Stampa questa pagina

Konrad Magi e il suo canto d'amore per la natura

C'è tempo fino all'8 marzo per vedere, a Torino, i 50 dipinti del pittore Konrad Magi, raffiguranti vasti paesaggi naturali di drammatico impatto, dai colori vivaci intrisi da una luce irreale, ma bellissima e affascinante.

  • Alessandra Corrà
  • Marzo 2020
  • Mercoledì, 26 Febbraio 2020
Konrad Magi e il suo canto d'amore per la natura

Sono un figlio del Nord, e tutto ciò che sono è parte del suo popolo e della sua natura selvaggia. Amo la natura aspra e malinconica del Nord e quei vivi lampi di luce che quegli artisti sanno esprimere. (Konrad Magi , 1907)

 

Una mostra straordinaria e imperdibile. Crata dallo storico dell'arte Eero Epner in collaborazione con la direzione dei Musei Reali, è allestita nelle Sale Chiablese di Palazzo Reale, a Torino, e resterà aperta al pubblico fino al prossimo 8 marzo. Sono quindi gli ultimi giorni in cui se ne può approfittare.
Ciò che più colpisce guardando il lavoro di Konrad Magi è il suo canto d'amore per la natura, il suo forte panteismo, secondo il quale l'esperienza della natura era un fatto serio, equivalente a un'esperienza religiosa.
Tant'era dominante questo pensiero in lui che più volte affermò, osservando le montagne norvegesi,: "ho l'impressione che in questo luogo vivano gli Dei".

Il percorso espositivo

"La luce del Nord", così si chiama l'esposizione torinese, una delle più grandi mai realizzate in Europa, ricorre proprio nel centesimo anniversario della visita dell'artista in Italia.
L'opera di Konrad Mägi è la summa del lavoro di una personalità irrequieta e intensa, che attraverso la pittura di paesaggio, tesa e talvolta onirica, costruita con una materia densa ed espressiva, racconta al continente europeo il fascino della natura del Nordland, dei suoi immensi cieli schiacciati da nuvole effimere e accese dai bagliori del tramonto, i laghi, le campagne e le scogliere a picco sul mare.
La natura per l'artista era carica di tutti quei significati che, forse nel nostro mondo moderno, purtroppo, si sono un po' persi, nonché un luogo ameno dove l'anima può trovare un contatto con il soprannaturale.
La natura per Magi era tanto irrazionale, quanto metafisica e religiosa: un luogo selvaggio e contraddittorio, ma carico di emozioni che diventano simbolo stesso dei drammi esistenziali.

In alcuni quadri il tramonto si trasforma nel simbolo dell'Apocalisse, il rosso, simile al sangue, invade il cielo del dipinto, come se l'orizzonte bruciasse e tutto ciò che si trova sotto di esso fosse solo un'allucinazione, in altri, nuvole scure e minacciose restano sospese sopra un lago alpino, dai contorni surreali.
L'uso dei colori spesso è molto drammatico, ma favorisce l'accostamento di piani più scuri a sfondi dai colori più intensi.
I suoi quadri vennero dipinti impulsivamente, con grande velocità, poiché volevano riflettere l'esperienza immediata della natura.
Solo osservando attentamente i suoi lavori si può capire tutta l'intensità dell'autore, una forza primordiale, fuori dal comune, che gli veniva dal suo perenne affanno, come se lui intuisse che qualcosa dovesse esistere Oltre la Natura, Oltre la percezione dei nostri sensi, ma che per i suoi limiti umani gli fosse impossibile riconoscerne i contorni.
Per fortuna c'era l'Arte, l'unica attività che l'aiutò nell'arduo compito di afferrare ciò che sembrava oscuro e sfuggente, infatti scrisse: "Solo nell'arte della creazione si trova la pace, perché l'arte sa offrirci ciò che la vita ci nega".

Chi era Konrad Magi

Konrad Magi (1878-1925), sebbene dipinse per soli sedici anni, fu uno dei primi pittori moderni dell'Europa settentrionale. Paragonato spesso a Van Gogh e a Sisley per l'utilizzo della luce nei suoi quadri, può essere considerato il capostipite della pittura estone moderna.

Nato e cresciuto a Tartu, la seconda città dell'Estonia, in un ambiente campestre, nel 1903 emigrò a San Pietroburgo alla ricerca di fortuna e soprattutto di un ambiente più stimolante per una persona sensibile come lui.
Nel 1906 scrisse: "Prima o poi bisogna andare a vedere il mondo, anche a costo della vita, perché non fa differenza come uno muore ma dove muore".
Nel 1907 si trasferì in Francia, dove rimase deluso per l'eccessivo costo della vita, così si trasferì in Norvegia, dove soggiornò due anni.
Nel 1910 raggiunse la notorietà in patria: a Tartu venne organizzata una sua mostra nell'ambito del movimento culturale Giovane Estonia, che si rivelò un successo anche dal punto di vista commerciale. Questa nuova sicurezza economica gli permise di tornare a Parigi nel 1912 e di esporre al Salon des Indépendants.

A causa della sua scarsa salute però fu obbligato, poco tempo dopo, a far ritorno in Estonia, sull'Isola di Saaremaa, che diventerà uno dei suoi soggetti favoriti. In quegli anni infatti si dedicò principalmente ai paesaggi dell'isola, caratterizzati da boschi, scogliere, laghi e coste.
Nel 1920 visitò invece l'Italia, che lo conquistò per il clima mite e le bellezze architettoniche delle sue città e monumenti.
Negli anni seguenti la sua condizione di salute fisica e mentale peggiorò, tanto che nel 1925 si spense improvvisamente durante un ricovero in un sanatorio per malati di mente, aveva solo quarantasette anni.
Anche il destino dei suoi dipinti non ebbe gran fortuna, purtroppo molte di essi vennero censurati, prima dai nazisti e poi dal regime sovietico.
Finalmente, alla fine degli anni Settanta, le sue opere tornarono in auge e furono rivalutate. Ancora oggi, risulta nota soltanto la metà dei suoi dipinti stimati, fattore che sicuramente penalizza la sua memoria.

Orari di visita

Sale Chiablese (Ingresso da Piazzetta Reale)
dal 30 novembre 2019 al 8 marzo 2020
dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00.
Chiuso il lunedì

Contatti 

Tel +39 01119560449
http://www.museireali.beniculturali.it 
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

Potrebbe interessarti anche...

In esposizione a Susa una mostra dell'artista cuneese Tino Aime, che trai i suoi temi preferiti h ...
"Quasi nessuno" è una mostra visionaria realizzata nelle terre del riso e guidata dallo sguardo ...
Richiamare e sottolineare l'importanza degli obiettivi strategici tracciati dell'Agenda ONU 2030 ...
Lo scorso 6 novembre ci ha lasciati Nick Edel, pseudonimo di Nicola Ettore Edel. Nato a Bordigher ...