PNVG.Wilderness) verrà pubblicato l'album "Intrecci di lencistre e parole" contenente le fotografie partecipanti e i racconti inviati.

"La Lencistra" ha anche partecipato alla 22esima Fiera Internazionale di cesteria che si è tenuta in Spagna, nel comune catalano di Salt, dal 4 al 7 ottobre 2019. Il comitato organizzatore ha accolto la partecipazione degli artigiani di Esio perché sono tra i pochi in Europa ad utilizzare il legno di nocciolo nell'intreccio. Erano presenti oltre 70 cestai e cestaie da tutta Europa (Spagna, Francia, Portogallo, Germania, Gran Bretagna, Danimarca, Polonia, Ucraina e Italia) che hanno avuto la possibilità di incontrarsi, scambiare saperi, confrontarsi con le diverse tecniche d'intreccio e, soprattutto, stringere amicizie e collaborazioni. La partecipazione dell'Associazione è stata possibile grazie al contributo del Comune di Premeno che ha patrocinato il soggiorno a Salt e a tutta la Comunità di Premeno e frazioni che ha dimostrato il suo affetto preparando pietanze e dolci fatti in casa per il viaggio. "Guest country" dell'edizione 2019 era proprio l'Italia che, come osservato dal maestro cestaio Mario Brocchi Colonna, è l'unico Paese in Europa privo di un'associazione o un ente nazionale che promuova e tuteli il suo patrimonio di cesti.

Una mancanza che occorrerebbe colmare, seguendo l'esempio dei giovani di Esio e di tanti altri, sparsi per il nostro Paese, che nelle tradizioni nonostante tutto continuano a credere.

Per approfondimenti:

Sito internet Associazione La Lencistra

Pagina Facebook La Lencistra  (@lalencistra)

Fira Internacional del Cistell de Salt  (Spagna)

Progetto Comuniterrae 

 

Potrebbe interessarti anche...

Fu l'egittologo piemontese, Ernesto Schiaparelli, a ritrovare nel 1906, la tomba di Kha e tremila ...
Il Carnevale è una festa comunitaria di purificazione e propiziazione dai significati an ...
Krampus e Perchtentreffen: i diabolici cortei mascherati del solstizio d'inverno in Tirol ...