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I segni che lascia una pandemia

Quali segni hanno lasciato le epidemie del passato? Alle comuni reazioni di paura e di sconforto spesso ha fatto seguito un bisogno di interpretare il significato del male sopraggiunto. L'Ecomuseo di Cascina Moglioni è andato alla ricerca di immagini nell'architettura locale per ricostruire le paure del proprio passato, e da queste trarre un possibile insegnamento di coraggio e rinascita.

  • Elisa Arecco
  • Gennaio 2020
  • Martedì, 26 Gennaio 2021
I segni che lascia una pandemia

 

Il Sentimento religioso in tempo di pandemia è una ricerca condotta dall'Ecomuseo di Cascina Moglioni, su proposta della Rete Ecomusei Piemonte, con l'obiettivo di riscoprire i segni storico-architettonici lasciati da peste, tifo, colera e altre malattie contagiose ad altissima diffusione che, nei secoli scorsi, hanno colpito le popolazioni presenti sul suo territorio. Partendo da una riflessione sull'importanza del sentimento religioso, soprattutto nei momenti più difficili per l'umanità, lo studio si concentra sulle emergenze architettoniche, in particolare edifici sacri e lazzaretti, legate alle epidemie del passato con l'intento di documentare, attraverso un reportage fotografico, ciò che resta oggi sul campo e di arricchire la conoscenza della storia delle piccole comunità di cui l'Ecomuseo di Cascina Moglioni si interessa da tempo per fornire strumenti di interpretazione del presente.

L'indagine, di cui è stata pubblicata una prima parte sul sito dell'Ente di gestione delle Aree protette dell'Appennino piemontese, prevede un tipo di lavoro in divenire, che potrà essere arricchito con il contributo di tutti coloro che vorranno partecipare, condividendo foto, documenti, testimonianze.

Le epidemia nella storia

Nella storia dell'Umanità le epidemie hanno sempre avuto una rilevanza sociale notevole poichè capaci, al loro diffondersi, di amplificare o alterare le normali dinamiche psicologico-relazionali e di far emergere complessi interrogativi etici, morali e persino religiosi nelle popolazioni colpite. Andando a rileggere alcune opere storico-letterarie spesso citate dai media in questi ultimi mesi, si può comprendere quanto, nei periodi di crisi, i comportamenti del singolo e della società abbiano subìto evidenti trasformazioni, anche con meccanismi comuni in culture molto diverse tra loro. E se il nostro atteggiamento è stato differente rispetto a quanto ci restituiscono le testimonianze del passato, queste ultime ci mostrano comunque la centralità dell'argomento.

Dalle opere prese in esame sia quelle del mondo antico, l'Edipo Re di Sofocle, l'Iliade, La Guerra del Peloponneso che quelle successive come il Decameron e I Promessi Sposi, allo scoppio di un'epidemia si evidenziano comuni reazioni di paura e di sconforto che sfociano spesso, con il venir meno del rispetto delle leggi civili e religiose definite dalla comunità, in episodi di disordini e violenze. Ma non solo: dall'analisi di queste opere emerge chiaro il bisogno di indagare sul rapporto uomo-Dio, di ristabilire da parte dei fedeli una relazione con il divino attraverso suppliche, preghiere e voti, di interpretare il significato del male sopraggiunto, magari con l'aiuto di un oracolo, in riferimento alla cultura classica, o ancora di individuare un colpevole per il diffondersi incontrollato della pestilenza con i conseguenti gesti di intolleranza tristemente noti, in particolare in epoca cristiana.

La riflessione in materia, evidente fin dalle prime testimonianze storiche e letterarie legate ai contagi su larga scala, diventa particolarmente preziosa ne I Promessi Sposi dove si possono cogliere in modo assai realistico quelle pratiche religiose cristiane di cui si ha traccia nelle nostre città e nei paesi dell'Ecomuseo di Cascina Moglioni, sui quali si concentra la ricerca. Pur trattandosi di territori piuttosto marginali e poveri, anche dal punto di vista culturale, è possibile infatti ritrovare, seguendo quella stessa visione manzoniana, questi antichi indizi.

Gli indizi presenti a Cascina Moglioni

Tra i momenti di maggiore criticità, le cronache segnalano la prima metà del XVII secolo per la peste e il XIX secolo per il tifo e il colera: periodi nei quali, come in altre parti d'Italia, nuove chiese campestri e cappelle furono dedicate a San Rocco, riconosciuto ancora oggi come in peste patronus. Emblematico a tal proposito il caso della parrocchia di Bosio dove ogni anno, il 16 agosto, giorno a lui dedicato dalla Chiesa, vengono ricordati i cento morti di colera del 1911 e dove, nei mesi scorsi, si è allestito uno spazio con la statua del Santo a cui i fedeli possono rivolgersi in preghiera.

Tornando al XVII secolo, oltre al pellegrino di Montpellier, ci si affidava anche a San Sebastiano, le cui ferite provocate dalle frecce del martirio erano assimilabili alle ulcere della pestilenza e a San Carlo che, in ricordo della sua dedizione nei confronti degli appestati, subito dopo la canonizzazione, divenne protettore dei malati di peste e patrono di paesi miracolosamente preservati dalle epidemie, come nel caso di Tagliolo Monferrato. Altra figura centrale, in ambito devozionale, è infine Maria a cui furono rivolte suppliche e dedicate processioni e chiese. A Maria Ausiliatrice si affiderà anche Santa Maria Mazzarello, fondatrice della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ammalatasi di tifo nel 1860, nel cui paese d'origine, Mornese, vi sono diverse testimonianze in merito.

Storie di santi, di ex voto, di miracoli a dimostrazione di quanto il sentimento religioso in tempo di pandemia abbia lasciato segni evidenti nel presente. Da qui l'importanza di riscoprire luoghi, emergenze architettoniche, suppliche e antichi riti legati alle epidemie: infatti, le tante tracce consegnateci dal passato, di cui l'Ecomuseo di Cascina Moglioni va alla ricerca, dovrebbero diventare - e tale è l'intento della ricerca, soprattuto in queste ultime settimane, in cui il Coronavirus è entrato prepotentemente nelle nostre vite - uno strumento di conoscenza, un antidoto contro l'isolamento e la sfiducia, un invito a vedere gli eventi da una prospettiva diversa, quella storica, dove a grandi catastrofi che ciclicamente hanno colpito le comunità umane, seguono momenti di stupefacente rinascita.

 

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