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Virà virandole

L'Ecomuseo di Salbeltrand continua nella sua importante opera di recupero e riproposta della cultura occitana.

  • Loredana Matonti Aldo Molino
  • marzo 2012
  • Domenica, 18 Marzo 2012


Se c'è un ecomuseo, tra quelli regionali, che ha fatto del recupero della memoria (si badi bene, non delle memorie) il proprio agire, questo sicuramente è l'Ecomuseo Colombano Romean in Alta Valle di Susa, sapientemente e proficuamente gestito dal Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand, parco che come è noto è confluito da quest'anno nel più ampio contesto delle Alpi Cozie. Memoria collettiva, gelosamente custodita da una comunità che seppure sfilacciata è riuscita ad attraversare gli anni della modernità. Ridare voce alla tradizione e soprattutto fissare ricordi e modalità in maniera meno aleatoria di quello di un'oralità, funzionale sino a che la comunità è vitale, ma che scricchiola quando questa va in crisi o viene sottoposta a pressioni esterne, in modo che le nuove generazioni possano all'occorrenza riappropriarsene. Questo paziente lavoro di scavo e riproposta ha fatto sì che una piccola comunità di poco più di cinquecento abitanti, Salbeltrand e a rimorchio altri luoghi dell'alta valle, riscoprissero una vitalità dimenticata e un protagonismo da produttori di cultura e non soltanto da consumatori. Tra le tante iniziative a cui il parco e l'ecomuseo hanno dato un contributo determinante va sicuramente ricordato "Chantar l'uvern in oucitanio" (Cantar l'inverno in occitania) giunto alla terza edizione, manifestazione dedicata alle lingue minoritarie fortemente voluta dalla provincia di Torino. Concerti, spettacoli teatrali, antiche tradizioni che ripropongono nei momenti topici del lungo inverno di montagna modalità e riti antichi solo apparentemente anacronistici. Come l'orso che nella notte del 30 gennaio viene inseguito per le vie di Condove, o i falò purificatori del carnevale che annunciano la primavera. In valle il paziente lavoro di ricerca stimolato e coordinato dall'Ecomuseo ha prodotto sinora 16 "cahier", i quaderni che già nella denominazione ricordano gli antichi quaderni di famiglia in cui venivano annotati fatti, curiosità, conti e avvenimenti e il cui recupero in molti casi ha permesso di ricostruire storie ormai dimenticate. Ciò grazie anche alla preziosa collaborazione con l'Associazione ArTeMuDa e il suo Laboratorio Permanente di Ricerca Teatrale, formato da artisti e ricercatori come Renato Sibille, che da anni scava nella cultura locale con un approccio antropologico, promuovendo il recupero delle tradizioni e dei saperi, rielaborando frammenti di memoria, passi solitari lungo sentieri impervi, parole frantumate sulle pietraie, ai margini di campi non più coltivati, immagini racchiuse in piccole cose indimenticabili. Il tutto in stretta collaborazione con gli abitanti del posto, grandi maestri perché custodi del sapere di una terra e dei suoi gesti. Se l'ultimo di questi lavori, in numero 16, "l'Murin du Martiné e l'istuarä dl'Aziendä Elettricä d'Salbeträn", in attesa si spera di tempi migliori e di una rinnovata sensibilità del nuovo ente gestore che sarà quello del Parco delle Alpi Cozie, riporta al Mulino, dove il percorso ecomuseale aveva avuto inizio, il n. 15, "Virà Virandolë", curato da Roberto Micali e Renato Sibille ci fa conoscere, come il sottotitolo indica, le "Musiche e canti della tradizione occitana dell'Alta Valle di Susa". Il volumetto che contiene molte fotografie storiche inedite è corredato di un importante CD. Importante perché viene a colmare una lacuna geografica nel panorama ormai consolidato della musica occitana (anche un'altra valle occitana, la valle del Po, ha ora i suoi mentori, il recentissimo CD che i giovanissimi componenti del gruppo" Aire de Ostana" hanno da poco pubblicato è dedicato infatti alle poco conosciute danze e melodie di quella valle) nella ricerca etnomusicale del Piemonte, così che finalmente anche la Val di Susa vede documentato il suo mondo di melodie e danze antiche che si riteneva irrimediabilmente perduto. Il materiale raccolto purtroppo rappresenta soltanto più frammenti di quel patrimonio musicale, un tempo sicuramente molto più ricco, sufficiente comunque a collocare anche la più settentrionale delle valli occitane nel più ampio contesto culturale del mondo d'Oc. Significativo è il caso della melodia di "guhiono", un'antica danza ricordata soprattutto in alta Val Varaita o nella Castellata, che testimonia il profondo legame delle comunità alpine che fecero in passato parte della Repubblica degli Escarton e di come questo non sia del tutto dimenticato. Dodici anni di ricerca ecomuseale dedicati al lavoro e alla tradizione in Alta Valle di Susa hanno permesso di riscoprire e ripensare molte attività e usi del passato come la lavorazione del merluzzo, la produzione e commercializzazione del ghiaccio, il carnevale tradizionale, recuperare il sapere curativo con i vari rimedi popolari e l'utilizzo delle erbe, per accorgersi che il recupero delle tradizioni passate va molto al di là del mero interesse antropologico, costituendo solidi radici e certezze per la crescita delle generazioni future.

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