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Industria, antica città romana a due passi dal Po

I parchi piemontesi, oltre a una natura incontaminata, offrono importanti testimonianze storiche e culturali. Scopriamo insieme la città romana di Industria che si trova in un'Area protetta del Po torinese.

 

  • Laura Succi e Alessandro Quercia *
  • Settembre 2020
  • Lunedì, 19 Ottobre 2020
Tempio di Iside - Foto p.g.c. Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio della Città metropolitana di Torino Tempio di Iside - Foto p.g.c. Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio della Città metropolitana di Torino

Industria è un'antica città che sorge poco distante dal Fiume Po, nei pressi della confluenza con la Dora Baltea, all'interno dell'attuale territorio comunale di Monteu da Po (Torino). In passato probabilmente esistevano un porto e un canale navigabile che collegava la città antica al fiume. Il centro romano di Industria viene menzionato da Plinio il Vecchio (I° secolo dopo Cristo) tra i nobilia oppida della IX Regio augustea, in vicinanza dell'insediamento ligure chiamato Bodincomagus (che significa «mercato del Po»). La stessa denominazione di Industria è una chiara allusione alle pratiche commerciali e "industriali" che si erano diffuse nella città. La città venne fondata nella seconda metà del I° secolo avanti Cristo e visse fino alla metà del IV° secolo dopo Cristo. L'abitato venne ancora sporadicamente occupato nei due secoli successivi, ma nel Medioevo si perdette la memoria del centro antico.

La storia delle ricerche

Alla metà del XVIII secolo due studiosi, Giovanni Paolo Ricolvi e Antonio Rivautella, incaricati dal Re di Sardegna Carlo Emanuele III di recuperare oggetti d'arte antica per arricchire le collezioni del Museo dell'Università a Torino, iniziano a condurre ricerche nei terreni dove è adesso localizzata l'area archeologica, scoprendo numerosi reperti in bronzo e metallo. La più importante scoperta di Ricolvi e Rivautella è una lastra inscritta in bronzo, dedicata dal collegium pastophororum Industriensium. Si tratta di una corporazione di sacerdoti devoti al culto della dea Iside, menzionata nel romanzo Metamorfosi (L'asino d'oro) di Lucio Apuleio, vissuto nel II secolo dopo Cristo. Il ritrovamento di questa lastra è fondamentale per la ricostruzione della storia del sito in quanto viene riscoperta la posizione esatta della città di Industria, e, allo stesso tempo, documenta l'esistenza, nel centro romano, di un culto dedicato alla dea Iside, una divinità egizia.

Tra il 1808 e il 1811 il conte Bernardino Morra di Lauriano, luogotenente generale del Regio esercito, compra i terreni già interessati dalle ricerche di Ricolvi e Rivautella e conduce una serie di scavi, utilizzando fino a ottanta operai al giorno. Le indagini del Morra mettono in luce le due strutture principali oggi fruibili al pubblico; un grande edificio rettangolare che interpreta come 'torre' (in realtà il tempio di Iside) e un edificio di forma semicircolare che identifica come 'teatro', in cui va in realtà riconosciuto il santuario di Serapide. La grande quantità di oggetti in bronzo trovati durante gli scavi viene donata da Morra stesso al re Carlo Alberto nel 1844 e diverrà il primo nucleo dei reperti di Industria oggi esposto nel Museo di Antichità di Torino. Campagne di scavo sempre più approfondite condotte dall'Università di Torino, e più di recente recenti indagini della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, hanno permesso di portare in luce un ampio settore dell'area urbana centrale, oggi area demaniale aperta al pubblico, nel quale predomina, per dimensioni monumentali, il santuario alle divinità egizie di Iside e Serapide.

L'impianto urbanistico della città

Industria presenta le caratteristiche tipiche di una città romana di età imperiale. È dotata di un impianto ortogonale, scandito da strade in senso est-ovest (decumani) e nord-sud (cardines). Le strade delimitano isolati regolari di modulo rettangolare. Soltanto tre di questi isolati sono stati, parzialmente, messi in luce. Gli isolati erano suddivisi in case, spesso dotate di ricchi arredi, tra cui mosaici pavimentali. Gli edifici avevano una valenza residenziale e nello stesso tempo commerciale, come la presenza di botteghe che si affacciano sulle strade conferma. Ma Industria ha una peculiarità che molte altre città romane del Nord Italia non hanno: presenta al suo interno un santuario dedicato alle divinità egizie Iside e Serapide. Alla presenza di questo santuario va verosimilmente connessa la grande quantità di bronzetti e arredi in metallo rinvenuti negli scavi, probabilmente di produzione locale.

Il culto di Iside e Serapide ad Industria

Iside e Osiride (quest'ultimo chiamato Serapide in età romana) sono due divinità venerate in Egitto sin dal 3° millennio a.C. Il loro culto è legato alla rinascita e rigenerazione della natura. A partire dall'età ellenistica il culto di queste due divinità si diffonde in tutto il Mediterraneo e vengono eretti numerosi santuari in loro onore, tra cui quello dell'isola di Delo (mar Egeo), dove si svolgevano numerose attività commerciali, tra cui il mercato di schiavi. Il culto di Iside viene istituito a Roma durante la dittatura di Silla (I° secolo avanti Cristo). Un secolo dopo viene fondato dagli imperatori della dinastia flavia (Vespasiano e Domiziano) un santuario dedicato a Iside e Serapide, in Campo Marzio. Apuleio descrive in dettaglio, nel suo romanzo Metamorfosi, i caratteri e il rito del culto di Iside. Sappiamo che la dea era venerata soprattutto da persone appartenenti ai ceti più bassi della società, in quanto si trattava di un culto di tipo salvifico, che offriva, attraverso l'unione rituale con la divinità, un riscatto da una vita di stenti. Essi dovevano mantenere il rigoroso silenzio sulle pratiche religiose che svolgevano e non potevano comunicarle al di fuori della cerchia dei fedeli. L'attestazione del culto di Iside ad Industria è documentato da numerose evidenze. Oltre alla menzionata lastra bronzea, che ricorda il collegio sacerdotale di Iside, si aggiungono: il rinvenimento di esemplari di sistro in bronzo (uno strumento musicale, simile al sonaglio, tipico dei riti isiaci); il ritrovamento di alcune statuette che rappresentano Iside con la falce lunare e il timone con il quale guidava la sua barca durante il Navigium Isidis (la principale festa della dea); le statuette raffiguranti Arpocrate-Horus, figlio di Iside, che avvicina alla bocca il dito, invitando i fedeli al 'sacro silenzio'.

Perché un culto dedicato a divinità egizie lungo il Fiume Po?

Sono numerose le testimonianze scritte che attestano la presenza, ad Industria di membri della gens Avillia. Si tratta di una famiglia di ricchi mercanti originari da Padova, molto attiva nel Mediterraneo e in particolare nell'isola di Delo dove sono menzionati come devoti del santuario di Iside. Che tipo di interessi avevano gli Avillii ad Industria? La risposta è probabilmente nel vantaggio economico che la posizione della città garantiva ai mercanti padovani. Sappiamo da documenti epigrafici che gli Avillii erano coinvolti nelle attività estrattive di oro e metalli nella Valle d'Aosta, come ci attesta l'iscrizione sul ponte Pondel. Industria probabilmente rivestiva un ruolo strategico nello smercio delle materie prime provenienti dalla Valle d'Aosta, attraverso la Dora Baltea, che confluiva sul fiume Po proprio all'altezza della città romana. Qui le materie prime erano lavorate per produrre i molteplici oggetti in bronzo e in altri metalli destinati al culto e all'arredo del santuario di Iside e Serapide. Verosimilmente, gli Avillii hanno avuto un ruolo preminente nella fondazione e nello sviluppo del santuario. Il tempio è la struttura più imponente del santuario di Iside e Serapide. Viene eretto tra il I° secolo avanti Cristo e il I° secolo dopo Cristo L'edificio, secondo gli schemi architettonici romani, è costituito da una scalinata frontale, un vestibolo, e la cella dove era probabilmente collocata la statua di Iside. Il tempio era circondato da un colonnato, che richiama invece modelli di ispirazione greca. Esso era il fulcro della festa del Navigium Isidis, che avveniva tra il 7 e l'8 marzo. Attorno al tempio si sviluppavano una serie di ambienti e servizi (pozzi, altari), funzionali alle pratiche rituali e ad ospitare i fedeli. A partire dal II° secolo dopo Cristo il santuario vede la costruzione di un nuovo complesso monumentale, caratterizzato da un ambulacro coperto che si sviluppa lungo un'ampia area scoperta di forma semicircolare e conduce alla cella, dove probabilmente era posta la statua di culto. Sulla base del confronto planimetrici con altri simili edifici dedicati agli stessi dei, è possibile riconoscere anche ad Industria un luogo di culto connesso al culto di Serapide, oltre che Iside. Durante gli scavi del nuovo complesso sono stati rinvenuti numerosi depositi contenenti i resti delle offerte e degli oggetti usati per il rito (ossa animali, resti vegetali, suppellettile e molte lucerne). Uno di questi depositi era coperto da una lastra su cui è segnato il nome dell'offerente, Avilia Amabilis, che apparteneva quindi alla nota gens Avillia.

E dopo Industria?

Con ogni probabilità a partire dal IV secolo, in concomitanza con l'avvento del Cristianesimo, il culto delle divinità egizie va in crisi e la città subisce una forte contrazione. Non si assiste comunque all'abbandono definitivo dell'abitato. Le fonti storiche, in particolare una lettera del vescovo Eusebio (356-362 dopo Cristo), menzionano la presenza di una comunità cristiana ad Industria sin dalle prime fasi del Cristianesimo. Non sappiamo dove fosse ubicata la primitiva chiesa relativa a questa comunità. La testimonianza architettonica più antica nella zona è costituita dai resti del complesso battesimale di età romanica, in località San Giovanni, nella parte nord della città romana. Non si esclude che questo sorgesse sul luogo di un precedente edificio di culto di antica origine. 

L'area archeologica di Industria (corso Industria s.n., Monteu da Po) è diretta dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino ed è inserita nell'ambito delle Aree protette del Po Torinese e della Riserva della Biosfera Collina Po.

Per informazioni e prenotazioni

Associazione Culturale Athena 

cellulare: 3791592724

posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

* Funzionario archeologo Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Torino

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