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La Valle delle Meraviglie

Era in Piemonte sino all'ultima guerra, ora è in Francia: il Monte Bego è la montagna sacra degli antichi Liguri. Le migliaia di incisioni rupestri sono lo staordinario patrimonio lasciatoci delle popolazioni alpine dell'età del bronzo.

  • Furio Chiaretta
  • giugno 2012
  • Mercoledì, 13 Giugno 2012

Vallèe des Merveilles: non è un nome di fantasia per una valle particolarmente bella. E' il vero nome di una valle a due passi dal confine. E le "meraviglie" sono le 36.000 incisioni rupestri dell'Età del Bronzo (3000 a.C.) che punteggiano gli ondulati lastroni di roccia dominati dal Monte Bego. Appena 5 chilometri in linea d'aria separano la Valle delle Meraviglie dal confine meridionale del Piemonte: si trova nel settore più orientale del Parc national du Mercantour, che si affaccia sulla Valle Roya, corridoio prediletto dei piemontesi per andare verso il mare. I principali settori di incisioni, circondati da un superbo ambiente di montagna, sono due. Da una parte le immense "ciappe" di Fontanalba, ossia le lisce rocce arrotondate dall'azione dei ghiacciai del Quaternario, dall'altra le pareti e gli splendidi laghi della vera Vallée des Merveilles, separate dalla scoscesa cresta che culmina sul Monte Bego. Una cima che nei pomeriggi estivi si copre di nuvole da cui si scatenano impressionanti tempeste, con i fulmini che si scaricano sulle lisce rocce sottostanti. Ammirando un temporale dalle finestre del Refuge des Merveilles non è difficile immaginare il terrore dei pastori che 5000 anni fa salivano quassù, di fronte a simili esplosioni della forza della natura. E si può davvero pensare che la tempestosa cima del Monte Bego ospitasse la divinità venerata dai pastori, il Signore del temporale e dei fulmini, ma anche il dispensatore della pioggia fecondatrice, indispensabile per la vita delle mandrie.

Per alcuni studiosi i nostri progenitori veneravano la coppia divina Toro-Terra, e le incisioni rupestri erano antichissimi ex-voto in un immenso santuario a cielo aperto, tra le montagne. Le prime notizie delle incisioni risalgono al 1650, ma gli studi iniziarono nella seconda metà del XIX secolo. Nel 1885 il naturalista inglese Clarence Bicknell, trasferitosi a Bordighera per le sue ricerche, ebbe il primo incontro con le incisioni rupestri di Fontanalba. Dopo la pubblicazione di un libro sulla flora della Riviera, decise di dedicarsi all'arte rupestre della Valle delle Meraviglie: dal 1897 trascorse tutte le estati a Casterino, catalogando 14.000 incisioni e pubblicando nel 1913 la prima guida dettagliata di esse, suddivise in 8 categorie. Il suo lavoro venne sviluppato da Carlo Conti, che tra il 1927 e il 1942 classificò 36.000 incisioni, ma dovette interrompere le ricerche per la guerra e il passaggio dell'Alta Valle Roya alla Francia. Così fu un francese, il professor Henry de Lumley a continuare tra il 1967 e il 1991 il lavoro di schedatura e riproduzione delle incisioni rupestri, proponendo interessanti interpretazioni di questo immenso patrimonio di arte rupestre, e suddividendolo in 5 categorie principali: animali, con le figure di bovidi, cornute, semplici o aggiogate all'aratro (46% delle incisioni); armi e strumenti, ovvero pugnali, alabarde, asce (10%); figure antropomorfe (0,5%, tra cui vi sono le opere più affascinanti); figure geometriche (reticoli, croci, stelle, 5,5%); figure non classificabili (38%). Alle 32.351 incisioni dell'Età del Bronzo si aggiungono oltre 3000 graffiti lineari e alcune centinaia di incisioni di epoca storica, per un totale di 36.000 incisioni. Purtroppo ci sono anche i graffiti fatti dai visitatori negli scorsi decenni: un'azione devastante, a cui si sono aggiunti vandalismi e tentativi di sottrarre alcune incisioni. Così il Parc du Mercantour ha adottato norme assai restrittive per preservare questo patrimonio di arte rupestre: non si può uscire dai sentieri segnalati, non si possono toccare o calpestare le incisioni, si utilizzano i bastoncini solo sui percorsi di avvicinamento, mentre è obbligatorio riporli nello zaino quando si arriva in prossimità delle incisioni. Poi ha segnalato e dotato di pannelli illustrativi alcuni itinerari, e ha dato impulso alle visite guidate estive, che ora danno lavoro a numerose guide e permettono ai visitatori di osservare e conoscere un bel numero di incisioni con la modica spesa di 10 € per 2-3 ore di visita: a giugno e settembre le visite si fanno dal venerdì al lunedì, mentre a luglio e agosto sono tutti i giorni (senza prenotazione). L'ideale è effettuare entrambe le visite, quella proposta nel Vallone di Fontanalba e quella dal Refuge des Merveilles, dedicando almeno 2 o 3 giorni a questo angolo di Alpi Marittime. Chi preferisce soffermarsi negli straordinari ambienti dominati dal Bego può dormire nelle camerate dei due rifugi in quota (Merveilles e Fontanalba), mentre per chi vuole una sistemazione più confortevole ci sono i 3 alberghetti della piana di Casterino. Per arrivarci, dal Piemonte si supera il tunnel del Tenda, si scende lungo la Valle Roya fino a Saint-Dalmas-de-Tende, dove si svolta a destra sulla strada che conduce al Lac des Mesches e a Casterino. La visita più comoda è Fontanalba, che richiede una comoda salita di 1.45 ore. Si prosegue in auto per 2 km sulla stradina asfaltata che sale in diagonale e dopo un tornante giunge al parcheggio. A piedi si prende a sinistra la strada militare che sale dolcemente fra i larici entrando in una bella conca, dove inizia la mulattiera che porta subito al rifugio di Fontanalba (1,15 ore; nel periodo di apertura del rifugio qui parte la visita delle 8). Proseguendo sul viottolo si lascia a sinistra il sentiero per il Lac Vert e nel fantastico paesaggio delle "ciappe" si raggiungono i laghi Gemelli, punto di partenza delle visite delle 11 e delle 14. Se non ci sono visite guidate, si possono seguire i segnavia gialli che con un breve anello conducono alla straordinaria "Via sacra", un insieme di 284 figure incise su una liscia roccia a fianco del sentiero, dove si riconoscono decine di bovidi da soli o che trainano l'aratro, recinti, pugnali... La Vallée des Merveilles richiede una camminata più lunga: 2,45 ore per salire al rifugio, 2 ore di visita e 2,15 ore per la discesa, dunque sarebbe meglio dormire al rifugio. Si parte dal Lac des Mesches, poco prima di Casterino: uno stradello chiuso alle auto risale sulla destra orografica tutto il Vallon de la Minière, toccando gli edifici dell'ex miniera e proseguendo in un bel lariceto. Senza lasciarsi attirare dalle scorciatoie, si segue lo stradello che fa alcuni tornanti e tagliato un ripido pendio esce nella magnifica conca dei laghi delle Meraviglie: pochi passi separano Lac Saorgine, Lac Long Inférieur e Lac Long Supérieur, sulle cui sponde sorge il Refuge des Merveilles. Per chi dorme al rifugio c'è una visita con partenza alle 8, mentre la successiva parte alle 13; il programma si infittisce a luglio e agosto, con 4 visite al giorno (ore 8, 11, 13 e 15). Qui la visita guidata è indispensabile, poiché sui sentieri aperti al pubblico si toccano solo la Parete vetrificata, la celebre incisione del Cristo e la copia del Capo tribù (a rischio di furto, l'originale è stato trasportato a Tenda nel Musée des Merveilles). Ma la bellissima incisione del Mago (le sorcier), la Roche de l'Autel e decine di altre si raggiungono esclusivamente con le guide. E solo loro riescono a darci l'idea del rapporto delle incisioni con l'ambiente circostante, con gli scorci sul Monte Bego, e a farci entrare nel misterioso mondo di questi artisti pastori di 5000 anni fa. Alcune avvertenze. A luglio e nella prima metà di agosto l'affollamento di francesi è notevole; meglio scegliere giugno o settembre, quando i luoghi ritrovano la loro quiete primordiale e i rifugi sono meno affollati (sempre indispensabile prenotare). Il tunnel di Tenda è a senso unico alternato, e la domenica pomeriggio si formano lunghe code: meglio tornare in un giorno feriale. Per approfondire la conoscenza c'è il Musée des Merveilles a Tenda, e la guida di Enzo Bernardini, Le incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie, Blu edizioni 2001.

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